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Ci avviamo ad essere sempre più una società di anziani con più malattie e con sempre maggiore necessità di assistenza. E' aumentata l'aspettativa di vita e l'età media ma non è aumentata parimenti la qualità della vita dell'anziano. Sopravvive più a lungo ma vive con tante malattie e con sempre maggiore bisogno di sanità efficiente. A tale situazione per tanti e tanti motivi legati soprattutto alla gestione della sanità da parte della politica con un fine clientelare e di potere e non per la tutela del malato e del cittadino si abbina un livello della sanità calabrese e cosentina sempre più basso, sempre meno efficiente. La forte riduzione del personale, le piante organiche sempre più vacanti e l'impossibilità per i degenti di avere il conforto e l'assistenza dei familiari per il Covid-19 ha reso oggi la degenza ospedaliera un vero e proprio Inferno. Per non parlare del Pronto Soccorso di Cosenza che nonostante sia l'unico punto di soccorso per una vastissima platea di almeno 250.000 utenti considerata la chiusura di tanti piccoli ospedali di provincia vive la sua precarietà infinita ed il suo sottodimensionamento con poco personale. Una piaga sulla quale sono stati versati fiumi e fiumi d'inchiostro e sulla quale ogni politico di qualsiasi colore ha sempre promesso mari e monti per poi, nei fatti, non fare nulla di nulla, come al solito. In tale contesto è sempre più urgente riaprire il dibattito e cercare di sollecitare l'opinione pubblica e la cittadinanza sulla necessità ormai inderogabile di costruire il nuovo Ospedale di Cosenza che sia in grado di dare risposte concrete e reali. Con i fondi della Comunità Europea si può fare. Tanti i progetti, tante le discussioni, tante le proposte ma finora non si è neanche deciso dove possa sorgere il nuovo Ospedale. Discussioni infinite che non possono rimanere più tali. E' necessario che si passi ai fatti. E su tale esigenza è forse opportuno che possano nascere iniziative popolari, dal basso, per sollecitare la politica e tutti coloro i quali hanno a cuore il bene più importante della cittadinanza e dell'individuo, il sacrosanto diritto alla salute.
Redazione


Oramai le nomine in quota Lega in Calabria non si contano più. La commissaria dell'Asp di Cosenza, la Commissaria dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, solo per citarne alcune, e, per ultima, ma solo in termini temporali perchè tante altre sono in arrivo è quella del vertice della Sorical al quale è stato destinato l'avvocato Cataldo Calabretta , caro amico di Salvini e legato anche all'ex fiamma del "Capitamo", la Isoardi. Calabretta, prende quindi il posto di Incarnato alla guida della  Società Risorse Idriche Calabresi s.p.a. (So.Ri.Cal), società mista a prevalente capitale pubblico regionale (il 53,5% appartiene alla Regione Calabria; il 46,5% Acque di Calabria s.p.a. che è controllata dalla Multinazionale Veolia) a cui è stata affidata la gestione, il completamento, l’ammoderrnamento e l’ampliamento degli schemi idrici di grande adduzione, accumulo e potabilizzazione trasferiti alla Regione Calabria dalla disciolta Cassa per il Mezzogiorno ex art. 6 L. n. 183/1976. Sorical è anche chiamata a monitorare lo svolgimento del servizio idropotabile all’ingrosso in favore di tutti i comuni calabresi. Il nome di Cataldo Calabretta, nativo di Cirò, che da anni vive a Roma, avvocato e professore universitario di Cirò,  era circolato anche come possibile candidato alla Presidenza della Regione in quota Lega, ma poi è passato il nome dell'esponente di primo piano di Forza Italia, Jole Santelli, con l'accordo con Salvini di far radicare fortemente la Lega con nomine su nomine. E la Governatrice Jole Santelli, rispettando il patto preso qualche mese prima delle elezioni in gran segreto, ha mantenuto l'impegno preso e non muove foglia senza il consenso di Matteo Salvini che oggi è il "vero" padrone della Calabria. Sono lontanissimi i tempi di quando, aderendo alla Lega in Calabria, si subivano offese ed umiliazioni da parte di tutti, anche di coloro i quali oggi, per il potere, è diventato leghista. Questo è l'animo umano, con il potere tutto cambia e anche il più acceso meridionalista può divenire di colpo, un fans sfegatato del "Capitano". L'importante è conquistare le "poltrone". E tante altre ancora saranno le nomine leghiste affidate sempre a calabresi che vivono fuori dalla Calabria, amici di Matteo o a bergamaschi o nordici disponibili a venire in Calabria a "comandare" in nome del "Capitano".

