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L’Università della Calabria, come avevamo anticipato in un precedente servizio, ha il suo nono rettore della storia che rimarrà in carica per il sessennio accademico 2025/2031. Si tratta del prof. Gianluigi Greco, eletto con il 78% dei voti validi; mentre il prof. Frano Rubino, direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche e aziendali, ha ottenuto appena il 22%.

Questo è il titolo del Comunicato stampa ufficiale diramato dall’area di comunicazione della stessa Università; ma poi prosegue affermando: “Inaugurato l’anno accademico dell’Unical. Il rettore Nicola Leone ha presentato un resoconto del sessennio, caratterizzato da straordinari risultati per l’ateneo. Lectio magistralis dell’economista Orazio Attanasio ”.

Alla luce di quanto accaduto in questi anni all’Università della Calabria, rispetto anche allo stato sociale ed economico del territorio di appartenenza e della relativa società che in esso vi risiede, con le prospettive politiche che sono all’ordine del giorno relativamente al suo sviluppo o meno, va riconosciuto che l’UniCal non è più il punto di appoggio e riferimento centrale per l’intero sviluppo della Calabria.

Ciò che sta per accadere all’Università della Calabria, l’Ateneo del Rettore Beniamino Andreatta, per il quale ha speso quattro anni della sua vita per dare alla Calabria con amore, passione e spirito innovativo pregnante di legalità, uno strumento punto di riferimento per lo sviluppo della regione calabrese, nonché centro culturale attrattivo e di ricerca per i suoi giovani nei percorsi formativi giusti di alta qualità per un loro inserimento nel mondo del lavoro, è qualcosa di allucinante per effetto della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico 2025/2026. 

Del quadrimestre bianco al posto del semestre bianco, secondo prassi e leggi dello Stato deciso dal rettore Leone, con l’approvazione del Senato Accademico, modificando lo Statuto nell’estate del 2023, nel pieno del cinquantesimo del primo anno accademico 1972/1973, per la scelta del nono rettore ne sono già trascorsi dal 1° luglio ben due mesi, con l’università della Calabria nella quiete riposante della calda estate 2025.

Editoriale del Direttore