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Che la sanità sia stata da sempre la "Gallina dalle uova d'oro" per la criminalità calabrese è un fatto risaputo. Sin dagli anni '70, sin dai tempi di Don Ciccio Macrì, mitico Presidente della USL di Taurianova.

 

Tanti gli omicidi in nome dell'Onorata Sanità, basti solo ricordare l'omicidio nel 2005 dell'allora VicePresidente del Consiglio regionale, On. Francesco Fortugno.

L'On. Francesco Fortugno ucciso a Locri il 16 ottobre 2005 a soli 54 anni

 

Deve anche essere sottolineato che la memoria non è il forte dei calabresi che dimenticano tutto e che vivono oramai assuefatti verso un "Sistema" criminale di corruzione talmente pervasivo da essere alla base di un modello di vita basato sulla cultura dell'illegalità.

E sul peso della sanità per la 'ndrangheta giunge l'ulteriore conferma del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giovanni Bombardieri.
 
"Di particolare gravità sono state le risultanze investigative che hanno confermato come la ‘Ndrangheta stringa relazioni di potere, manifestando pienamente la sua capacità di infiltrazione o condizionamento della sfera politica e istituzionale, eserciti l’impresa mafiosa interferendo sul mercato e condizionandone lo sviluppo locale.
 
La ‘Ndrangheta - ha affermato il Procuratore Bombardieri - ha realizzato un sistema complesso, in cui la struttura militare, dedicata al controllo del territorio e alla consumazione di reati tradizionalmente mafiosi, come l’estorsione e l’usura, è servente rispetto a quella economico-imprenditoriale, fatta non solo di imprenditori collusi, ma anche di commercialisti, avvocati, professionisti, che la sostengono, l’agevolano, la consigliano".
 
Per il Procuratore Bombardieri la 'ndrangheta detiene " forti interessi nel settore sanitario regionale trattandosi del maggiore capitolo di spesa regionale  garantendosi  la possibilità di alimentare un sistema clientelare di assunzioni che può garantire, ove gestito illecitamente, peso politico e strumento di scambio del favore elettorale/’ndranghetistico.
 
Tutto ciò risulta, ancora una volta confermato anche alla luce di recenti operazioni giudiziarie (come l’operazione “Inter nos”) che hanno riguardato fenomeni corruttivi e di infiltrazioni ‘ndranghetiste nelle forniture di beni e servizi con il collaudato, preoccupante, sistema della proroga degli affidamenti".
 
Redazione 

Editoriale del Direttore