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Sul fenomeno del nepotismo nelle Università italiane sul quale sono stati scritti fiumi d'inchiostro anche su quotidiani e riviste nazionali, fenomeno che coinvolge anche l'Università della Calabria, pubblichiamo integralmente la nota stampa del Movimento Athena-RéF a firma di Riccardo Latella, Consigliere d'amministrazione.

Si è recentemente conclusa la procedura di inserimento, aggiornamento, trasferimento ai fini della formazione delle nuove graduatorie provinciali per le supplenze, valide per il biennio 2022/2024, che in uscita anticipata rispetto al previsto hanno interessato migliaia di docenti di tutti gli ordini e gradi e di insegnanti tecnico-pratici dell’intero territorio nazionale.

L'attuale Istituto IPAA - IPSAR  "F. Todaro" che raggruppa il professionale agrario ed il professionale alberghiero e ristorazione vanta origini illustri e una storia degna di essere raccontata e celebrata. Nell'attuale sede in contrada Lacone in Rende sussistono ancora i vecchi manufatti dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura per la Sila istituito con Decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 1956 n. 1696, e che inaugurò il suo primo anno scolastico nel lontano 1° ottobre 1955. Giorno nel quale prende il via la storia del primo Istituto Professionale per l'Agricoltura in Calabria che fu anche la scuola pilota per ben 25 sedi coordinate che vennero istituite nei vari comprensori dell'Opera per la Valorizzazione della Sila (O.V.S.) delle allora tre Province calabresi.  Per ben cinque anni e sino al 30 settembre 1959 mantenne saldamente il primato di essere l'unico Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura della Calabria.

La storica sede dell'Istituto Professionale per l'Agricoltua "F. Todaro"

 

Dal 1° ottobre 1959 ne vennero istituiti altri due, Catanzaro e Reggio Calabria. Nel 1958 l'Istituto Professionale per l'Agricoltura venne denominato "F. Todaro" con una deliberazione dell'allora collegio dei docenti e su iniziativa del Preside Pietro Fabiano che per ben 26 anni, dal 1956 al 1982, ebbe le redini dell'Istituto. Pietro Fabiano era un valente agronomo e fu il fondatore in Piemonte dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura di Caluso, comune limitrofo alla città di Torino. Per il suo mirabile impegno il Ministero della Pubblica Istruzione gli chiese di ritornare nella sua Calabria per dirigere il nascente Istituto. Il documento di intitolazione dell'Istituto a "Francesco Todaro" reca la data del 27 dicembre 1958. Dallo stesso documento estrapoliamo una parte della biografia dalla quale si evince la figura prestigiosa di Francesco Todaro.

Francesco Todaro, luminare dell'agronomia e Senatore del Regno

"Francesco Todaro è nato a Cortale ( Catanzaro) il 17 febbraio 1864 ed è morto  a Roma il 10 gennaio 1950. Laureato in Agraria a Pisa nel 1886, insegnò per 15 anni in diversi istituti tecnici e per 30 anni nella Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna. Dal 1924 al 1927 fu Direttore dell'Istituto Superiore Agrario dell'Università di Bologna e dal 1931 al 1935 fu Direttore dell'Istituto di Allevamento Vegetale per la Cerealicoltura, da lui fondato in Bologna". Inoltre nella biografia si pone in risalto anche il ruolo di scienziato agronomo. A lui si deve la scoperta di nuove razze di cereali che rivestirono un ruolo primario nello sviluppo granario dell'Italia negli anni a venire. Nel 1934 per i suoi indubbi meriti scientifici venne nominato Senatore del Regno. Ebbe riconoscimenti prestigiosi anche all'estero quale quello di socio dell'Accademia dell'Agricoltura di Francia. Tanti i premi ed i riconoscimenti ricevuti da enti prestigiosi e accademici. Oltre 140 le pubblicazioni di Francesco Todaro molte delle quali tradotte anche in altre lingue. La Fondazione che porta il suo nome istituisce borse di studio per gli studenti più meritevoli della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna. Numerose le strade dedicate a Francesco Todaro. Oltre a quella del suo paese natale, Cortale, anche una centralissima strada del centro storico di Bologna è dedicata al "Senatore Francesco Todaro". Molto apprezzato anche il premio triennale "Francesco Todaro" istituito a Bologna sulle ricerche in campo agrario. Nel suo comune natio nel 1953 venne collocato in sua memoria un busto in bronzo ad opera del famoso scultore bolognese Giuseppe Mazzoli.

