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"A nome dell'Osservatorio delle Nuove Povertà, e con la voce di tutte le associazioni, dei volontari e degli aderenti che ogni giorno lottano al nostro fianco, desidero esprimere la nostra più profonda solidarietà e lanciare un accorato appello riguardo alla situazione drammatica che sta vivendo la nostra comunità".

( nella foto in apertura Antonio Belmonte nel mentre di un incontro sul tema delle nuove povertà )

In tal modo esordisce l'accorato appello di Antonio Belmonte, Direttore Regionale dell'Osservatorio delle Nuove Povertà.

"Non è passato molto tempo da quando denunciavamo a gran voce la chiusura e poi la riapertura del Banco Alimentare di Montalto Uffugo, un colpo per centinaia di famiglie già stremate dalla povertà.

Oggi, purtroppo, siamo qui ad agire insieme per  un'altra potenziale problematica: la Casa San Francesco di Cosenza, storico presidio di carità, rischia la chiusura per una grave crisi finanziaria.

Questa non è una notizia isolata, ma un segnale preoccupante che si inserisce in un contesto di profonda crisi sociale che sta colpendo Cosenza e la sua intera provincia con una forza devastante. La povertà non è più un fenomeno nascosto o marginale; è una realtà palpabile che tocca fasce sempre più ampie della nostra popolazione".

"Vediamo persone costrette a vivere in strada, anziani abbandonati a sé stessi, famiglie - continua Antonio Belmonte - che non riescono a garantirsi neanche il minimo indispensabile per sopravvivere, come immigrati e anziani.

La Casa San Francesco è stata per anni un baluardo di speranza, un punto di riferimento insostituibile per i più fragili.

Il suo rischio chiusura significherebbe negare la continuità di servizi essenziali come accoglienza, mensa e assistenza a persone con disabilità, disturbi psichici, dipendenze, ex detenuti e anziani soli, figure che troppo spesso il sistema istituzionale fatica a intercettare e supportare.

L'appello lanciato dalla consigliera comunale Bianca Rende e, con grande forza, dal nostro arcivescovo Monsignor Giovanni Checchinato, insieme alla Caritas diocesana, non può e non deve cadere nel vuoto.

Non si tratta solo di un gesto di carità, ma di una questione di dignità umana e di giustizia sociale. Le istituzioni, le fondazioni e gli enti pubblici hanno il dovere morale e materiale di rivedere le proprie priorità nei bilanci e agire per dare sostenibilità alla struttura gestita dai frati cappuccini".


"Non è più accettabile che si spendano ingenti somme per eventi e manifestazioni, mentre i pilastri della solidarietà territoriale sono lasciati al solo volontariato e rischiano il collasso.

A nome dell'Osservatorio e di tutti coloro che quotidianamente combattono la povertà, chiediamo un intervento immediato e concreto.

Non bastano le parole, servono fatti. È ora di mettere al centro delle decisioni politiche la vita e il benessere dei nostri concittadini più vulnerabili e poveri.

Non possiamo permettere che la Casa San Francesco chiuda.

Giorgio La Pira disse: "Le città devono essere culla dei poveri, non la loro tomba."

Questa frase racchiude l'essenza dell'urgenza e della responsabilità a cui siamo chiamati tutti.

Dobbiamo unirci, società civile e istituzioni, Chiesa e volontariato per garantire - conclude il Direttore Regionale dell'Osservatorio delle Nuove Povertà - che questo e altri presidi di solidarietà continuino a operare.

La povertà si vince solo uniti, e non contrapposti, con un impegno sincero e coordinato per questo e gli altri presidi di civiltà. Speriamo vivamente che si possa passare dagli appelli ai fatti concreti, e che presto potremo annunciare che la Casa San Francesco continua a vivere per i tanti poveri del nostro territorio".

Redazione


Editoriale del Direttore