Franco Laratta, presidente Consorzio italiano Assicurazioni in Agricoltura, incontra la Coldiretti e la Generali Italia Assicurazioni
Camillo Nola, imprenditore agricolo e cooperatore, a conclusione dell'assemblea di Confcooperariva Calabria che associa oltre 200 tra cooperative e banche di credito cooperativo, è stato rieletto per un secondo mandato alla Presidenza. Lo stesso Nola ha aperto i lavori dell’assemblea con una relazione ricca di spunti e progetti da mettere in atto in questo momento difficile di emergenza, reso ancora più complesso nella nostra Regione dalle problematiche ataviche che ci portiamo dietro. In quest’ottica di piena coscienza delle difficoltà, ma al contempo di bisogno di una visione positiva per il futuro, Nola nella sua relazione ha evidenziato: “Questo scenario complesso, cui forse siamo abituati per non dire assuefatti, aggravato ulteriormente dalla crisi generata dalla pandemia, non deve far disperare; il nostro modello è basato su una visione di futuro, sulla capacità di affrontare le crisi con resilienza e di elaborare soluzioni innovative. A dimostrare la valenza del nostro modello c’è lo studio di Alleanza che evidenzia come la Calabria sia la prima regione in Italia per percentuale di cooperative guidate da giovani sul totale e in tanti altri casi i giovani siedono nel CdA o sono soci.” E ancora, un altro passaggio chiave è stato rivolto al mondo delle banche, di credito cooperativo e non: “Un augurio che spero, oggi più che mai in un contesto socio-economico difficile come quello calabrese e ancor di più minacciato dalle conseguenze delle misure di contenimento determinate dalla pandemia, si possa trasformare in una concreta sinergia tra finanza e impresa Cooperativa in grado di preservare i valori essenziali nel pieno rispetto delle regole che normano l’attività bancaria.” Ad arricchire il dibattito, oltre agli interventi di numerosi Soci, in rappresentanza delle cooperative iscritte, il discorso puntuale e qualificato dell’Assessore regionale On. Gianluca Gallo, che ha evidenziato come sia fondamentale in questo momento il ruolo della cooperazione e come ci debba essere un dialogo franco e aperto tra istituzioni e corpi intermedi di rappresentanza per costruire le politiche di Welfare e Agricoltura; inoltre, l’assessore ha voluto sottolineare il suo impegno per una rivisitazione condivisa delle regole per un Welfare e un Terzo Settore più sani e forti in Calabria. Il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha voluto porre l’accento sul ruolo fondamentale che oggi deve avere la sussidiarietà nella cooperazione e nella società, anche per ovviare alle difficoltà legate al Coronavirus e alle sue ricadute socio-economiche; il Senatore ha inoltre acceso un faro sulla Legalità e sull’essere vigili, affinché in questo momento storico il mondo della Cooperazione e del Terzo Settore non vengano “usati” e inquinati dalle Mafie, che devono essere sempre più attenzionate in quanto, al giorno d’oggi, non sono più un fenomeno solo del Mezzogiorno e purtroppo neanche solo italiano, ma globale. Le conclusioni della giornata sono state tratte da Maurizio Gardini, Presidente Nazionale di Confcooperative, che ancora una volta ha mostrato il suo apprezzamento per l’azione di Confcooperative Calabria e del suo gruppo dirigente e operativo, in particolar modo per l’opera di sostegno compiuta nei confronti delle cooperative e dei territori in questi mesi complessi. Il Presidente ha sottolineato più volte che il nazionale sarà al fianco della confederazione regionale, perché solo se si coopera e si lavora insieme è possibile trovare soluzioni inclusive per la crisi che stiamo vivendo. Oltre al nuovo presidente è stato eletto il consiglio regionale arricchito da new entry, tra cui molti giovani cooperatori e donne cooperatrici, e sono stati scelti i sei delegati che parteciperanno all’assemblea di Confcooperative per l’elezione del nuovo presidente nazionale. Un momento di condivisione, discussione e democrazia che dimostra ancora una volta come la cooperazione sana in Calabria sia radicata, forte e resiliente, ed abbia ancora tanta voglia di fare e dire la sua.