Nel 1961 l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Amintore Fanfani, storico ed importante esponente della Democrazia Cristiana, visitò l'Istituto e fece visita anche nell'allora sede distaccata di Sibari. Al Presidente Amintore Fanfani venne consegnata, per ricordo dell'evento, la collezione del giornale "Scuola e Campi", che veniva pubblicato per iniziativa del Preside Pietro Fabiani, dall'Istituto Professionale per l'Agricoltura e che era considerato un validissimo strumento di informazione da parte di tutti gli esperti del settore. Nel 1966 a fare visita all'Istituto furono il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e l'allora deputato Sandro Pertini che poi divenne Presidente della Repubblica nel 1978. Ancora oggi sono visibili alcuni manufatti e alcune strumentazioni che risalgono al periodo dei primi anni di vita dell'Istituto, come la "Stazione meteorologica" (raffigurata in foto).

Antica stazione Metereologica dell'Istituto Professionale "F. Todaro"

 

Ma alla storia dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura " F. Todaro" è legata anche a una figura emblematica di quel tempo. Quella di Umberto Delfino Giorcelli, uomo poliedrico e di grandissime capacità imprenditoriali chiamato affettuosamente "Barone Giorcelli" dai suoi lavoranti ed amici per le immense proprietà terriere che possedeva pur non essendo barone in senso araldico del termine. Il terreno sul quale nasce l'Istituto Professionale è un terreno di dieci ettari che era di proprietà dell'imprenditore Giorcelli.

 

Il "barone" Umberto Delfino Giorcelli ( 1898 - 1986)

 

Nato a Torino il 25 luglio 1898, dopo aver conseguito brillantemente la maturità classica, si trasferisce a Milano per lavoro, si sposa con Irma Doninelli, milanese, e nel 1940 giunge a Rende. Un caso di trasferimento al contrario. Un capace imprenditore che lascia il nord per giungere al Sud, mentre in quel periodo erano in migliaia coloro i quali lasciavano la Calabria per andare a lavorare al Nord. Uomo tenace e volitivo impianta a Rende una grande azienda agricola, una fattoria sul modello nordista che produce grano, pomodori, ortaggi oltre alla produzione di latte mediante un notevole allevamento di bovini. Un vero pioniere di un modello imprenditoriale a quei tempi assolutamente all'avanguardia. Il latte prodotto nei suoi allevamenti verrà fornito all'Ospedale civile e alle cliniche private. Ha ricoperto l'incarico di Presidente della Centrale del Latte che associava in forma cooperativistica i produttori del settore, e fu anche Presidente del Rotary Club, dimostrando grande interesse per le arti. Giunse finanche, da poliedrico imprenditore quale era, a promuovere una avveniristica azienda manifatturiera di tabacco che occuperà numerosi lavoratori ed opererà per ben 25 anni esportando il tabacco lavorato in tutta Italia.

Il barone Umberto Giorcelli con Achille Lauro, suo grande amico, allora Sindaco di Napoli

 

Inizialmente di simpatie monarchiche nelle elezioni comunali di Rende del 1952 si candidò capolista della lista "Scudo Crociato" ( Democrazia Cristiana) per essere eletto Sindaco. Ma anche il partito Monarchico presentò una propria lista "Stella e Corona" e il Movimento Sociale una ulteriore lista"Fiamma". Della divisione fra le tre liste che il Barone Giorcelli voleva, invece, unire in una unica lista ne approfittò il giovane ed emergente leader del Psi, Francesco Principe, che con una sola lista che raggruppava socialisti, comunisti ed indipendenti di sinistra denominata "Tre Torri" riuscì a vincere di stretta misura sulla lista democristiana. Venne eletto Sindaco Francesco Principe che rivestì la carica di primo cittadino di Rende per ben 28 anni, sino al 1980, oltre ad essere eletto deputato per più legislature e più volte sottosegretario.  

Il barone Umberto Giorcelli morì il 2 ottobre 1986 all'età di 88 anni e la sua salma riposa a Torino, la sua città d'origine. A Rende in via "Todaro", la via dove il Barone Giorcelli ha vissuto per molti anni, ( Via intitolata non per nulla al Senatore Francesco Todaro ) vi è il Parco "Pietro Giorcelli", dedicato al padre del Barone e vi è anche la Chiesa, oggi perfettamente ristrutturata, che, un tempo, era la cappella di famiglia annessa all'antica abitazione di Umberto Giorcelli. Parte della stessa è oggi un rinomato albergo, l'Hotel Fattoria Stocchi a 4 Stelle. Sul sito dell'Hotel si legge: "La Fattoria Stocchi nasce nel 2008, dall’accurata ristrutturazione di un impianto di lavorazione del tabacco. L’impianto, di proprietà del barone Umberto Giorcelli, fu attivo dal 1947 al 1972. L’elegante villa padronale oggi è sede dell’Hotel. I suggestivi alloggi della manodopera sono sede del Residence". Anche i terreni dove venne edificata la "Legnochimica" in Contrada Lecco, la zona industriale di Rende, erano di proprietà di Umberto Giorcelli.