Redazione
 

“La scorta la devono avere i magistrati, gli esponenti delle istituzioni  particolarmente esposti, i giornalisti  in pericolo . Io non l ho mai voluta perché la tutela è incompatibile con il mio modo di fare giornalismo. Basta guardare uno dei miei reportage per rendersene conto  . Su questo  scrissi  più volte al prefetto dottor Michele Di Bari e al questore dottor Raffaele Grassi  nel 2017 – e le mie lettere sono  agli atti -  spiegando perche preferivo non avere alcuna forma di tutela.  Per uno come me che si presenta dai capi mafia per intervistarli   la scorta è incompatibile . Ma mi ci vede bussare da Molinetti o Polimeni o un Zagaria  o dagli Inzerillo di Palermo  con la scorta  solo per citare alcuni dei tanti che ho incontrato  ? Farei ridere i polli, perderei ogni credibilità  E poi non sono il tipo di giornalista che ama piagnucolare : la morte purtroppo, e sottolineo purtroppo,  può far parte del mio  lavoro ne sono consapevole ;  altrimenti  nella vita mi sarei occupato di cosmetici o di calcio . Paura? certo che ho paura,  ma è il mio lavoro e devo conviverci  . “ Lo ha dichiarato Klaus Davi candidato sindaco di Reggio Calabria in una video intervista parlando della sua attività giornalistica  . “Ho molta più paura di girare a Milano che a Reggio Calabria o San Luca o Catania o Napoli  , l’ho sempre detto anche da Paolo Liguori durante la  nostra trasmissione “I fuorilegge” . A pochi metri da casa mia, Milano centro,  c’è stata una tentata esecuzione di mafia . L’obiettivo era il narcos Enzo  Anghinelli legato alla Ndrangheta e alla mafia balcanica . Pochi metri da casa mia,  nella Milano  cosiddetta chic  e ancora parliamo di sud  mafioso! . A Reggio e San Luca giro da solo, ormai da cinque anni e non mi è mai successo nulla. Sono andato da tutti i capi mafia sempre da solo. Non mi è successo nulla.  Le mafie si sono trasferite al nord.“ “Spesso in Calabria mi dicono “come mai cammini da solo Klaus?” “Perché qui sono al sicuro” rispondo.

Redazione

Il 4 marzo 2018, sembra passato un secolo, ma sono passati in realtà due anni e sei mesi e siamo quindi a metà legislatura, il Movimento 5 Stelle che a livello nazionale toccava quota 32,7% in Calabria raggiungeva una cifra enorme con il 43,4% dei consensi elettorali. Un voto plebiscitario che ha consentito addirittura l'elezione di ben 19 parlamentari, 11 deputati e otto senatori. Una truppa enorme. Un vero e proprio cataclisma politico. Un segnale, quello del voto calabrese, che affidò al Movimento 5 Stelle quel voto di protesta che si scagliava fortemente contro la politica e la casta. Oggi si è giunti a metà legislatura ed è anche giusto cercare di tracciare un bilancio. Non è esagerato definirlo non solo fallimentare ma addirittura catastrofico. Una grande opportunità di cambiamento completamente vanificato, totalmente umiliata. Oggi i sondaggi affidano al Movimento grillino un misero 15,8%, meno della metà del consenso avuto nel 2018 ed in Calabria addirittura ci si attesta al 17 - 18% che nei confronti del 43,4% e ben misera cosa. Moltissimi parlamentari pentastellati calabresi ritornerà a casa alle mansioni che avevano in precedenza e del loro passaggio nessuno ricorderà nulla. Se dovesse passare il Referendum che riduce il numero dei parlamentari è probabile che ne ritorneranno negli amati Palazzi del potere non più di due o tre. Un risultato straordinariamente nullo nonostante il Movimento 5 Stelle sia al Governo prima con la Lega ed oggi con il Pd. Nulla è stato fatto per la Calabria che nei palazzi romani conta meno di zero. In nessuna legislatura la Calabria è stata così assente, così fatiscente. Una prima boa della metà legislatura che se boccia completamente la foltissima deputazione grillina della quale i calabresi non sanno neanche i nomi tranne di un paio di essi non premia gli altri deputati non grillini. Una pagina buia per la Calabria. Una pagina da cancellare. Sono lontani i tempi dei Ministri Mancini e Misasi, dei Ministri Casalinuovo e dei tanti rappresentanti di governo calabresi della Prima Repubblica. Oggi la Calabria è abbandonata a se stessa con rappresentanti politici senza storia e senza alcuna autorevolezza che a Roma non contano praticamente nulla di nulla. Poveri calabresi. Anche il voto di protesta dato nel 2018 ai grillini con la speranza di un cambiamento si è tramutato in una grande delusione. Almeno in questa prima metà della legislatura. Si spera che qualcosa possa cambiare nella seconda metà e che la nutrita flotta di parlamentari grillini eletti in Calabria possano uscire dal letargo e cominciare a fare qualcosa di concreto per la loro terra che li ha eletti votando il simbolo a 5 Stelle.

