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Le recentissime elezioni amministrative hanno delineato un quadro politico che induce alcune riflessioni.

( nella foto in apertura Giuseppe Aieta, Sandro Principe e Roberto Perrotta )

La straordinaria vittoria a Rende dell'On. Sandro Principe con il 58,7% al primo turno, la vittoria elettorale di Roberto Perrotta a Paola e la vittoria di Giuseppe Aieta a Cetraro segnano e delineano una rinnovata fiducia nei confronti di personaggi politici che rappresentano una militanza politica socialista di passione, impegno e coerenza.

Il centrosinistra a livello nazionale se riesce a coagulare quel campo largo che comprende forze centriste e anche riformiste e moderate riesce a battere il centrodestra che governa il Paese e tante Regioni.

Nel Pd dilaniato da molteplici correnti e faide interne lare socialista non è mai riuscita a trovare spazi e mai vi riuscirà.

Ma se dovesse rinascere una area autenticamente socialista e riformista si potrebbero creare le condizioni per delle alleanze vincenti sul piano nazionale.

E la Calabria con la vittoria alle amministrative potrebbe riaprire i giochi per un nuovo vento portatrice dell'orgoglio socialista che merita gli spazi che gli competono.

Tangentopoli risale al 1992, sono trascorsi oramai ben 33 anni. Un tempo lunghissimo.

Gli scenari sono cambiati. La cosiddetta Seconda Repubblica ha dimostrato nei  fatti di essere incredibilmente peggiore della cosiddetta Prima Repubblica quando ancora il valore delle idee, la militanza nei partiti e la cultura politica avevano un loro significato.

Oggi i partiti non sono altro che della proprietà private dei segretari nazionali che decidono i nominati e che comandano su tutto e tutti.

Giorgia Meloni è la padrone fondatrice di Fratelli d'italia, Matteo Salvini è il padrone della Lega che gestisce dal 2013 in termini monarchici e assolutistici e Giuseppe Tajani ha ereditato il comando del partito berlusconiano, Forza Italia, nato e costruito quale partito dell'uomo solo al comando.

Una Seconda Repubblica che non può che far rimpiangere la Prima in coloro i quali, oramai sessantenni e settantenni hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Ma indubbiamente una forza autenticamente riformista e socialista non deve essere una operazione nostalgica di un passato oramai lontanissimo o una riunione di reduci ma deve essere una grande forza innovatrice di giovani e di nuove energie che la Prima Repubblica, per ragioni anagrafiche, non l'hanno mai vissuta o conosciuta.

Ed oggi tale disegno, tale aspirazione, appare possibile mentre negli anni passati il solo pronunciare la parola socialista era un tabù o un termine da evitare.

Anche nel Pd i vecchi Violante, D'Alema, Minniti e compagnia varia con il loro livore antisocialista da puri comunisti non contano più nulla, fanno parte del passato.

Oggi i sindaci socialisti Caruso, Principe, Perrotta e Aieta, potrebbero essere il volano per avvicinare le nuove generazioni perchè di socialismo ve ne è grande necessità, mai come oggi. Di riformismo anche. Un riformismo che ha vinto nella storia ma che in Italia è stato disintegrato.

Ed anche per questo oggi l'Italia è un Paese in declino e privo di vera politica con padri padroni autarchici e autoreferenziali che "nominano" il Parlamento sulla base della fedeltà e della capacità di essere servi e schiavi del padrone.

Un grande sogno, forse una grande utopia, ma senza sogni e senza utopie possono vivere solo i servi e i lacchè, non certamente i veri socialisti e i veri riformisti.

E dalla Calabria si potrebbe tentare di credere in un sogno.

Si può anche perdere o fallire ma è più bello fallire un sogno che essere un servo ed un replicate e del padrone anche se si entra in Parlamento da "nominati".

Del resto in tutte le epoche i sognatori hanno spesso perso. 

Soprattutto in un momento di declino e di incultura come quello che si vive oggi.

Ma il sogno rimane un sogno.

E ne vale sempre la pena crederci.

 

Redazione

 

 


Editoriale del Direttore