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L'inchiesta ed il processo denominato 'ndrangheta stragista con principali imputati i fratelli Graviano e Rocco Filippone legato al potente clan Piromalli, cerca di ridefinire non solo il rapporto fra mafia siciliana e 'ndrangheta ma ripercorre anche un periodo storico, quello della fase finale della Prima Repubblica ed il tumultuoso passaggio verso la seconda.

L'interra fase della Prima Repubblica era stata caratterizzata dall'unico denominatore comune che era quello di evitare che il comunismo potesse prendere il potere in Italia. 

Con l'obiettivo prioritario di evitare qualsiasi compromesso storico che era inviso sia alle forze statunitensi che controllavano il Paese, loro alleato con il Patto Atlantico, che alle forze sovietiche che in Italia potevano contare sul più forte  partito comunista in un Paese occidentale.

Non per nulla fra tutti i partiti comunisti presenti nel mondo occidentale quello sul quale Mosca investì di più in termini di finanziamenti in un fiume di dollari fu il Pci. Si calcola che l'importo dell'Oro di Mosca equivalesse almeno a tre volte l'importo complessivo delle tangenti incassate da tutti gli altri partiti.

Barbara Piattelli è stata una delle vittime della stagione dei sequestri che dal lontano 1973 al 1997 fruttò circa 800 miliardi di vecchie lire per un totale di ben 694 sequestri di persona ( 564 uomini e 130 donne) quasi tutti ad opera delle potenti 'ndrine che controllavano il territorio dell'Aspromonte dove spesso venivano tenuto gli ostaggi per periodi anche lunghissimi.

In merito al servizio Tv trasmesso su "Report" in onda su RAI3 l'8 novembre scorso è giunta in redazione una legittima precisazione da parte del noto Avv. Salvatore Traina con studio in Roma e Palermo in qualità di difensore dell'imprenditore Roberto Recordare. In ossequio  ai sacrosanti principi di equità e imparziale informazione si pubblica integralmente con uguale rilevanza:

 
La decisione da parte della Questura di Cosenza di richiedere il provvedimento di sorveglianza speciale per dei giovani cosentini rei di essere attivisti sul fronte dei diritti civili e sociali non poteva che suscitare sdegno e rimostranze anche significative così come sottolineato da un documento di solidarietà sottoscritto da tutti i docenti e i ricercatori del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria. Documento che proponiamo integralmente corredato da un cospicuo e qualificato numero di firmatari:

Editoriale del Direttore