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Il 4 marzo 2018, sembra passato un secolo, ma sono passati in realtà due anni e sei mesi e siamo quindi a metà legislatura, il Movimento 5 Stelle che a livello nazionale toccava quota 32,7% in Calabria raggiungeva una cifra enorme con il 43,4% dei consensi elettorali. Un voto plebiscitario che ha consentito addirittura l'elezione di ben 19 parlamentari, 11 deputati e otto senatori. Una truppa enorme. Un vero e proprio cataclisma politico. Un segnale, quello del voto calabrese, che affidò al Movimento 5 Stelle quel voto di protesta che si scagliava fortemente contro la politica e la casta. Oggi si è giunti a metà legislatura ed è anche giusto cercare di tracciare un bilancio. Non è esagerato definirlo non solo fallimentare ma addirittura catastrofico. Una grande opportunità di cambiamento completamente vanificato, totalmente umiliata. Oggi i sondaggi affidano al Movimento grillino un misero 15,8%, meno della metà del consenso avuto nel 2018 ed in Calabria addirittura ci si attesta al 17 - 18% che nei confronti del 43,4% e ben misera cosa. Moltissimi parlamentari pentastellati calabresi ritornerà a casa alle mansioni che avevano in precedenza e del loro passaggio nessuno ricorderà nulla. Se dovesse passare il Referendum che riduce il numero dei parlamentari è probabile che ne ritorneranno negli amati Palazzi del potere non più di due o tre. Un risultato straordinariamente nullo nonostante il Movimento 5 Stelle sia al Governo prima con la Lega ed oggi con il Pd. Nulla è stato fatto per la Calabria che nei palazzi romani conta meno di zero. In nessuna legislatura la Calabria è stata così assente, così fatiscente. Una prima boa della metà legislatura che se boccia completamente la foltissima deputazione grillina della quale i calabresi non sanno neanche i nomi tranne di un paio di essi non premia gli altri deputati non grillini. Una pagina buia per la Calabria. Una pagina da cancellare. Sono lontani i tempi dei Ministri Mancini e Misasi, dei Ministri Casalinuovo e dei tanti rappresentanti di governo calabresi della Prima Repubblica. Oggi la Calabria è abbandonata a se stessa con rappresentanti politici senza storia e senza alcuna autorevolezza che a Roma non contano praticamente nulla di nulla. Poveri calabresi. Anche il voto di protesta dato nel 2018 ai grillini con la speranza di un cambiamento si è tramutato in una grande delusione. Almeno in questa prima metà della legislatura. Si spera che qualcosa possa cambiare nella seconda metà e che la nutrita flotta di parlamentari grillini eletti in Calabria possano uscire dal letargo e cominciare a fare qualcosa di concreto per la loro terra che li ha eletti votando il simbolo a 5 Stelle.

Redazione

Editoriale del Direttore