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La Calabria è stata sempre una terra difficile, litigiosa caratterizzata da una forte indole individualista nella quale imporre delle leadership è difficilissimo se non impossibile. In tale contesto con problematiche mai risolte lungo è l'elenco dei Commissari venuti da altre Regioni. Una storia antica con Commissari di tutte le forme. Nella Prima Repubblica la figura preminente era il "Commissario" di partito. Nelle segreteria regionali e provinciali dei vecchi partiti della Prima Repubblica, la Dc, il psi, il Pci, il Psdi, il Pri e tutti gli altri era solito assistere a lotte intestine e senza quartiere fra le varie componenti del partito stesso, cioè le vecchie "correnti" che non erano certamente "correnti" di pensiero ma gruppi organizzati facenti capo ad un capo- corrente che dispensava favori, assunzioni, posti di potere e tutto ciò che era necessario per gestire il potere. Leggendarie le guerre nel vecchio Psi fra i gruppi facenti capo ai fratelli Gentile, Pino e Tonino, fra Giacomo Mancini, Gaetano Mancini, Salvatore Frasca, Cecchino e Sandro Principe, la componente di sinistra con a capo Pino Iacino e tante altre. Liti furiose che determinavano l'invio da parte della sede romana di partito di Via del Corso di un "Commissario" di partito. Ma chi veniva scelto per fare il "Commissario"? Sempre personaggi che invece di pore ordine fagocitavano altri problemi. Chi può dimenticare fra chi ha militato negli anni '80 nel vecchio Psi i Commissari Giusy La Ganga ed Emanuele Pecheux, ambedue deceduti, che fallirono clamorosamente nel loro obiettivo. E la stesso vale nella Seconda Repubblica per i tanti Commissari giunti dal Nord. Soprattutto nel campo della sanità. Basti pensare al Generale Cotticelli e al neoCommissario Zuccatelli o ai tanti Commissari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere che, venute dal Nord, hanno puntualmente brillato per inerzia e immobilismo. La Calabria, luogo privilegiato per i Commissariamenti, ha avuto sempre la sfortuna di conoscere Commissari magari con buoni curriculum costruiti ad arte perchè gli sponsor politici ne hanno consentito la possibilità, ma che poi, messi alla prova, hanno offerto risultati semplicemente disastrosi. Anche perchè difficilmente chi è veramente in grado di smuovere le acque in una realtà difficile sapendo a quali difficoltà deve andare incontro ne accetta le responsabilità ed il rischio. Rischio, in alcuni casi, come quello della sanità, che può giungere anche all'incolumità personale e familiare, considerando che nella sanità gli interessi della 'ndrangheta sono talmente consolidati al punto tale che chiunque voglia porre concretamente rimedio deve mettere in conto anche il rischio della propria esistenza.

Redazione

Editoriale del Direttore