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L'annuncio del progetto centrista di Matteo Salvini sempre più intenzionato e deciso di giungere ad una federazione fra la Lega e Forza Italia per costruire le basi per un partito unico che potrebbe chiamarsi "Forza Lega" o "Lega Italia", rischia di ripetere il flop della Casa delle Libertà che costò la carriera politica di Gianfranco Fini e rischia di essere anche un flop elettorale come è sempre stato nella fusione di più partiti.

Il ragionamento è molto semplice con l'unione si rischia l'annessione e si scontenta sui territori i big locali dell'uno e dell'altro partito che nelle periferie si fanno sempre le guerre mentre nella Roma dove si concentra il potere assoluto i Big sono sempre cementati dal potere. Molti votarono la Lega proprio perché stanchi della casta dei professionisti della politica di Forza Italia, con decine di amministratori indagati e sotto inchiesta. Basti pensare alla Calabria. Come si può pensare di mettere insieme Domenico Tallini e Nino Spirlì, tanto per fare un solo esempio, o mettere insieme lo strapotere dell'alleanza fra la famiglia Gentile e la famiglia Occhiuto ed un quadro dirigente della Lega, che, seppur privo di esperienza non è certo manchevole di ambizioni smisurate e di grande voglia di poltrone. Ed i primi effetti di tale errore politico si legge nel sondaggio Ipsos che ripone al primo posto in Italia dopo ben 4 anni il Pd, seguito da Fratelli d'Italia e poi dalla Lega, che cala dal primo al terzo podio ( il Pd al 20,8%, FdI al 20.5% e Lega al 20,1%). E non è solo questo. L'Istituto Sondaggi della Emg-Different er Adn Kronos, ha effettuato un sondaggio su una ipotetica unione di Forza Italia e Lega. Tali sondaggi confermano un calo che raccontano di un calo per i due partiti uniti. La Lega infatti è accreditata del 21,5%, mentre Forza Italia del 7%. La federazione però toglierebbe voti ai due partiti, arrivando solo al 23,8% (-4,7% rispetto alla somma di Lega e Fi). Un vero flop. Ma il prezzo più caro la Lega lo pagherà al Sud dove vi è stato chi ha visto nella Lega una possibilità di cambiamento perdonando tanti anni di furioso antimeridionalismo. La fusione con la casta politica clientelare di Forza Italia è la sconfessione di qualsiasi volontà di cambiamento. A tal punto i voti d'opinione svaniranno. In Calabria nelle passate elezioni la Lega prese circa 95.000 voti, il 12,3%, dei quali circa 30.000 al solo simbolo senza l'indicazione di alcuna preferenza. Un voto d'opinione puro. Difficilmente 30.000 voti d'opinione si ripeteranno e non è detto che il nuovo corso della Lega possa recuperare con il voto di scambio, il voto del potere e l'alleanza sistematica con i professionisti della politica di Forza Italia, un numero certamente trascurabile di voti e molto difficilmente la Lega potrà ripetere il 12,3% del 26 gennaio 2020, nonostante il timone della Regione a guida Spirlì ed i nuovi dirigenti che hanno sostituito senza alcuna coscienza i leghisti della prima ora, che seppur con il loro sbagli, hanno creduto nella Lega quando essere leghisti significava rischiare l'incolumità fisica ed essere derisi da tanti che oggi, folgorati sulla via di Damasco e sulla via del potere, si sono scoperti d'un tratto leghisti e salviniani.
Redazione


Editoriale del Direttore