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La Calabria è da tempo all'attenzione dei mass - media nazionali per la sua sanità disastrata ed anche per le continue inchieste giudiziarie che non fanno altro che confermare la forte infiltrazione delle consorterie criminali nel tessuto sociale calabrese.

Ma nonostante i tanti fattori di crisi, nonostante l'ormai continua e cronica emigrazione giovanile e nonostante il perdurare oramai da decenni delle ultime posizioni in qualsiasi graduatoria in Calabria non cambia mai nulla, tutto rimane statico e, soprattutto, stenta a nascere e decollare un vero fenomeno di cambiamento e di possibile rinascita. Quali sono i motivi che impediscono quello che altrove sarebbe nato da tempo immemore. Le motivazioni si possono rintracciare in una radicatissima cultura clientelare e nell'azione pervasiva e continua dell'illegalità quale modello e sistema di vita necessario per raggiungere le vette delle posizioni sociali e per affermarsi nell'ambito sociale di qualsiasi campo dell'umana attività. Nella sanità, nell'imprenditoria, in politica ed in qualsiasi altro campo è talmente permeato di collusioni, di complicità e di illegalità l'intero sistema sociale per il quale se non si intraprende tale strada si è automaticamente emarginati da tutto. E come è stato possibile tutto ciò. Quali sono stati gli attori sociali che hanno determinato la vittoria assoluta dell'illegalità trasformandola in un sistema di vita. Sono stati soprattutto i centri di potere politico che controllano tutto e tutti. Dagli enti pubblici con le assunzioni e le carriere, con la gestione del territorio con gli appalti e il controllo dell'edilizia, con il controllo dell'imprenditoria finanziando gli amici degli amici e rendendo protagonista assoluta la mafia imprenditrice che negli anni ha annientata l'imprenditoria sana ed onesta che è oramai ridotta al lumicino, con il controllo assoluto della sanità mediante i proventi da destinare alla sanità privata controllata dai centri politici di potere e mediante il controllo delle Asp e delle aziende ospedaliere attraverso le nomine lottizzate delle classi dirigenti. E l'elenco potrebbe continuare all'infinito. Per decenni e decenni tale sistema ha goduto di infiltrazioni nelle Istituzioni, nella magistratura, nelle Forze dell'Ordine ed ovunque. Negli anni è stato costruito un modello non più modificabile che ha annullato la normalità è ha fatto della Calabria una terra dove delinquere è la normalità, dove la certezza della pena è una barzelletta e dove la meritocrazia, i diritti, i doveri, la cittadinanza sono solo parole vuote come vuota e inconsistente è la stessa parola "democrazia". Ed i centri di potere che non corrispondono ai partiti ma a singoli nuclei familiari politici che alimentano il loro potere clientelare con gli stessi metodi con i quali i boss delle famiglie di 'ndrangheta controllano ed alimentano i loro affiliati sono eternamente al potere cambiando partiti all'occorrenza e seguendo il vento del potere. In un simile contesto la follia e l'isolamento di chi crede nei valori della giustizia è sempre più evidente e sempre più opprimente. Una terra consegnata alle mafie, non solo alla 'ndrangheta, ma alle mafie dei colletti bianchi, dei poteri dominanti, delle lobby impossibili da scalfire. Una terra dove anche alimentare la speranza di un cambiamento di una nuova primavera è sempre e maledettamente più difficile.

Redazione

Editoriale del Direttore