Rende, “Borgo dei Musei”, un programma di rigenerazione urbana, di rilancio turistico ed economico/sociale diretto a invertire il processo di declino con conseguente rischio di abbandono.
Il Centro storico offre un grande potenziale per un turismo sostenibile alternativo, grazie al patrimonio culturale, alla storia, alle arti, alle tradizioni presenti a Rende e in particolare alla sua rete museale.
( nella foto di apertura il Palazzo Magdalone, Sede del Museo della Ceramica della Calabria - Centro Storico di Rende )
Per concretizzare tale scopo occorre prevedere l’insediamento di nuove funzioni, servizi della cultura, del turismo, del sociale e della ricerca.
Anche e soprattutto con la redazione di apposite convenzioni con operatori per veicolare e organizzare un percorso turistico articolato attraverso una rete di collegamento delle diverse risorse culturali: gli edifici storici, le chiese, i palazzi, le piazze, gli scorci panoramici.
Il tutto con un itinerario ricco degli elementi fondanti dell’identità collettiva.
Occorre fare di Rende un polo attrattivo turistico costruendo le apposite condizioni per richiamare i visitatori.
Il Castello di Rende nel Centro Storico
La conseguente naturale riattivazione degli esercizi commerciali creerebbe un nuovo indotto, così come alberghi diffusi, residenze d’artista legate al Museo di Arte Contemporanea, centri di ricerca e campus universitari per mettere in collegamento l’Università e il centro storico.
Rende Cittadella dell’arte con il "Museo Civico" a palazzo Zagarese, con preziosi dipinti di Mattia e Gregorio Preti, Francesco Cozza, Giuseppe Pascaletti e Cristofaro Santanna.
il "Maon Museo Arte Ottocento e Novecento" in palazzo Vitari, il "Museo Arte Contemporanea" nel castello, uno dei pochi nella Regione, con circa 400 importanti opere del XXI secolo.
La musealizzazione di questi edifici ne ha comportato il restauro e la fruizione.
Al Borgo museale, volto a un turismo che valorizzi le radici e promuova la ripresa, si aggiunge il “Museo della Ceramica di Calabria”.
Il Mecenate Roberto Bilotti mentre carica su un'auto una preziosa ed antica Giara di Gerace
Un progetto reso possibile dalla sinergia pubblico-privato che restituisce a Rende, protagonista nella produzione ceramico-vascolare, un patrimonio di storia, cultura, identità e coscienza civica.
Il "Museo delle Ceramiche di Calabria", che si inaugura il 17 maggio alle ore 18, offre una panoramica cronologica e geografica regionale, con reperti dall’epoca classica magno greca e romana al medioevo, testimone delle componenti delle diverse culture del territorio, normanna, sveva, angioina, aragonese e vicereale.
Bocce, versatoi, albarelli da farmacia in maiolica di Gerace d'ispirazione veneziana e di Squillace a monocromi paesini e vegetali stilizzati turchini di tipo napoletano, commissionati dalle spezierie conventuali dei certosini di Serra San Bruno e dei domenicani di Soriano.
Oltre alle produzioni popolari di Bisignano, Altomonte, Cariati, Belvedere, San Marco Argentano, Roseto, Seminara, Gerace, Squillace, Nicastro, Soriano e della stessa Rende.
Repertori tipologici e iconografici delle varie espressioni locali, da quelli più semplici e di uso comune a quelli di spiccata creatività che riflettono la manualità e la fantasia dell’artigiano.
Forme e modelli, caratteristiche materiche e tecniche di lavorazione espressioni dell’artigianato locale, motivi decorativi frutto di una creatività libera e spontanea, lessico dei segni con simbolismi rituali o d’ispirazione magica in contenitori e recipienti in cui l’elemento plastico e quello strutturale si adeguano all’uso funzionale e pratico.
Testimonianze demoetnoantropologiche che hanno del resto delle corrispondenze linguistiche nel nostro dialetto ricco di vocaboli greci: tegola, ciramili da keràmidion; tazza cantàruda kantharos; coppa scifu da skyphos; vaso per fiori grasta dal vocabolo classico gastèr che vuol dire ventre ad indicare la parte panciuta del vaso.
L’apertura del Museo è anche l’occasione di rendere fruibile lo storico palazzo Magdalone che lo ospita.
Nato dall'annessione settecentesca delle "case palaziate sotto al castello" costruite su parte del muro di cinta dalle famiglie Miceli baroni di Melissa, poi di Serradileo, presenti nella filoangioina Rende sotto la protezione di Margherita di Poitiers Ruffo, che ne era la castellana, per le vicende della "Guerra dei baroni" (1459-1463) e dai Magdalone, arrivati con Giovanni che nel 1571 partecipò alla battaglia di Lepanto, che aggregarono le diverse costruzioni trasformandolo in palazzo barocco.
A metà '900 il palazzo venne ceduto alla famiglia Bucarelli che dopo circa 20 anni lo vendette al Comune.
Il nuovo Museo nasce con la donazione al Comune 12 anni fa di circa mille oggetti da parte del noto Mecenate Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona che aggiunge un nuovo, prezioso progetto di conservazione e diffusione della cultura locale, contribuendo alla definizione del polo museale di Rende.
Nella sua vocazione di mecenatismo è stato incoraggiato dalla passione di Monica de Marco, curatrice del progetto, riconosciuta come una delle più importanti studiose di ceramica meridionale che, con straordinaria visione e altrettanta determinazione, è stata fondamentale nella costituzione dei musei di Rende e Seminara, un obiettivo sostenuto dalla consapevolezza della cultura come valore pubblico.
Con intuito e sensibilità Monica de Marco ha compreso il passato e immaginato il futuro e si è dedicata allo studio, alla ricerca, all’interpretazione del patrimonio materiale e immateriale.
Ha proceduto con passione e rigore alla riscoperta dell’intreccio delle esperienze manufatturiere creative facendosi, nelle sue numerose pubblicazioni, straordinaria narratrice e testimone di tante storie e vicende che compongono questo prezioso mosaico messo a disposizione della nostra comunità.
Il connubio pubblico-provato con questo progetto lascia al futuro la tessitura del nostro passato preservato e valorizzato, saldando quello che è stato e ciò che sarà, ripristinando la memoria sociale dei luoghi, valorizzando le caratteristiche locali e il sentimento ad esse associato, custodendo e difendendo il patrimonio acquisito.
Redazione