La Comunità Ardorina di Montalto Uffugo e tutti i confratelli sparsi in ogni parte del mondo piangono la scomparsa di Padre Ermolao Portella, missionario Ardorino, che ricopri pure le funzioni di Superiore Generale dei Pii Operai Catechisti Rurali dal 2010 al 2016.
( nella foto in apertura Padre Ermolao Portella )
Padre Ermolao Portella è una figura davvero affascinante.
Originario di Santa Caterina Albanese (Cosenza), ha dedicato la sua vita alla missione evangelizzatrice, in particolare tra le comunità rurali. Ha svolto un’intensa attività missionaria in Colombia, dove ha vissuto per oltre dieci anni.
Dopo un periodo in Italia come Superiore Generale, è tornato in Colombia nel 2016, nel municipio di Garzón, per continuare il suo apostolato tra i contadini.
Nonostante l’età avanzata (oltre 80 anni), aveva espresso il desiderio di morire in Colombia, vicino alla comunità che considerava la sua vera famiglia spirituale.
A causa delle precarie condizioni di salute, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita nella Casa Madre della Congregazione, a Montalto Uffugo (CS).
Cresciuto in una famiglia arbëreshë, essendo nato a Santa Caterina Albanese (CosenzaI) ha imparato l’albanese fin da piccolo, il che lo ha aiutato a imparare lo spagnolo e integrarsi meglio nella missione sudamericana.
Oltre al suo mandato come Superiore Generale, è stato un punto di riferimento per la comunità dei Missionari Ardorini, noti per il loro impegno nelle zone rurali.
Ordinato sacerdote il 1° luglio 1964, la sua vita sacerdotale si è svolta occupandosi del coordinamento delle attività apostoliche a livello internazionale e di promuovere la catechesi tra le fasce sociali più svantaggiate
Oltre 10 anni di servizio pastorale tra le comunità rurali della Colombia ne hanno forgiato uno spirito missionario che nella riorganizzazione si è esteso in Sud America, dove ambiva ritornare per dare maggiore impulso alla pastorale contadina con la promozione della spiritualità semplice e vicina al popolo.
La figura di padre Portella sarà di riferimento per i Missionari Ardorini e per la spiritualità dei Pii Operai negli anni a venire.
E’ stato un esempio di missionario instancabile, ma anche un professore affettuoso in età giovanile.
Insomma la sua opera di parroco e di pastore che si è speso senza misura in ogni campo come nella esperienza e presenza nella parrocchia di San Giuseppe Sposo di Maria a Cosenza, dove con padre Giorno insieme hanno buttato le fondamenta per il sorgere di una nuova parrocchia con una comunità viva.
Un padre per molti, un fratello per tutti, sapeva animare gioiosamente i girotondi dei bambini, e al contempo accompagnare nelle scelte di fede e di vita i giovani che si radunavano.
Sapeva accogliere gli anziani e stare accanto agli ammalati, e al contempo organizzare in letizia pellegrinaggi di condivisione e preghiera. Sapeva coltivare l’amicizia e insegnava la fraternità.