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Il potente Ministro all'Economia e alle Finanze, Giancarlo Giorgetti, leghista della prima ora che ai tempi di Bossi certamente non sprecava lodi e ammirazione per il popolo del Sud, oggi, con il ruolo che ricopre scopre l'acqua calda.

( nella foto in apertura in tempi passati il Ministro Giorgetti quando con Calderoli e Bossi lottavano per la Padania )


Infatti da Ministro dell'Economia rilancia l'allarme di un Meridione che continua da anni ed anni a spopolarsi e con i giovani meridionali che continuano da anni ed anni, e giustamente, ad andarsene in luoghi dove il merito ha ancora un valore.

La questione demografica non nasce oggi e si aggrava giorno dopo giorno con una classe politica di inetti selezionata solo unicamente per la loro inettitudine che si accompagna sempre all'unico criterio che in politica ha un valore, quello dell'essere servile al capo, cioè al segretario di partito che "nomina" i parlamentari.

Con tale metodo di selezione che tende verso il basso ogni legislatura è peggiore della precedente e non vi è dubbio che quella attuale è la peggiore dal dopoguerra ad oggi sul piano della preparazione culturale, delle idee e della capacità di governare fenomeni di cambiamento della società sempre più complessi e sempre più veloci.

Non vi è politico del Sud che non parli di spopolamento, di spazio ai giovani ma poi nei fatti gli unici giovani meridionali che trovano spazio sono i figli dei deputati ai quali si tramanda la poltrona di deputato o i figli dei soliti boiardi di Stato che vengono riempiti in giovane età di consulenze e prebende per cifre fantasmagoriche da quegli stessi politici del Sud che si riempiono la bocca di giovani e di lotta per i giovani, ovviamente a parole.

Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti

Per il Mezzogiorno non vi è più alcuna speranza.

La classe politica dominante è inamovibile e consolidata attraverso il voto di scambio e la gestione clientelare del potere e dei fondi pubblici che dovrebbero servire per rilanciare l'economia e far rimanere i giovani al Sud ma che poi vengono sperperati nel solito modo tipico del mezzogiorno con l'aggravante dell'impunità assoluta.   

La denatalità e l'emigrazione sono due fattori devastanti e, combinati insieme, in qualche decennio porteranno alla scomparsa di centinaia e centinaia di piccoli comuni.

Caso emblematico la Calabria che con i suoi 1.830.000 residenti ma non più di 1.400.000 veri abitanti ( circa 430.000 sono i fuorisede, cioè coloro i quali conservano la residenza in Calabria ma vivono altrove) si sta spopolando ad un ritmo impressionante.

Ma, Giorgetti o non Giorgetti, il declino del Sud è una strada senza ritorno.

Dovrebbe realizzarsi il miracolo di un cambiamento radicale della classe politica dominante.

Ma è più facile che un asino possa volare che possa realizzarsi il cambiamento di una classe politica inscalfibile, eterna  e selezionata con cura e meticolosità sul criterio dell'essere bravi replicanti del capo dai palazzi romani e anche da quei partiti che hanno nominato il prode Giorgetti al ruolo di Ministro.

Il solito allarme inutile che non produrrà nulla di nulla come i tanti altri che si ascoltano ovunque.

Redazione


Editoriale del Direttore