Header Blog Banner (2)

Dopo l'accordo con Gino Strada e la sua onlus, Emergency, sull'emergenza Covid, sull'istituzione di ospedali da campo e sui Covid - Hotel che segna comunque un passo in avanti considerata la disastrata situazione sanitaria calabrese si attende ora il nome di chi sarà chiamato a ricoprire l'incarico di Commissario ad acta per la Sanità dopo le dimissioni di Cotticelli, le dimissioni forzate e sofferte di Zuccatelli e la rinuncia di Gaudio. Una poltrona che scotta, soprattutto se i calabresi ed i media riusciranno a mantenere alta l'attenzione sul tema. Non si può dimenticare che il tutto è iniziato con una trasmissione Tv, Titolo V di Rai3 con la prima intervista al Generale Cotticelli. Fno ad allora tutto era tranquillo negli ovattati uffici regionali dove la potente ed inamovibile burocrazia legata a filo doppio alla politica alimenta il "Sistema" di corruzione ed illegalità che governa e condiziona la vita dei calabresi. Il nome più quotato fra quelli che circolano è quello di Federico Maurizio D'Andrea, 61 anni, calabrese nato a Cerchiara di Calabria e milanese di adozione, uno dei tantissimi calabresi che ha sfondato in altre Regioni. Federico  D'Andrea è entrato in Finanza a 18 anni nel 1977 e vi è rimasto sino al 2007 uscendo con il grado di Colonnello e Comandante provinciale di Bergamo, protagonista della stagione di Mani Pulite vicino a Francesco saverio Borrelli e Gherardo Colombo. Stimato da tutti, sia dal centrosinistra che dal centrodestra. E’ stato nel collegio dei “saggi” di Beppe Sala ma anche il centrodestra lo considera un uomo di garanzia. E’ stato alla presidenza di Sogei, nominato dal MEF, direttore dell’Audit di Telecom Italia, presidente di Olivetti Spa, presidente dell’ODV di MM Spa, presidente dell'organismo di vigilanza di Banco BPM e componente dell’Odv del Sole 24 Ore. un curriculum di tutto rispetto.

Redazione

 

In pochi giorni, dopo la prima intervista del Generale Cotticelli rilasciata al giornalista di Titolo v su Rai 3 si è scatenato il finimondo che ha aperto uno spiraglio di luce sul mondo tenebroso, affaristico e marcio della sanità calabra. Un mondo che tutti conoscevano ed accettavano supinamente fino a quando con l'emergenza della Pandemia le croniche deficienze sanitarie sono divenute intollerabili. E dopo lo spettacolo poco edificante delle dimissioni del Generale Cotticelli, le dimissioni forzate e non volute di Zuccatelli e la precipitosa rinuncia del Prof. Eugenio Gaudio, dopo le tante proteste in piazza, dopo le denunce dei sindacati finora dormienti e la visita di Cotticelli presso gli uffici della Procura di Catanzaro, il Procuratore Capo Nicola Gratteri, ha aperto una apposita indagine sulla sanità. Ci si augura che la stessa possa essere accurata e possa determinare le responsabilità penali di chi gestendo la sanità si è arricchito ed ha accresciuto il suo potere. Una indagine spinosa e non facile perché la stessa potrebbe condurre inevitabilmente a quel terzo livello di politici, burocrati, imprenditori e professionisti che finora sono riusciti sempre a farla franca in un sistema di impunità e di corruzione anche nell'ambito di quelle istituzioni che hanno il compito ed il dovere di indagare e far applicare la giustizia. Parola da sempre molto aleatoria nelle nostri latitudini. Tanti sono i filoni che potrebbero aprirsi su anni ed anni di conclamato malaffare sulla sanità, la vera Fiat della Calabria, che assorbe un bilancio annuale di ben 4 miliardi e mezzo di euro. Uno scenario da incubo, raccapricciante che fotografa impietosamente il livello di corruzione continuata ed aggravata per anni ed anni che ha portato la collasso una sanità da terzo mondo, nonostante l'impegno di tanti bravi medici ed operatori della sanità che lavorano con passione e sono anche loro stessi vittime sacrificali di un sistema che raggruppa corruzione, incompetenza, clientelismo, carriere immeritate e tanto, tanto altro in un "Sistema" di illegalità diffusa ed ambientale che nella gestione della sanità ritrova il suo forziere più prezioso.Non per nulla vi è chi teorizza che le entrate illegali destinate alla 'ndrangheta e al suo mondo esterno di collusi e corrotti possa addirittura paragonarsi al giro d'affari proveniente dal controllo e del fiorente mercato degli stupefacenti. Un mondo tutto da esplorare sul piano giudiziario. Chissà se l'indagine del Procuratore Gratteri potrà aprire una breccia su un mondo finora impunito, cuore del "Sistema".
Redazione

