E' sempre più incredibile constatare come due territori non molto distanti fra loro come l'area della Terra dei fuochi in Campania e la Calabria vi sia in termini di reazione di presenza di società civile una differenza abissale e siderale.
In Campania le mamme coraggio, le proteste e l'impegno civile ha determinato la reazione dello Stato, in Calabria dove sono state seppellite tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici sin dagli anni '70 nella più totale impunità e nell'assoluta omertà mai nessuno ha discusso di rifiuti tossici e l'argomento è addirittura inesistente.
Eppure il pentito di Camorra, Carmine Schiavone, che fu l'architrave delle inchieste sui traffici dei rifiuti tossici ha più volta affermato, quando era ancora in vita, che la vera Terra dei Fuochi non era la Campania ma bensì la Calabria. ( nella foto di apertura Carmine Schavone, pentito di Camorra, deceduto nel 2015 ).
E come sempre, Carmine Schiavone era credibile quando parlava della Campania, era inascoltato, bugiardo e inattendibile quando parlava di Calabria.
Sorte che non è stato solo destinata a Carmine Schiavone ma a tutti i numerosi pentiti di camorra e di 'ndrangheta che hanno parlato dell'intreccio infernale fra rifiuti tossici, politici corrotti e Istituzioni collusi che hanno fatto della Calabria la terra dell'impunità assoluta.
basti accennare che Carmine Schiavone morì pochi giorni prima di essere ascoltato sul traffico dei rifiuti tossici dalla in Calabria dalla Procura antimafia dellacittà dello Stretto.
Una terra oscura dove tutto è possibile e dove con la ragione di Stato e i Servizi Segreti si è sempre potuto fare di tuuto, anche negare l'evidenza come la terrible storia delle Navi dei Veleni che, ufficialemente, non sono mai esistite.

La "Jolly Rosso" nel mentre veinva smantellata dopo essere spiaggiata in Calabria il 14 dicembre 1990
Scelta dovuta alla totale assenza di qualsiasi parvenza di società civile e territorio completamente asservito alla cultura mafiosa.

La Terra dei Fuochi
Addirittura per la Terra dei Fuochi i giudici di Strasburgo della Corte Europea dei diritti dell'uomo hanno sancito che per la Terra dei Fuochi l'Italia avrebbe dovuto fare molto di più con maggiore trasparenza sulle cose fatte finora, su quelle che dovranno essere realizzate nei prossimi anni.
L'emergenza della Terra dei Fuochi era nota sin dal lontano 1988, con le prime indagini antimafia. Indagini rimaste secretate fino al 2013.
E i giudici di Strasburgo in oltre 180 pagine delineano un vademecum da seguire per porre fine ad ogni odiosa e dannosa forma di immobilismo amministrativo.
Immobilismo tanto caro alla burocrazia, spesso collusa e corrotta oltre che omertosa, del nostro sciagurato Bel Paese.
Per la Corte Europea entro due anni l’Italia dovrà definire un piano per la Terra dei fuochi, per affrontare la questione delle bonifiche; e dovrà anche dare dignità al monitoraggio indipendente, quello che di fatto esiste già e che sta alla base del ricorso ieri accolto a Strasburgo.
Ovviamente la Corte Europea si illude perché figuriamoci se entro due anni si smuoveranno le acque stagnanti da decenni e decenni.
Tanto in Italia con il gioco dello scaricabarile mai nessuno è in grado di individuare le responsabilità e dare un nome ai responsabili dell'eterno immobilismo.
La Corte Europea ha accolto il ricorso inoltrato anni fa da gruppi di cittadini e associazioni civiche che non hanno mai smesso di reclamare attenzione sulla cosiddetta emergenza ambientale.
Emergenza ambientale direttamente collegata all'emergenza sanitaria.
Infatti per la Corte Europea si è delineato "uno scenario grave noto allo Stato, che non ha affrontato con diligenza e velocità un tema ormai noto e discusso. Chiaro riferimento allo «scarico, all’interramento e all’incendio di rifiuti in terre private da gruppi della criminalità organizzata in parti della Campania note come Terra dei Fuochi dove vivono circa 2, 9 milioni di persone".
E mentre in Campania le associazioni e i movimenti che con coraggio si sono opposti alla Camorra e hanno denunciato il turpe traffico dei rifiuti tossici oggi ottengono riconoscimenti e vittorie in Calabria tutto continua a tacere come se nulla fosse.
In Calabria i rifiuti tossici non esistono, gli aumenti vertiginosi di diagnosi di neoplasia tumorali non esistono e non per nulla è l'unica regione italiana dove non funzionano i registri tumorali obbligatori per ogni Asp che dovrebbero catalogare ogni forma tumorale.
Non esiste nessuna emergenza, tutto procede a gonfie vele e se qualche giornalista ha l'ardire di parlarne non vi è alcuna necessità di ucciderlo.
Basta diffamarlo affermando che è pazzo, visionario e folle.
Tutti seguiranno alla lettera la diffamazione e il pericolo è annullato.
Nella pace di tutti, nell'omertà di tutti, nel regno incontrastato della 'ndrangheta e nella politica scelta e selezionata dalla 'ndrangheta.
Tanto chi muore di tumore muore in silenzio e nell'omertà.
E tutti vissero felici e contenti.
Redazione