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Il rapporto tra candidati, voto di scambio e spesso e sovente anche voti di dubbia provenienza rappresenta da sempre il "male oscuro" della politica calabrese.

Il perverso intreccio tra il candidato e l'elettore basato sul classico "favore" o sulla classica "promessa" sul quale si basa il fatidico "voto di scambio" ha rappresentato il cuore del potere politico calabrese. Personaggi da sempre in politica, sempre eletti, in grado addirittura di trasferire il proprio elettorato in qualsiasi partito o movimento e trasferirlo a proprio piacimento dal centrodestra al centrosinistra o viceversa con, ciliegina sulla torta, la possibilità anche di trasferire il proprio elettorato anche sui figli, qualora il "big" politico decida di tramandare il proprio potere anche a livello dinastico, come nelle più becere monarchie. Ovviamente il voto, teoricamente, dovrebbe essere un voto d'opinione, dovrebbe premiare un programma di azioni, dovrebbe premiare la storia del candidato, la capacità di realizzare quanto promesso. Nulla di tutto ciò. Oramai la cultura, la preparazione, le idee, la congruenza tra quello che si promette e si realizza sono tutti valori completamente inutili, delle zavorre. Quello che conta è coltivare il proprio elettorato, con prebende, assunzioni farlocche, consulenze, favori qualsiasi tipo e azioni quotidiane ovviamente tutte illegali in un quadro desolante di cultura della illegalità e di una totale impunità per i politici professionisti che hanno distrutto metodicamente qualsiasi parvenza di legalità in ogni espressione della vita sociale ed economica. Questo il vero male della nostra terra che vede parimenti colpevoli sia i candidati che gli elettori "complici" con il loro voto di un "Sistema" di corruzione dilagante. Basti solo pensare che il 97% di chi si reca al voto in Calabria esprime una preferenza. Mentre in Trentino Alto Adige sono solo il 21%, in Piemonte il 32%. Solo per fare qualche esempio. E con la legge elettorale regionale costruita solo sulle preferenze senza ballottaggio e senza voto disgiunto è chiaro che la vittoria è solo di chi nelle proprie liste ospita i "portatori" di voti. I soliti personaggi che hanno costruito immense fortune economiche sulla politica da professionisti, personaggi da sempre impuniti nonostante una vita di continue illegalità, di reati consumati quotidianamente, di assunzioni pilotate, di carriere taroccate, di interessi nella sanità, di tutto e di più. Con la complicità di un sistema giudiziario che li tutela e con un popolo calabrese, nella sua maggioranza, da sempre abituato alla cultura della servitù al potere. Un dramma assoluto. Ed anche in questa campagna elettorale regionale a far da padroni saranno le solite famiglie proprietarie di pacchetti di voti. In un "Sistema" che non cambierà mai. Con alcune famiglie politiche dove il potere passerà da padre in figlio o da marito in moglie, in attesa che i figli minorenni diventino maggiorenni per poi candidarli. Come sempre, per l'eternità Nei Secoli dei Secoli. Amen.

Redazione
 
 

Editoriale del Direttore