Il Barone Giorcelli nel 1952 in campagna elettorale nelle amministrative del Comune di Rende

 

Una storia avvincente quella del Professionale per l'Agricoltura "F. Todaro", sia per il nome che porta, sia per i terreni sul quale sorge e sia per essere stato il primo Professionale per l'Agricoltura nato in Calabria. Oggi è parte integrante dell'Istituto di Istruzione Superiore "ITE "V. Cosentino" - IPAA "F.Todaro" - Rende (con la nuova sede dell'IPAA "F.Todaro" inaugurata il 16 dicembre 2013), guidato dalla dirigente Alisia Rosa Arturi che dirige da anni anche il prestigioso Liceo Scientifico "Pitagora" di Rende. Inoltre da molti anni si ripete l'incontro dei "figli del Todaro", ex studenti, ex convittori, ex personale docente. Attraverso Facebook si sono ritrovati in tanti  (nella foto l'incontro tenuto il 2 maggio del 2015)  ex studenti ed ex docenti giunti dall’Emilia Romagna, dal Lazio e da altre regioni d'Italia.

Incontro degli ex studenti, ex docenti ed ex convittori del "Todaro" nel 2015 (conosciuti come i "Todarini")

 

Con il ricordo degli anni giovanili della scuola  si incontrano davanti all'ingresso storico della scuola e dinanzi l’albero di olivo interrato nel 2014 in occasione del primo raduno. Un incontro di tanti ex studenti, ora affermati professionisti in ogni parte del mondo che hanno voluto rendere grazie al luogo di sapere dove hanno imparato, costruito, seminato, raccolto e lasciato il loro cuore! Il Professionale "F. Todaro" di Rende porta con  una storia di ben 67 anni con un contributo notevole per lo studio e lo sviluppo del settore agricolo, settore determinante per qualsiasi economia. Una storia da valorizzare e da non dimenticare.  La memoria costruisce la Storia e la Storia siamo noi.

Gianfranco Bonofiglio

 

Terzo webinar, oggi, lunedì 25 aprile alle 18, per il percorso di studio “Ripensare l’Antimafia” organizzato dal progetto Pedagogia dell’Antimafia, attivo presso il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria, e l’Istituto Ciliberto di Crotone per ricordare, a trent’anni dalla loro scomparsa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Prosegue con un nuovo webinar previsto per lunedì 11 aprile alle 18 il percorso di studio “Ripensare l’Antimafia” organizzato dal progetto Pedagogia dell’Antimafia, attivo presso il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria, e l’Istituto Ciliberto di Crotone per ricordare, a trent’anni dalla loro scomparsa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Una lunghissima discussione intorno alla giornata del 25 novembre – giornata della violenza contro le donne - scambi di idee, di confronti verbali hanno condotto il volere di un gruppo di studenti dell’’”IIS Da Vinci – Nitti” verso la stesura del seguente articolo, all’interno delle attività progettuali “Lingue del futuro 2” “Pensiero computazionale e coding” – PON per la scuola -2020/2021 – Rafforzamento delle competenze disciplinari.Va da sé che si avverta la necessità di sottolineare una premessa essenziale affinché si possa essere chiari ed esaustivi del legame intercorso tra il dibattito e le attività summenzionati.Il pensiero computazionale è il processo mentale,logico-creativo che permette di pianificare una procedura tramite la quale è possibile raggiungere un obiettivo ed è un’abilità trasversale che va stimolata, elicitata sin dalla più tenera età. Chi vive il mondo scolastico-educativo, soprattutto i docenti, sa perfettamente che questa abilità è presente in tutti gli studenti normodotati e non. Ognuno, per la propria parte sottende un sistema cognitivo tale che, giustamente e garbatamente stimolato, potrà produrre un risultato più o meno finalizzato, a meno che non insorgano gravissimi casi di patologie con comorbilità palesi o latenti che ne impediscano l’organizzazione neuronale tale da rendere, a mio parere, più forzoso e più difficile il raggiungimento di un obiettivo. Attualmente, gli studenti così come tutti gli operatori della scuola hanno risentito e risentono molto degli accadimenti ultimi, legati a questa virulenta pandemia. Tutta la vita sociale, in generale, subisce della mancanza di rapporti, di relazioni, di contatti con l’altro. Eppure, ciò che non si arresta mai è la malvagità perfida e subdola di “menti malate” che esercitano strategicamente il potere violento in special modo sugli esseri più deboli, nella fattispecie sulle donne. Da qui nasce la necessità di questi studenti, consapevoli degli eventi delittuosi che si compiono sulle donne ed ecco pronti ad esprimerne il proprio pensiero critico.
Ivana Ferraro

