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Ho avuto l'onore di conoscere Pasquale Pisano nel lontano 1983, quando rivestiva con passione e correttezza il ruolo di consigliere comunale, dopo essere stato assessore nel 1981.


Era in corso un incontro dei giovani socialisti di allora nella sede del Psi in Via Mario Mari.

Era l'anno in cui un socialista, Bettino Craxi, per la prima volta giunse a guidare il Governo. 

Erano gli anni in cui il Psi a Cosenza contava molto ed esprimeva anche il Sindaco della Città.

Allora i giovani socialisti sognavano il cambiamento e lottavano per un Psi che fosse meno dominato dalle correnti e dalle famiglie.

Ovviamente una lotta persa in una città che, allora come oggi, dominata da lobby di potere oscure e corrotte, non ha mai concesso spazio alcuno ai giovani.

Pasquale Pisano da consigliere partecipò all'incontro e al termine dello stesso si presentò e mi diede alcuni preziosi consigli su come agire in un partito difficile e falcidiato dalle tante correnti nel quale era diviso.

Ebbi subito la certezza di aver conosciuto un uomo, un vero socialista corretto e onesto, un galantuomo di altri tempi.

Anche nel Psi vi erano le persone per bene ed in quanto tali destinate a lottare con forza e pazienza per avere degli spazi. 

Spazi che nel tempo e nel degrado incessante della politica sono oramai letteralmente scomparsi lasciando agibilità solo a traffichini e personaggi disposti a tutto e senza scrupoli.

E Pasquale Pisano per tutta la sua vita ha mantenuto alti i suoi valori di probità e correttezza. Valori che oggi fanno sorridere e suscitano ilarità e disprezzo ma che nelle generazioni di un tempo che fu erano valori reali.

Un vero riformista socialista per tutta la sua esistenza.

Un grande esempio per i suoi figli, Luca, Ernesto e Alessandra.

Spesso negli anni seguenti, quando avevo il piacere di incontrarlo, ci dilungavamo nel discutere della triste e ingloriosa fine del vecchio partito socialista e del degrado politico, morale, civile che, inesorabile, aumentava e continua ancora oggi a crescere  giorno dopo giorno.

Ne conservo un grande ricordo.

Che la Terra ti sia lieve.

Gianfranco Bonofiglio

 


Editoriale del Direttore