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"Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare", questo proverbio è azzeccatissimo soprattutto per la politica. Infatti basti pensare che i parlamentari della Lega e quelli di Fratelli d'Italia, sull'onda populista dell'antipolitica che hanno sempre sapientemente cavalcato, hanno votato per ben quattro volte a favore della riduzione del numero degli eletti, oltre ad aver annunciato più volte la giustezza di tale scelta. Ovviamente a parole, ma quando si è giunto ai fatti, cioè al referendum che si terrà il 20 e 21 settembre dove vi è il rischio concreto che si possa giungere in caso di vittoria del "si" alla riduzione del numero dei parlamentari, hanno ben pensato di cambiare non pubblicamente ma sottobanco la propria opinione in merito. Infatti sui social moli militanti leghisti e meloniani insistono per votare "no" e mantenere il numero attuale di parlamentari. Mentre Berlusconi si è rifugiato nel classico "libertà di voto". Nella Lega ad uscire allo scoperto, cambiando la propria opinione, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, due esponenti di primo piano del partito di Salvini, che non muovono foglia senza il consenso del "Capitano" che del partito controlla finanche il respiro dei dirigenti e dei militanti. Infatti Salvini, il Capitano, ha poi affermato che "Non siamo una caserma". E' sempre più chiaro che i parlamentari leghisti e di Fratelli d'Italia, nel segreto dell'urna voteranno per il "no". Ma il vento dell'antipolitica tira ancora forte ed i politici professionisti, quelli che vivono di politica, che sono poi il 90% dell'intera Casta politica italiana, sono ovviamente preoccupati, nonostante abbiano, teoricamente, favorito tale assunto relativo alla riduzione del numero dei parlamentari. A parole, ovviamente. Ma nel loro animo sanno bene che se dovesse passare il "si" molti di loro rischiano di di non ritornare più sulle amatissime, bramatissime e desideratissime poltrone con tutti i privilegi di potere, denaro e tanto altro che ne conseguono. Lo sforzo delle centrali del potere per creare le condizioni che possa vincere il "no" sarà enorme, ma il risultato è ancora tutto da giocare.

Redazione

Editoriale del Direttore