“Ho dovuto assumere delle decisioni importanti, quando, cogliendo il grido di dolore dei primari direttamente interessati dall’emergenza Covid e dei medici del pronto soccorso, mi sono recato più volte in Ospedale e ho constatato che c’erano delle persone che stavano lì per giorni e giorni senza cure adeguate e senza avere la possibilità di una destinazione in reparto”. Lo ha detto il Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, intervenendo alla seduta della Commissione consiliare sanità, convocata dalla Presidente Maria Teresa De Marco, ed alla quale ha preso parte anche il Presidente dell’Ordine dei Medici Eugenio Corcioni. Nell’apprezzare il contributo importante e prezioso fornito in queste settimane di emergenza tanto dalla Presidente della commissione sanità De Marco, quanto dal Presidente dell’Ordine dei Medici, il Sindaco Occhiuto ha sottolineato che “gli anziani al pronto soccorso chiedevano il mio aiuto. Ho trovato una persona tre volte di seguito senza che venisse trasferita in reparto. Ho avuto la conferma – ha detto ancora il Sindaco - che in questi mesi non si è fatto nulla. Non è vero che i politici hanno delle responsabilità - come sostenuto da qualche consigliere comunale intervenuto in commissione -  Dopo l’affacciarsi della pandemia a febbraio – ha detto ancora Mario Occhiuto – siamo stati tutti colti di sorpresa, ma chi doveva agire e prevenire gli effetti negativi della seconda ondata del contagio, non ha fatto assolutamente nulla”. Occhiuto chiama in causa le responsabilità della lunga gestione commissariale. “Questi signori che per undici anni hanno gestito la sanità in Calabria – dice Occhiuto - non solo non avevano le giuste competenze, ma non sapevano neanche quello che dovevano fare. Non sapevano neanche che il Piano Covid per alcuni versi era stato già fatto da Roma e non lo hanno neanche attuato. Non sono stati realizzati i nuovi posti letto, non è stato assunto nuovo personale sanitario, né sul territorio sono statti realizzati i laboratori per processare i tamponi”. Occhiuto ha poi messo in evidenza l’attivismo del Comune. “Ci siamo riuniti a febbraio e marzo ed ho avanzato ai commissari richieste ufficiali per realizzare i posti letto negli ospedali periferici e per assumere personale. Tra l’altro – ha proseguito Occhiuto – non sono state spese le somme per l’emergenza Covid che dovevano essere utilizzate per adeguare i reparti, acquistare le attrezzature e assumere il personale. Noi – ha detto inoltre il Sindaco - abbiamo fatto tutto quello che potevamo ed anche di più. Per citare il Presidente dell’ordine dei medici Corcioni qui c’è bisogno di braccia e non solo di mura. Ecco perché ho lanciato l’iniziativa dell’Ospedale da campo che è un ospedale militare con tutti i crismi, con tutti i moduli, i laboratori, gli ambulatori, la Tac, la radiologia, e con personale sanitario adeguato che sarà disponibile anche per le vaccinazioni contro l’influenza. Abbiamo avuto dei commissari catapultati in Calabria e la cui unica competenza era l’inettitudine – ha concluso Occhiuto. Invece, all’ospedale di  Reggio Calabria c’è una dirigente di Cosenza nominata commissario, Iole Fantozzi, che ha realizzato 125 posti per malattie infettive e altri 20 posti di terapia intensiva. Noi siamo a sostegno della categoria dei medici. Stanno facendo turni massacranti, lavorando senza sosta anche di notte. Se dell’Ospedale militare non ci sarà bisogno, benissimo, perché vorrà dire che l’emergenza è cessata. Ma noi dobbiamo valutare e prevenire ogni mossa del virus e prepararci anche a scenari diversi”. I lavori della Commissione erano stati introdotti dalla Presidente Maria Teresa De Marco che dopo aver ricordato i dati calabresi sul Covid, aggiornati alla scorsa settimana, con più di 5 mila pazienti domiciliari, di cui circa il 40 per cento sintomatici, e  più o meno 2300 pazienti che vengono seguiti a casa dai medici di base, ha difeso la categoria dei medici. “Veniamo screditati – ha detto - ma senza di noi sarebbe il disastro”. E sull’ospedale da campo: “avremmo avuto la possibilità, data la carenza di personale, di far andare i medici militari a lavorare nelle nostre strutture, che potevano accogliere molti pazienti”. Ed ha citato gli esempi di Lungro e dell’Ospedale di San Marco Argentano “che, localizzato, peraltro, in un punto strategico, potrebbe benissimo – ha detto Maria Teresa De Marco - ospitare i pazienti Covid”. Ed ha ricordato anche la possibilità di utilizzare anche le strutture ospedaliere di Praia, Trebisacce e Mormanno. “Per quanto riguarda l’Ospedale di Cosenza – ha aggiunto - alcuni colleghi mi hanno fotografato la situazione che è questa : 17 pazienti non Covid che aspettano di essere trasferiti nei