Redazione

Il tempo cambia tutto. Ed oggi dopo una lunga epoca di politica scritta al maschile è il momento del gentil sesso. Alfiere di tale cambiamento la Governatrice Jole Santelli, la prima donna al Governo della Calabria dopo 50 anni di vita dell'Ente Regione. E la stessa Santelli ha voluto fortemente la candidatura di Rosaria Succurro, assessore comunale nella giunta Occhiuto nella quale la stessa Santelli ha ricoperto in passato il ruolo di vicesindaco, a candidata Sindaco per il centrodestra l Comune di San Giovanni in Fiore. Del resto in più occasioni la stessa Governatrice che è anche coordinatrice regionale di Forza Italia ha auspicato per Cosenza un Sindaco donna. E fra i vari nomi al femminile che circolano negli ambienti politici vi è anche quello di un ritorno. Il nome è quello di Eva Catizone che è stata già Sindaco di Cosenza, eletta nel 2002 sulla scia della designazione voluta dal compianto On. Giacomo Mancini. Sono trascorsi tanti anni da allora ed oggi il quadro politico cittadino è radicalmente diverso. Ma l'esperienza vissuta oltre al buon rapporto di Eva Catizone con la Governatrice Santelli che ha nominato la stessa Catizone nel suo staff alla Regione, giocano a vantaggio dell'ex sindaco di Cosenza. Donna, esperienza politica pregressa, fidata della Governatrice, tutti fattori che giocano a favore della stessa Eva Catizone, che potrebbe essere della partita. Una partita che si annuncia, comunque, difficilissima con tantissimi candidati a sindaco e con tantissime liste in uno scenario non semplice da disegnare, dopo due consiliature a guida Mario Occhiuto. Ancora è troppo presto per definire possibili scenari, mancano ben nove mesi dall'appuntamento elettorale, ma certamente dopo la fine dell'estate inizieranno le grandi manovre per la conquista della città dei Bruzi e per le elezioni del 2021.

Redazione

Il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato a Reggio Calabria per presentare il suo candidato a sindaco, Minicuci, candidato leghista collegato con ben dieci liste. Notoriamente la lotta alla 'ndrangheta non è mai stato il pezzo forte dell'impegno dell Lega in Calabria e su questo campo il candidato a sindaco Klaus Davi, noto giornalista e mass - mediologo, ha inteso lanciare un guanto di sfida al segretario leghista. "Caro Matteo, ti invito a venire con me a citofonare ai boss della 'ndrangheta. Io lo faccio da cinque anni in queste terre. Non fosse stato per me e con l'aiuto prezioso di Alberto Micelotta per molti anni un soggetto come Luigi Molinetti, tenuto scandalosamente in libertà incomprensibilmente dallo Stato Italiano per 13 lunghi anni e ancora non sappiamo il vero motivo, non sarebbe in galera. Qualcuno, come il pentito Antonio Cuzzola, dice perché protetto dai servizi segreti. Povera Italia. Ma l'elenco è molto lungo: Mimmo Foti, Michele Labate. Vincenzo Pesce, Mommino Piromalli, Antonio Piromalli, Rocco Anello, Orazio De Stefano, Carmine De Stefano, Domenico Tegano, i Lo buono, i Nirta, gli Strangio, i Vottari, i Paviglianiti e tanti altri. Sai perché sarebbe importante? Perché questa gente  ha ucciso l'economia in questa città, ha ammorbato il commercio, ha strangolato gli artigiani". "L'ultimo che ho visitato - conclude Klaus Davi - è Paolo Polimeni (altro mistero dello Stato italico... la sua libertà) detto “Lucifero”. Ora mi aspetto che tu venga con me e che mi supporti in questa battaglia per la quale non ci sono steccati politici. Lascia stare gli “sfigati” e vieni da chi conta veramente". Inutile sottolineare che quasi certamente il leader della Lega ignorerà l'invito rivoltogli da Klaus Davi, facendo finta di nulla.

Redazione

La Lega di Matteo Salvini in Calabria manifesta negli ultimi tempi segnali di nervosismo. Nei giorni scorsi ha attaccato duramente e con sacrosanta ragione la riconferma di Bruno Maiolo a Direttore Generale dell'Arsac , dove era stato voluto dall'ex Governatore Mario Oliverio e notoriamente vicino all'esponente del Pd. Inoltre non ha digerito che gran parte dello staff della Governatrice Jole Santelli sia composto da ex oliveriani di sinistra. Ora sembra che il Carroccio abbia gli occhi puntati sull'Azienda  Ospedaliera di Cosenza, dove i rumors di corridoio accennano di possibili sostituzioni dell'attuale Commissario, la bergamasca Giuseppina Panizzoli, che sembra essere molto vicina al suo compaesano, il bergamasco segretario regionale della Lega in Calabria, il deputato Cristian Invernizzi, un tempo bossiano di ferro e acceso antimeridionalista, oggi convertito ad una visione più benevola verso i meridionali. Una eventualità del genere potrebbe condurre ad un ulteriore inasprimento di rapporti con la Governatrice Jole Santelli, che è divenuta Governatrice solo e soltanto perchè la Lega si oppose con immane durezza alla candidatura a Governatore del Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, e potrebbe generare esiti politici al momento imprevedibili. La Lega e la sua base è stanca di constatare che esponenti di sinistra vengano riconfermati o chiamati ad occupare ruoli in un governo di centrodestra. E se dovesse continuare su tale scia alla Governatrice Jole Santelli potrebbero non bastare più i suoi consolidatissimi rapporti romani coltivato in ben 19 anni e quattro legislature da parlamentare.
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