Redazione
I più recenti dati Istat in relazione al numero delle pensioni erogate confermano il record europeo della Calabria che detiene la percentuale più alta di pensionati fra tutte le regioni degli Stati europei in rapporto agli abitanti. In Calabria i residenti risultano essere 1.975.000 ma i "veri residenti" non sono più di 1.800.000 essendo molti i calabresi che pur vivendo, per studio o per lavoro, fuori dalla Calabria mantengono per una vasta serie di motivazioni la residenza presso le famiglie d'origine. Su 1.800.000 abitanti effettivi le pensioni erogate risultano essere 770.003 comprese le 122.198 pensioni di invalidità civile con o senza accompagnatore. Una cifra che corrisponde al 43% della popolazione reale. A tale enorme e spropositata cifra si aggiungono i circa 80.000 percettori del reddito di cittadinanza e i circa 110.000 dipendenti pubblici. Si arriva ad un milione di abitanti che non fanno parte delle categorie produttive in senso stretto. I rimanenti 800.000, sottratti i 300.000 minorenni e studenti, formano la vasta platea di disoccupati e di Neet, cioè coloro i quali il lavoro non lo cercano più, oltre ai circa 200.000 artigiani, partite ed imprenditori. Una platea talmente esigua che ben esprime la fragilità sociale ed economica della Calabria. Terra sempre più di assistenza e sempre più lontana da una possibilità di vera produzione e di fucina di ricchezza. Tali cifre impietose e drammatiche sono il frutto di almeno due decenni di progressiva spoliazione delle nuove generazioni che, appena formate sul piano scolastico e universitario, non hanno altra scelta che andare altrove per trovare un lavoro. Ben 300.000 i giovani che negli ultimi 20 anni hanno abbandonato la Calabria. Una cifra drammatica che ha condotta l'età media calabrese ai 57 anni. La più alta d'Europa. Con il tasso di denatalità sempre più forte considerando che i giovani vanno via e con il tasso di emigrazione costante l'Istat ha calcolato che con tale tendenza nel 2050, fra soli 30 anni, la popolazione calabrese sarà di 1.200.000 abitanti la cui maggioranza sarà ultrasessantacinquenne. Una regione di soli anziani. Una terra senza giovani e, di conseguenza, senza speranza alcuna. Del resto con la classe politica che la Calabria ha sfornato negli ultimi 20 anni, classe politica a livello nazionale praticamente inesistente, la realtà non poteva che essere questa. E se si è giunti a tal punto la colpa è dei calabresi stessi che non hanno mai voluto veri cambiamenti. A pagarne le conseguenze i nostri giovani. "Ogni popolo merita la classe politica che sceglie", amava ripetere Socrate nelle sue lezioni filosofiche nell'antica e dotta Grecia. Aveva ragione.
Marco Olivito, noto imprenditore del mondo della comunicazione, editore, fra le tante attività, anche della Tv regionale "Calabria News 24", è stato nominato portavoce di Cna - cinema e audiovisivi Calabria. Una decisione che ha messo d’accordo tutte le realtà economiche regionali del comparto comunicazione iscritte alla Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. “Con Marco abbiamo scelto una figura in grado di rappresentare l’intera galassia della comunicazione, dai videomaker fino ai fotografi, passando per le agenzie e i professionisti. La Cna calabrese aggiunge un tassello in più al suo mosaico di competenze”. Sono parole espresse ieri dal presidente della Cna Calabria, Francesco Rosa, durante l’incontro con le imprese del settore al quale erano presenti anche: il direttore della Cna Cosenza, Giulio Valente; lo stesso Olivito; Paolo D’Errico e Paola Perri, rispettivamente presidente e direttore della Cna Catanzaro. “Ringrazio il presidente Rosa - ha affermato Marco Olivito, portavoce Cna Cinema e audiovisivi Calabria - per la fiducia. Da oggi inizia il compito più difficile. Non faremo solo rappresentanza e sindacato, ma investiremo tempo ed energie nella promozione del nostro sistema di piccole e medie imprese”. "La crisi post Covid19 si è aggiunta ad una condizione strutturale già negativa delle nostre economie. Costruire un cammino comune - continua Marco Olivito - ormai è una priorità. Penso a tanti professionisti in gravi difficoltà come i fotografi, con un fatturato azzerato senza eventi e matrimoni. Guardiamo al mondo della comunicazione tout court, dove trovano posto intelligenze in grado di mescolare saperi con percorsi diversi: dai giornalisti alle maestranze del cinema. Siamo artigiani della comunicazione, crediamo nelle storie e nei valori di tanti che ogni giorno si rimboccano le maniche per produrre ricchezza e lavoro. Nelle scorse settimane ho avviato un dialogo con tanti imprenditori. In tutti vi è la voglia di ripartire e fare bene, nonostante le incertezze del momento”. La nomina di Marco Olivito è un giusto riconoscimento al suo proverbiale impegno per il mondo della comunicazione e degli eventi. Certamente con la sua passione, la sua costanza ed il suo proverbiale dinamismo che tutti gli riconoscono saprà certamente dare un prezioso contributo all'intero comparto che oggi vive un momento particolarmente difficile.
Una recente ricerca condotta dall'Istat sembra confermare gli effetti devastanti dovuti al calo dei consumi per la chiusura imposta dal Coronavirus. il 40% delle imprese italiane ha registrato un calo del fatturato del 50% e la metà delle stesse rischia di rimanere in breve tempo senza alcuna liquidità con le conseguenze che potrebbero essere gravissime sul piano del concreto rischio di fallimento al quale andrebbero inevitabilmente incontro. Per l'Istat il 38% delle imprese intervistate intravede il forte rischio di sostenibilità della propria attività imprenditoriale confessando il rischio di una cessazione. Tale rischio interessa in particolar modo le imprese delle costruzioni, soprattutto se più piccole, e per le micro-imprese dell’industria in senso stretto. colpiti fortemente anche il settore dei mobili, l’industria del legno, le confezioni di abbigliamento. In alcune regioni come la Calabria la mancanza di liquidità coinvolge addirittura il 60% delle imprese. Tantissime le imprese che in Calabria rischiano di chiudere. A tal punto per la Calabria necessità una legge speciale a livello nazionale, un nuovo piano Marshall, una legislazione d'emergenza che ne riconosca le grandi difficoltà ed agisca in tempi ragionevoli per evitare il peggio.
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