reparti e oltre 20 Covid che attendono una sistemazione, tutti ammassati uno accanto all’altro sulle barelle. Un altro collega mi ha informato scrivendo che quello di Cosenza viene trasformato interamente in Ospedale Covid, visto che la maggior parte dei reparti vengono chiusi. E’ stata smantellata – mi è stato riferito - persino la terapia intensiva neonatale che era stata inaugurata nel 2018. E pare che 10 giorni fa siano state fatte delle nomine a capo dipartimento chirurgia che non potevano essere fatte perché il commissario era decaduto dall’incarico”. Poi Maria Teresa De Marco ha posto, inoltre l’accento sulla necessità di completare al più presto il Mariano Santo “che – ha detto -  doveva essere il nostro Covid Hospital”. Parla di “gestione assolutamente miope, per non dire dissennata di questi settentrionali che sono venuti nel tentativo di colonizzare e di imporre soluzioni assolutamente inadatte e inadeguate” il Presidente dell’Ordine dei Medici Eugenio Corcioni. “Una gestione – ha aggiunto - che ha portato sostanzialmente all’estrema carenza di risorse, soprattutto di braccia. Questa seconda ondata di pandemia – ha sottolineato ancora Corcioni - è molto seria, ma ancora con numeri teoricamente gestibili. Siamo dai primi di marzo che chiediamo, se possibile, di rafforzare e raddoppiare l’organico della virologia che è centrale per bloccare la diffusione della pandemia perché, stranamente, non è la rianimazione che ci risolve i problemi, ma corregge gli errori, perché quando si finisce in rianimazione è un errore, perché è si parla di ritardo diagnostico e non c’è stato l’isolamento. Dobbiamo accelerare il più possibile e individuare sul territorio la pandemia e i contagi e quindi dobbiamo processare rapidamente i tamponi. Si era detto di addestrare del personale, perché il personale non si inventa. Sembra che il 19 – ha aggiunto Corcioni – si riusciranno a fare i primi tamponi a Rossano ma se non riusciamo a raddoppiare o triplicare la possibilità di processare i tamponi, ogni sforzo sarà vano. Siamo in grandi difficoltà – ha precisato ancora il Presidente dell’ordine dei medici - e i medici, gli infermieri e gli Oss  lo sono più di tutti, perché sono stati sciaguratamente ridotti di numero in conseguenza del fatto che sono state disattivate convenzioni che erano pronte con altro personale. Non si può sguarnire un pronto soccorso con otto persone facendo fare i miracoli a questi colleghi. Per fortuna che si è pensato di assumere con meccanismi semplici almeno 20 medici. Si diceva che non ci sarebbero state domande. Mi risulta invece che diverse decine di colleghi, anche in pensione, hanno proposto la loro disponibilità a rientrare. Sono d’accordo con la dottoressa De Marco quando dice che sarebbe molto meglio poter utilizzare le nostre strutture murarie per fare nuovi reparti, però anche lì noi abbiamo il grande problema delle braccia. Presumo che l’esercito per l’Ospedale da campo in allestimento a Cosenza abbia figure professionali in quantità per poterci dare una mano. Ma anche lì ci vuole qualcuno – ha aggiunto Corcioni -che diriga e coordini e che si prenda la responsabilità delle cose che dice”. Corcioni esprime contrarietà ad ogni forma di commissariamento della sanità. “Ci siamo sempre espressi, ed io per primo, con i vari Presidenti dell’Ordine delle altre province contro il sistema del commissariamento e contro il progetto di un uomo solo al comando, con poteri illimitati. Tra l’altro il decreto Calabria, se viene confermato nel testo che conosciamo, darebbe un potere assolutamente sconfinato al commissario, addirittura consentirebbe di nominare i direttori generali di tutte le aziende sanitarie anche rispettando la legge. Speriamo che il modello del commissariamento, che non ci piace, si possa correggere con una task force di operatori sanitari che lavorano in Calabria e che diano garanzia di intelligenza, di competenza e di terzietà, in modo tale da produrre effetti immediati”. E prima di concludere Corcioni invoca investimenti. “Se non facciamo questo non riusciremo a risparmiare mai e non riusciremo ad ottenere nessun risultato”. Investimenti su cosa? “Non tanto sulle strutture – dice Corcioni – ma, anzitutto, sul personale che è l’emergenza più acuta. Poi dobbiamo correggere le disfunzioni: anzitutto costruendo una vera, potente e indipendente rete territoriale. Noi potremmo, nell’autonomia regionale, riorganizzare le cose come erano organizzate prima, cioè con dei concorsi seri. Senza rete territoriale la prevenzione non si potrà mai fare. Speriamo, infine, che, per quanto riguarda l’emergenza, si possano riprendere le redini del tracciamento, altrimenti non riusciremo a bloccare questa infezione ed è fondamentale”.

