Header Blog Banner (2)

"Mi pare che, al netto di Fratelli d'Italia e della Federazione Riformista, i partiti politici non abbiano detto nulla sullo scioglimento per mafia del comune di quella città che era considerata la città più importante della Calabria, Rende".

Lo afferma l'on. Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di FdI alla Camera.

"Forse è anche normale - afferma Antoniozzi- perché tranne Fratelli d'Italia e Cinquestelle tutti gli altri partiti hanno partecipato alla gestione amministrativa di Rende ma evitare di fare un'analisi è stato ed è un grave errore.

"Lo è per quanti vogliono la città unica, sulla quale ovviamente sono d'accordo - aggiunge Antoniozzi - e per quanti pensano che intervenire politicamente su un fatto cosi rilevante significhi dare ragione ai pubblici ministeri: un errore strategico, poiché il giudizio politico deve essere nettamente separato da quello giudiziario".

"Rende è stata una grande città - continua Antoniozzi - grazie soprattutto alla famiglia Principe, che politicamente è lontana da me. Cecchino è stato un grandissimo politico e lo è anche Sandro, amministratore di alto livello e portatore di una cultura riformista della quale l'Italia sente la mancanza".

"Vedo che l'Unical cresce grazie a una lunga lungimiranza - dice Antoniozzi - e questo mi rallegra, ma è triste pensare che il comune sia stato sciolto per un gravissimo motivo.

C'è un dato oggettivo che è l'assenza di personale politico attrezzato un pò dappertutto e c'è una prudenza che invece nasconde una pruderia o, nel migliore dei casi, l'incapacità di leggere con spirito critico i risultati di un'azione amministrativa, quella a guida Manna, che io giudico negativamente sempre e solo sul piano politico e mai su quello giudiziario".

"Mi pare che si noti il silenzio del Pd - prosegue Antoniozzi - che ha avuto responsabilità politiche in questa esperienza amministrativa che ha visto addirittura coinvolti esponenti della sinistra radicale e reduci di Potere Operaio: francamente una marmellata senza senso che non avrebbe potuto reggere sul piano politico".

"Se vogliamo realizzare una grande città unica - conclude il vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Alfredo Antoniozzi - non possiamo rimuovere il fatto che il comune di Rende resterà sospeso almeno sino a dicembre del 2024, con la possibilità di procrastinare il commissariamento sino al giugno 2025 e per una motivazione che, pur nell'assoluta giustezza di motivazioni mai impugnate da nessuno, è una ferita per la comunità rendese.

Non siamo professionisti dell'antimafia e io che pure siedo in commissione antimafia non faccio politica con le inchieste giudiziarie.

Come esponente del centrodestra sono disponibile a un confronto con tutti e mi auguro che la mia coalizione, in previsione della città unica, sappia mettere in gioco una compagine politica e su questo noi di FdI non transigeremo, perchè il civismo è stato sepolto e Rende ne è una testimonianza concreta".

Redazione

La nomina di Nicola Gratteri voluta dal Csm a Procuratore Capo di Napoli non poteva non suscitare interesse a livello nazionale e numerose dichiarazioni di rappresentati politici ed istituzionali. Anche il vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, l'On. Alfredo Antoniozzi, ha inteso rivolgere i suoi apprezzamenti sulla prestigiosa nomina del Dott. Nicola Gratteri. 

"Rivolgo i miei più sinceri auguri di buon lavoro a Nicola Gratteri che assume le funzioni di procuratore della Repubblica dì Napoli, una straordinaria e difficile città che ha bisogno certamente di una magistratura inquirente forte.

Lo afferma l'on Alfredo Antoniozzi vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.

"Come calabrese e come componente della commissione antimafia lo ringrazio per il lavoro fatto in Calabria - dice Antoniozzi - teso a scardinare la criminalità organizzata.

La magistratura inquirente non è infallibile - aggiunge Antoniozzi - e ha sempre bisogno di una magistratura giudicante che valuti con terzietà ogni cosa, per coniugare le esigenze di garantismo e ovviamente di perseguimento dei reati".

"Mi auguro che a Catanzaro venga un procuratore degno del predecessore e mi auguro che anche a Cosenza, tra qualche mese, quando l'attuale procuratore andrà in congedo ( Il 24 marzo 2024 il Procuratore Capo Mario Spagnuolo raggiungerà i 70 anni n.d.r.) possa arrivare un magistrato in grado di lavorare bene in un territorio che non è facile.

Non è solo la mafia il nostro nemico - conclude Antoniozzi - ma anche quella illegalità bianca che offende tanti cittadini onesti a vantaggio di altri delinquenti".

Redazione


L'intervista del Direttore di Affaritaliani.it , Angelo maria Perrino, a Luigi Bisignani a "La Piazza 2023"

a cura del giornalista Gabriele Penna

Governo, perchè a Meloni conviene andare a elezioni anticipate. Parla Luigi Bisignani

Elezioni anticipate e governo da rifare. Con Fratelli d’Italia che aumenta i suoi consensi e dimezza gli alleati. Luigi Bisignani, profondo conoscitore dei palazzi, un "manager del potere nascosto", come si legge in Rete (anche se lui non si riconosce in questa definizione), è convinto che alla fine andrà così. Interpellato da affaritaliani.it, Bisignani ha spiegato lo “stato delle cose” all’interno dell’esecutivo e il malessere che corre nei Palazzi del Potere nei confronti della premier Giorgia Meloni allargando il discorso iniziato a La Piazza di Ceglie Messapica, la kermesse organizzata dal direttore Angelo Maria Perrino. Bisignani, tornato primo nelle vendite Amazon con il libro “I potenti al tempo di Giorgia” (Chiarelettere, 224 pp, 16 euro) individua la primavera del 2024 come possibile momento di rottura con gli alleati di governo.