Nulla è come sembra…

“La violenza sulle donne viene definita come qualsiasi atto di violenza che può provocare danni fisici, sessuali o psicologici,includendo minacce e privazione della propria vita". La violenza ha diverse sfaccettature, le più diffuse e frequenti sono: -Violenza fisica, violenza sessuale, molestie, stalking, violenza psicologica,violenza sociale e violenza economica.
Tutte queste violenze possono essere esercitate da diverse persone e spesso vengono attuate da soggetti vicini alle vittime con le quali convivono o che frequentano quotidianamente.
Riconoscere la violenza non è facile, specialmente quando proviene da persone esterne, imprevedibile se capita all’interno di un rapporto considerato normale della coppia o quando questo rapporto intercorre tra un’eventuale vittima e un probabile carnefice. La vittima spesso riconosce la violenza, ma per diversi motivi, tra cui la vergogna, il pensiero di essere nel torto o la paura che l'aggressore possa venirne a conoscenza, preferisce non denunciare il responsabile. Per fortuna esiste il Numero Rosa da contattare, un servizio pubblico che ha come obiettivo quello di contrastare la violenza familiare; così come diverse associazioni e comunità possono aiutare donne e ragazze, indipendentemente dalla loro età. In queste strutture vengono messe al sicuro anche le madri insieme ai loro bambini, aiutate a superare il loro trauma. Sconfiggere una violenza non è facile,ma il primo passo è quello di avere la forza di chiedere aiuto e di accettarlo, prendere le distanze da chi ha provocato o provoca dolore e fare un percorso di riabilitazione con esperti. Diversamente, chi subisce sarà per sempre macchiata dal segno del dolore, porterà le cicatrici sulla pelle e la sensazione di essere sola e abbandonata. Il problema principale delle violenze è quello che non se ne parla molto e alcune forme sono addirittura sconosciute o abitudinali,come nel caso delle violenze verbali. Ormai ogni ragazza è abituata quotidianamente a sentire fischi,insulti o parole offensive. Questa prepotenza andrebbe denunciata e per superare questi comportamenti bisognerebbe parlarne,nonostante le difficoltà che si possano incontrare . Perché solo dopo che si è guarite si vedrà la realtà, ovvero una relazione tossica piena di sofferenza,dove la dipendenza dall'altra metà oscurava la verità di essere già complete . Non tutto è perdonabile per amore.L'amore non fa male e non minaccia, ma chi ti ama ti sostiene, non ti mette di fronte alla possibilità di essere abbandonata a rimanere sola. Nessuno di noi si dovrebbe sentirsi inferiore alla persona che ha al proprio fianco, perché tutti hanno un valore nella vita. Meritiamo di avere una persona che ci capisca, l'infelicità e i lividi sulla pelle provocati da un comportamento brutale non dovrebbero esistere. La giustizia dovrebbe essere resa ogni giorno e non solo il 25 novembre di ogni anno. Ogni donna merita di godere della spensieratezza e della bellezza d'essere semplicemente donna con i suoi difetti e pregi. Potrebbe anche sembrare un sogno, ma se tutti noi nella vita avessimo più attenzione e meno indifferenza potremmo sostenerci anche in queste circostanze delicate,dove un piccolo contributo può fare la differenza, portando rispetto e sostegno a tutti coloro che hanno avuto o subiscono maltrattamenti. Tu non vali tutto questo, e non meriti il silenzio alla verità.

Articolo scritto da Rita Rendace, Nevia Morello ,Martina La Rosa, Sabrina Lucia, Martina Prete, Maria Assunta Cannataro con il coordinamento della Prof.ssa Ivana Ferraro e Prof. Marcello Speziale

(Il bellissimo disegno in foto è stato realizzato da Marianna Rocchetti)   

 

Sarà Roberto Riccardi,  Generale di Brigata dell'Arma e dirigente del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, a concludere lunedì 10 gennaio 2022 alle ore 16 le lezioni dell'insegnamento di Intelligence nel corso di laurea magistrale di “Intelligence per la legalità e la tutela dei beni culturali e archeologici”, promosso all’Università della Calabria dal Dipartimento Culture Educazione e Società, unitamente al Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale e al Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche.
Durante il corso sono intervenuti con docenze e testimonianze professori universitari, funzionari dello Stato, scrittori, giornalisti, ricercatori ed esperti, a conferma che l’intelligence rappresenta un punto d'incontro di molteplici saperi. La lezione del generale Riccardi verrà introdotta dal titolare dell’insegnamento Mario Caligiuri insieme ad Armando Taliano Grasso, docente di archeologia giuridica dell’ateneo calabrese.
Redazione

Editoriale del Direttore