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Il MAB di Cosenza è un Museo unico nel suo genere, è la sintesi di una nuova visione dell'arte che incontra i cittadini, che vive in una città con la libera fruizione delle fantastiche e prestigiosissime sculture che lo compongono.

Probabilmente per la sua importanza avrebbe meritato maggiore attenzione e maggiore tutela. Descriverne la portata e la qualità artistica non è per nulla facile.

Ben 31 le opere esposte mentre altre dieci attendono da tempo di essere collocate.  Il MAB viene inaugurato il 2005 con le sculture donate dalla famiglia Bilotti. Alla cerimonia d'inaugurazione partecipò l'allora Presidente Unesco - Italia, Gianni Puglisi, che definì il MAB "patrimonio culturale d'interesse pubblico avente valore di civiltà".

Il 10 ottobre 2019 con Decreto del Ministero per i Beni Culturali n. 1088 il MAB è stato dichiarato d'interesse particolarmente importante "in quanto presenta carattere d'interesse artistico di rilevanza culturale e quale testimonianza dell'identità collettiva".

Per il Ministero “il MAB riveste altresì un valore testimoniale ed esprime un collegamento identitario e civico di significato distintivo eccezionale anche per l'integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione”.

Con il MAB Cosenza si allinea a importanti poli culturali internazionali. Opere degli stessi artisti, con la loro potenza espressiva, sono divenute icone dei luoghi della civiltà universale.

Manzù davanti la sede dell’ONU e nella porta della Basilica Vaticana, Consagra al Parlamento Europeo, al Quirinale e in Piazza Duomo a Milano, Sironi alla Camera dei Deputati e con lui Martini all'Università La Sapienza.

Gli artisti presenti a Cosenza sono anche protagonisti nei più importanti musei dal Metropolitan al Moma, dalla Tate, all'Ermitage e al Guggenheim. Ben 990 metri di un percorso espositivo permanente ricco di suggestioni che salda il rapporto tra cittadini, arte, ambiente ed architettura offrendo un nuovo dialogo di coesione sociale.

Una scelta organica e coerente che documenta le più significative figure dell'intero XX secolo solcato da due guerre, indicando inquietudini e istanze di un mondo in perenne tensione.

Sculture che testimoniano valori, tendenze,  stili del nostro XX sec. un periodo artistico tra i più fecondi e creativamente tumultuosi. Una delle 31 bellezze del MAB è l'opera scultorea "Le Tre Sorelle" esposta su Corso Mazzini ( angolo Via Neghelli).

Opera che nei giorni scorsi ha subito un deprecabile atto vandalico che ripropone il problema della sicurezza, della tutela e della conservazione delle opere. E' ben evidente che mancano dei piccoli pezzi della scultura e che la stessa ha subito delle esportazioni.

E sulla esigenza di una maggiore sicurezza e tutela delle opere è intervenuto anche Roberto Bilotti, mecenate e curatore del patrimonio artistico della famiglia Bilotti.

Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, mecenate

"E' necessario intervenire con sistemi di sicurezza e vigilanza che possano garantire l'incolumità e la sicurezza delle opera h24. Opere di inestimabile valore che impreziosiscono il MAB, museo prestigioso e rinomato, non possono subire tali gesti deprecabili. Mi auguro che chi di competenza possa intervenire affinchè non si ripetano più tali accadimenti".

La Scultura "Le tre sorelle", ben visibili i pezzi mancanti


E' il caso di rammentare la storia ed il valore di tale opera.

"Le Tre Sorelle" è una scultura realizzata dal 1933 al 1936 da Antoniette Raphael Mafai (Kaunas, 29 luglio 1895 – Roma, 5 settembre 1975), artista caratterizzata da una concezione vigorosamente antiaccademica che presiede anche alla sua attività nel campo della scultura, arte che, specie nel secondo dopoguerra, ha costituito l'oggetto del suo impegno maggiore, con la quale in particolare ha sottolineato la tenera e vibrante carnalità presente nella pietra.


"Le Tre Sorelle", prima del'atto di deturpamento dell'opera stessa

 

Nel 1925 frequenta l'Accademia di Belle Arti, conosce Mario Mafai e si lega a lui in un lungo sodalizio.

Dalla loro unione nascono tre figlie: Miriam Mafai, nel 1926, scrittrice, giornalista, compagna fino alla morte di Gian Carlo Pajetta, Simona Mafai nel 1928, senatrice, scrittrice, attiva nel movimento delle donne, e Giulia Mafai nel 1930, scenografa e costumista.

La scultura "Le Tre Sorelle"  ritraggono le tre figlie dell’artista  in un momento di intimità:  Myriam la piu grande di 10 anni legge un libro ad alta voce e le sue sorelle Simona di 8 anni e Giulia di 6  la ascoltano attente. “Un gesto semplice e sereno, ripetuto chissà quante volte nelle case ebraiche” –  commenta Giulia Mafai, venuta a mancare a 91 anni il 21settembre 2021.

Antoniette Raphael con il marito Mario Mafai

“La storia potrebbe finire qui, invece il dramma è alle porte: nel 1938 vengono emanate le leggi razziali e in tutte le  case ebraiche  viene distrutta ogni certezza, ogni dolcezza, il sogno di un futuro.  

Al ricordo delle vite distrutte - afferma Giulia Mafai -  prima ancora di incominciare a vivere, alla memoria di tutto quello che poteva essere e che per crudeltà umana è stato distrutto  poniamo  questo  ricordo”. Infatti le tre sorelle Mafai riuscirono a salvarsi dallo sterminio degli ebrei ma tanti furono i fanciulli che, invece, cessarono la loro giovane esistenza per mano della follia e della crudeltà dell'uomo.

Finita la guerra tutte le tre sorelle ebbero la forza di dedicare la loro vita alle battaglie per i diritti civili e per la libertà.

Antoniette Raphael Mafai nel suo studio romano

"Le Tre Sorelle" nello spirito battagliero della loro madre, con la forza tipica delle donne hanno lasciato il segno nella storia del Novecento, il secolo delle due guerre, il secolo della perdita e della riconquista della libertà.


Editoriale del Direttore