Redazione

 

 

 

     

 

 

La Calabria è una terra difficile e la nomina di commissario ad acta per la sanità è una poltrona che scotta. Una poltrona che non ha portato fortuna a nessuno di coloro i quali l'hanno utilizzata. Com quella di Presidente della Regione. Tutti i Presidenti della Regione dopo aver espletato tale ruolo politicamente hanno spento la loro luce. Da Scopelliti a Mario Oliverio, tanto per citarne alcuni. Tutto è maledettamente difficile in Calabria. Ed ancora deve iniziare il tandem tanto strombazzato dai media locali e regionali che già lo stesso tandem, Strada - Gaudio, è stato clamorosamente smentito da Gino Strada. Infatti in un posto della sua pagina facebook Gino Strada ha affermato "Apprendo dai media che ci sarebbe un tandem Gaudio-Strada a guidare la sanità in Calabria. Questo tandem semplicemente non esiste. Ribadisco di aver dato al presidente del Consiglio la mia disponibilità a dare una mano in Calabria, ma dobbiamo ancora definire per che cosa e in quali termini. Sono abituato a comunicare quando faccio le cose - a volte anche dopo averle fatte - quindi mi trovo a disagio in una situazione in cui si parla di qualcosa ancora da definire. Ringrazio il Governo per la fiducia e rinnovo la disponibilità a discutere di un possibile coinvolgimento mio e di Emergency su progetti concreti per l’emergenza sanitaria che siano di aiuto ai cittadini calabresi". quindi ancora tutto da definire per Gino Strada. E non basta. Anche in relazione alla nomina di Eugenio Gaudio in tanti quotidiani anche nazionali hanno posto in evidenza l'indagine che lo coinvolge rispetto ad un presunto concorso truccato tenuto a Catania. Si tratta solo di un coinvolgimento in una indagine nella quale non vi è neanche una richiesta di rinvio a giudizio e per la quale gli stessi avvocati dell'ex Rettore si dicono fiduciosi nell'attendere l'archiviazione. Ma già questo basta per scatenare una campagna stampa. Una poltrona che brucia, da sempre.
Redazione

