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Il Procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Paolo Guido, che ha coordinato le indagine per l'arresto di Matteo Messina Denaro e che coordina ora le indagini in corso per risalire alle rete di fiancheggiatori e di collusione che ne hanno consentito ben 30 anni di latitanza, vive inevitabilmente una grande notorietà. 
 
E' bene sottolineare che il magistrato è poco incline all'esposizione mediatica e molto al lavoro fatto sempre con serietà e costanza.
 
Paolo Guido è cosentino, orgoglioso di esserlo, ed ha sempre mantenuto un rapporto di affetto con la sua città e la sua terra, non disdegnando anche di accettare negli anni premi e riconoscimenti, come nel caso del Premio "Costruttori di Legalità" consegnato al magistrato nel 2015. 
 
 
 
 
Consegna del Premio "Costruttori di Legalità" ( Quinta Edizione) al Procuratore Aggiunto DDA Palermo, dott. Paolo Guido
 
 
Molto significativa la lettera pubblicata lo scorso venerdì 20 gennaio da "Il Fatto Quotidiano" a pag. 20 nell'ambito della rubrica "Piazza Grande - Lo dico al Fatto" a firma di Vincenzo Rizzuto, che è stato un docente ( quando i docenti erano stimati e valorizzati) di storia e filosofia al Liceo Scientifico "E. Fermi" di Via Molinella  a Cosenza.
 
Il Prof. Vincenzo Rizzuto è stato insegnante di Paolo Guido, originario di Acri come la famiglia del magistrato.
 
E nella lettera il Prof. Vincenzo Rizzuto, ricorda magistralmente anche la figura del padre del magistrato, il dott. Alfonso Guido, Viceprefetto a Cosenza e Prefetto a Bari.
 
E il prof. Vincenzo Rizzuto non poteva, rimembrando i tempi d'oro del Liceo Scientifico di Via Molinella, non menzionare il mitico Preside, Prof. Luigi De Franco.
 
Erano gli anni '70 e '80, quando le mamme dei ragazzini che avevano completato la scuola media giungevano presso la scuola in piena notte per poter entrare fra i primi e attendevano con trepidazione le ore 9.00 per l'apertura della segreteria della scuola per iscrivere i propri figli nella scuola che allora era considerata il Top e l'avvio di una carriera scolastica che avrebbe potuto essere quell'ascensore sociale che la scuola fu in quegli anni e che oggi non è più.
 
 
Riportiamo integralmente il testo della lettera a firma del Prof. Vincenzo Rizzuto:
 
 
I Ragazzi di Via Molinella
 
Il Pm Guido è uno di noi. Degno figlio di Alfonso
 
"Tra gli anni ’70 e i ’90 al liceo scientifico di via Molinella a Cosenza, le iscrizioni avvenivano con i genitori che alla mattina prestissimo si mettevano in fila davanti alla scuola, le iscrizioni venivano non solo dalla città ma anche da tutti i paesi del Cosentino.
 
Fra le famiglie si era diffusa la convinzione che via Molinella fosse un po’ come la mitica via Panisperna di Fermi per lo studio della fisica! Anche il nostro liceo di via Molinella si chiamava “Fermi”.


Sì, la scuola era diretta dal Prof. Luigi De Franco, grande studioso di tutta la filosofia rinascimentale, di cui conosceva ogni anfratto, ogni respiro come pochi altri, e ne discuteva alla pari con Luigi Firpo, Nicola Badaloni, Germana Ernst, che lo ebbero come caro amico, ma soprattutto lo stimavano come raffinato studioso.

Egli ebbe il merito di essersi cimentato in tutto l’arco della sua esistenza nella traduzione dell’opera di Telesio, curandone la pubblicazione critica con rigore scientifico.

Un lavoro, questo, che lo impegnava in termini quasi ossessivi; talmente determinato era il suo attaccamento al pensiero di tutto il Rinascimento che spesso anche nella presidenza della scuola lo si trovava curvo su qualche tomo di Giordano Bruno, Campanella, Sertorio Quattromani o Tommaso Cornelio: in quei momenti ti guardava con gli occhialetti alzati e diceva amorevolmente: “Mo’ vatinni, vieni più tardi”.

Allora si capiva che bisognava andare via, richiudere la porta senza fare rumore e comunicare in giro tra i colleghi che il preside era alle prese con i suoi soliti ospiti importanti, e non bisognava disturbarlo!

Forse il liceo di via Molinella doveva la sua fama anche alla statura di quel preside, ma anche i suoi allievi non erano da meno insieme ai docenti; tutti noi, per assicurare continuità all’opera formativa, spesso ci recavamo a scuola anche con qualche decimo di febbre quando Luigi De Franco lo chiedeva.

Anche gli allievi erano meravigliosi, si sarebbero distinti per serietà e impegno in tutti i campi: sui luoghi di lavoro, nelle istituzioni come ingegneri, docenti universitari, medici, avvocati, magistrati.

E il magistrato Paolo Guido, che opera nell’antimafia di Palermo come sostituto procuratore, è stato uno di quei “ragazzi di via Molinella”: lo abbiamo avuto come allievo esemplare che, con grande serietà e attaccamento alla scuola di quel preside De Franco, è riuscito a farsi strada, a dare il meglio di se nel difficile lavoro di salvaguardia della libertà e della democrazia attraverso un coraggioso impegno nella complicata e difficile macchina della giustizia.

Degno figlio del padre, il dott. Alfonso Guido, che in anni bui e difficili, dopo aver portato avanti gli studi con grandi sacrifici facendo per lo più l’autodidatta, riuscì a farsi apprezzare fuori dal paesello natio, lontano da ogni apertura verso l’esterno, quale era Acri negli anni Cinquanta e Sessanta.

Da Acri il mio grande amico Alfonso si trasferì a Cosenza, dove fu nominato prima viceprefetto, per poi diventare prefetto a Bari fino alla pensione.

Le istituzioni, dopo avere apprezzato le sue doti non comuni, ma soprattutto la sua serietà e affidabilità assoluta, resa ancora più pregevole da grande cultura, non lo ignorarono.

Al nostro Paolo, ricordando affettuosamente suo padre, un caro abbraccio e un grazie per la sua dedizione".

Vincenzo Rizzuto


Editoriale del Direttore