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Che il popolo italiano e soprattutto quello meridionale non sai il popolo francese è assodato dalla storia.
 
Ma che si continui a rimanere impassibili mentre l'iter della riforma dell'autonomia differenziata, grande cavallo di battaglia della Lega Nord ( un tempo era chiamata secessione) e grande orgoglio del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, è semplicemente incomprensibile.
 

Martedì il disegno di legge è stato bollinato dalla Ragioneria dello Stato, giovedì è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Si avviano, quindi, a tal punto, i lavori in Parlamento.

Il Ministro Calderoli si esprimeva con gesti eloquenti nei confronti dei meridionali

 
"Bisognerà definire le materie - ha affermato il Ministro Calderoli in una intervista rilasciata al Corriere della sera a firma di Marco Cremonesi - e gli ambiti di materia riferibili ai Livelli essenziali delle prestazioni, concernenti i diritti sociali e civili che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale". 
 
Per il Ministro Calderoli i famosi Lep sono "il contraccambio in termini di servizi dello Stato rispetto a quello che cittadini e imprese pagano in tasse. Lo Stato è estremamente puntuale nella determinazione delle aliquote di tasse dirette e indirette, di accise e compagnia cantando. Ora, sarà messo nero su bianco, con i relativi costi e fabbisogni, quello che i cittadini possono aspettarsi in termini di servizi resi dalla Repubblica.
 
Il Parlamento deciderà quali materie saranno riferibili ai diritti sociali e civili, ed è una delle scelte più difficili a cui sarà chiamato. A stabilire i Lep, i costi e i fabbisogni sarà la Cabina di regia che sarà supportata da un comitato tecnico scientifico di cui vado orgoglioso". 
 
"Il presidente sarà Sabino Cassese. E poi, Giuliano Amato, i presidenti emeriti della Corte costituzionale Franco Gallo e Annibale Marini, il presidente emerito della Cassazione Pietro Curzio, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, il presidente Astrid Franco Bassanini, Anna Finocchiaro, l’ex ministra Paola Severino". 
 
Ma nell'ambito dell'intervista il punto più interessante riguarda il fatto di come riuscire a porre tutte le regioni su un piano paritario. Cioè come si potrà porre sullo stesso piano il Veneto e la Calabria.
 
Per il Ministro Calderoli le risorse per appianare tali divari saranno quelle dei fondi nazionali di sviluppo e coesione ed europei. Ovviamente il Ministro dimentica che le Regioni del Sud già dal lontano 1987, cioè da ben 36 anni, utilizzano i fondi della Comunità Europea facendo parte dell'Obiettivo 1, cioè quelle regioni svantaggiate da aiutare per raggiungere il livello di quelle più forti.
 
Obiettivo mai raggiunto e vecchio come il mondo. Quindi il Ministro Calderoli ripropone uno strumento che già esiste da ben 36 anni e che ha consentito a tanti prenditori, bancarottieri e politici truffaldini di arricchirsi e di cementificare il potere, spesso anche dinastico, sfruttando i finanziamento della Comunità Europea e mantenendo sempre le Regioni, in primis la Calabria, in uno stato di perenne sottosviluppo per poter lucrare in eterno.
 
Addirittura il Ministro Calderoli si cimenta anche a dare dei numeri.
 
"Prendiamo solo il settennato tra il 2014 e il 2020. Tra fondi nazionali ed europei erano stati stanziati 126 miliardi: 10 sono stati usati per la pandemia, poco più del 50% è stato impegnato, ma restano ancora 83 miliardi non spesi di quel settennato. Poi c’è il settennato successivo, che cuba più o meno la stessa cifra di quello precedente. Circa 200 miliardi a cui si aggiungeranno anche gli interventi legati al Pnrr.
 
Cifre importanti che bisogna usare e bisogna usare bene. Adesso lo possiamo davvero dire: ora o mai più".
 
Una grande cuccagna in arrivo, i tanti politici del Sud sono già pronti per il banchetto. I popoli del Sud rimarranno sempre più arretrati e i loro carnefici sempre più ricchi.
 
E il popolo servile e silenzioso sempre più servo e sempre più succube del potere.
 
 
Redazione

Editoriale del Direttore