A La Piazza di affaritaliani.it ha detto che a Meloni conviene andare alle elezioni anticipate, ci spieghi meglio

“Ha il governo impallato. Se Meloni non trova nuovo smalto si sfilaccia tutto il rapporto con i suoi ministri. Fare un rimpasto è sempre complicato. La premier ancora ha un grandissimo consenso nel Paese, ma un consenso sempre minore nel Palazzo, che significa tra i partiti, tra i centri di potere, le banche, il Consiglio di Stato, l’Avvocatura dello Stato. Quindi lei per utilizzare questa grande onda che ha nel Paese non può che andare a elezioni anticipate se no rischia di fare la fine di Renzi e di tutti quelli che, per campare un giorno in più, poi vengono travolti”.
 
Luigi Bisignani con il suo libro, primo nelle vendite Amazon
 

E come si arriva a questo punto?

“Lei può rompere sul premierato, sulla Giustizia, sul Pnrr. Le occasioni per rompere una maggioranza sono tantissime”.

E poi?

“Va al Quirinale e si dimette. Senza di lei non ci può essere nessun tipo di maggioranza”.

E Mattarella scioglie le Camere?

“Assolutamente sì. Non può fare un altro governo tecnico”.

Meloni non si presta ad altre maggioranze?

“No”.

È possibile che accada prima delle prossime Europee per poi accorpare Politiche ed elezioni comunitarie?

“Assolutamente sì”.

Com’è il rapporto di Meloni coi suoi ministri?

“Lei ha esautorato il ministro della Difesa (a Guido Crosetto non ha dato la solidarietà sul caso Vannacci), i due vicepremier con il provvedimento sulle Banche non avvisandoli (Matteo Salvini e Antonio Tajani ndr), il ministro degli Interni (Matteo Piantedosi ndr), inserendo il tema dell’immigrazione nel comitato interministeriale presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che non può avere anche questo tipo di responsabilità e il ministro dell’Economia (Giancarlo Giorgetti ndr) che non è stato presente alla conferenza sugli extraprofitti alle banche. Per cui se un presidente del Consiglio sbugiarda i suoi cinque ministri più importanti è chiaro che qualcosa non funziona”.

Solo Meloni ha interesse ad andare a elezioni anticipate?

“Sì. So che è preoccupatissima dal sondaggio che ha fatto Ghisleri dove perde tre punti. Un altro sintomo è aver messo la sorella a capo del partito per fare le liste”.

Un segnale di debolezza?

“Un segnale di debolezza e di arroganza. E ha risvegliato tutta la parte più di destra del partito a cui non piace perdere di vista i veri valori di Fratelli d’Italia”.

Il 25% preso l’anno scorso FdI riuscirebbe a mantenerlo?

“Prenderebbe molto di più. Se lei va a votare nei prossimi 4-5 mesi ha un consenso nel Paese pazzesco anche se non corrisponde a quello del Palazzo. E alla lunga il dissenso nel Palazzo trova forma anche nel Paese”.

C’è chi dice che Draghi è pronto a tornare…

“Non credo. Mattarella deve stare molto attento perché è stato eletto da un Parlamento vecchio e c’è sempre la clava del premierato e delle riforme istituzionali”.

Non forzerebbe la mano, quindi?

“Figuriamoci. È un vecchio democristiano. E tra l’altro prende nei denti il Pd che si sta ancora organizzando e anche Renzi, essendo il più intelligente di tutti, se ha più tempo per costruire il Centro alla fine lo costruisce davvero, per cui non credo che molti di quelli che stanno in FdI possano continuare ad appoggiare Meloni che fa tutto e solo lei, rischia di avere anche una fronda a destra, parlo dei Rampelli e degli Alemanno”.

C’è anche chi fa il nome del commissario europeo Gentiloni con cui Fitto ha un ottimo rapporto, o è fantapolitica?

“No, penso più a un governo Crosetto, Piantedosi o Giorgetti. Un governo di transizione per andare alle elezioni. Lei comunque se ne è accorta (del malessere nel governo ndr) perché quando dice bisogna ‘prendere spunto dalla Formula 1 e accelerare’ si è resa conto anche che deve rilanciare un dialogo con i ministri. Non è che li può trattare tutti a pesci in faccia anche perché la Costituzione dice che la presidente del Consiglio è primus inter pares”.

Ha fatto bene o ha fatto male a non andare a Cernobbio?

“Cernobbio ormai è una passerella stanca e inutile, figlia della Prima Repubblica, di un mondo che non esiste più, anzi, non riesco a capire come riesca a reggere ancora”.

È più importante la presenza al Gran premio di Monza?

“Assolutamente sì. Ma se proprio doveva andare da qualche parte, tolta ‘La Piazza’ di affaritaliani.it a Ceglie Messapica che mi è sembrato uno sgarbo non esserci, doveva andare a DigithOn che è l’unico evento veramente innovativo che c’è in Italia. Se fossi stato Meloni ci sarei andato facendo un bel discorso sull’intelligenza artificiale in quello che è l’unico posto in Italia dove le start up hanno un ruolo”.

L'INTERVISTA DEL DIRETTORE DI AFFARITALIANI.IT ANGELO MARIA PERRINO A LUIGI BISIGNANI A LA PIAZZA 2023
 
 
a cura del giornalista Gabriel Penna
 
Fonte: "affaritaliani.it" del 4 settembre 2023

Editoriale del Direttore