Le nomine effettuate dalla Presidenza del Consiglio al termine della riunione del Consiglio dei Ministri per la sanità calabrese, quella dell'ex rettore del La Sapienza, Eugenio Gaudio, e del noto medico delle onlus, Gino Strada, hanno destato entusiasmo e speranza. A dichiararsi compiaciuta e fiduciosa su tali nomine la già deputata Stefania Covello di Italia Viva. "Finalmente dopo la notte buia cominciamo a intravedere la luce alla fine del tunnel. La nomina di Eugenio Gaudio e di Gino Strada quali commissari delegati per la gestione dell'emergenza sanitaria in Calabria da parte del Governo e' un raggio di sole. Un calabrese importante - afferma Stefania Covello - con un curriculum in campo medico e accademico di primo piano a livello internazionale, e il campione delle emergenze sanitarie nei luoghi piu' difficili della terra. Due uomini di specchiata onesta' e liberi da condizionamenti. Con loro la politica dovra' fare necessariamente un passo indietro perche' non ammetteranno intromissioni di alcun genere ne' ingerenze inopportune". "Ognuno nel proprio ambito dovra' supportarli al massimo e rendere piu' agevole un compito immenso - conclude Stefania Covello -  che siamo pero' certi Eugenio Gaudio e Gino Strada sapranno svolgere al meglio nell'interesse esclusivo della salute dei calabresi Sono certa che faranno un ottimo lavoro. Calabria,forza!".

Redazione

La nomina dell'ex Magnifico Rettore de "La Sapienza",Eugenio Gaudio,  Rettore fino a pochi giorni fa, nel ruolo di Commissario ad acta per la sanità in Calabria è stata fortemente voluta dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Anche gran parte del Pd ha caldeggiato il nome dell'ex Magnifico Rettore che può vantare un curriculum scientifico di grande valenza. Non ha sortito gli effetti sperati la sponsorizzazione di Matteo Renzi per la nomina di Gino Strada e non è stata neanche presa nella benché minima considerazione la proposta fatta al Governo dal Presidente facenti funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che aveva indicato il nome di Francesco Bevere, attuale direttore generale del dipartimento salute della Regione. Eugenio Gaudio, 64 anni, nato a Cosenza,  è stato Rettore della Sapienza dal 1° novembre 2014 sino all'elezione nei giorni scorsi della nuova Rettrice de "La Sapienza", la prima donna dalla nascita della prestigiosa Università, Antonella Polimeni, anch'essa di origini calabresi. Del suo sterminato curriculum ne pubblichiamo solo una piccola parte. Dal 20 aprile 2020 è Consigliere del Ministro dell'Università e della Ricerca per la formazione nell'area sanitaria e per i rapporti con il Servizio sanitario nazionale. Da ottobre 2019 a marzo 2020 è stato Presidente di Civis - A European Civic University, la nuova università europea che riunisce quasi 400.000 studenti e 55.000 tra docenti e personale tecnico amministrativo. È autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche, la gran parte delle quali edite sulle più importanti riviste internazionali del settore, su temi di Epatologia sperimentale e clinica e di Microcircolazione degli organi. È autore di 12 libri di testo e atlanti di Anatomia umana per gli studenti dei Corsi di laurea in Medicina e chirurgia; è membro dell’Editorial Board delle riviste internazionali Hepatology, Digestive & Liver Disease, World Journal of Gastroenterology. È reviewer per le riviste internazionali Anatomical Record, J Anatomy, Gastroenterology, American Journal Physiology, J Clinical investigation, Am J Pathology; è membro dell’International Advisory Board del “The Netter Collection of Medical Illustrations”; è direttore della collana “Netter Atlante di Anatomia, Fisiopatologia e Clinica”. È titolare di un brevetto internazionale del 2011 dal titolo “Multipotent Stem Cells from the Extrahepatic Biliary Tree and Methods of Isolating Same” e di un brevetto del 2014 dal titolo “Method of Treating Pancreatic and Liver Conditions by Endoscopic-Mediated (or Laparoscopic-Mediated) Transplantation of Stem Cells into/onto Bile Duct Walls of Particular Regions of the Biliary Tree”. Numerosi i riconoscimenti ricevuti, tra cui il titolo di Socio onorario dell'Accademia delle Scienze di Bologna, di membro della.European Academy of Sciences and Arts e di Professore onorario della Moscow State University of Medicine and Dentistry, la medaglia d'oro "Al Merito della Sanità Pubblica" e il titolo di Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana".
Redazione
 

Editoriale del Direttore