Per le prossime regionali di ottobre proliferano le liste a tutto vantaggio dei candidati Presidenti essendo la legge elettorale calabrese l'unica che non prevede il voto disgiunto e neanche il ballottaggio.
Una legge liberticida ed anticostituzionale con uno sbarramento assurdo altissimo dell'8% che impedisce la nascita di qualsiasi nuovo movimento. Ovviamente ha più probabilità di vincere chi presenta le liste più forti con candidati portatori di voti. I soliti professionisti delle preferenze spesso e sovente figlie del potere, della clientela, del voto di scambio e delle collusioni con la 'ndrangheta e gli affari. La schifosissima preferenza figlia del voto di scambio che rappresenta il male assoluto della complicità degli elettori e del cuore della corruzione in politica. Basti pensare che in alcune regioni del nord ad esprimere una preferenza è il 10 - 20% dell'elettorato, mentre in Calabria il 96% degli elettori esprimono la loro preferenza. Inutile sottolineare che si tratta della percentuale più alta d'Italia, non saremmo altrimenti in Calabria. A fare la parte del leone con i portatori di voti sarà ovviamente il centrodestra con la possibilità di presentare addirittura dodici liste, ben il doppio rispetto alle sei liste che affiancarono nel 2020 la compianta Presidente Jole Santelli che vinse con il 56%. Con tante liste è ovvio che molte saranno solo un contributo elettorale per il Presidente e per la vittoria ma non potranno eleggere alcun consigliere. Ad esempio la circoscrizione elettorale più vasta, quella che coincide con la provincia di Cosenza, elegge dieci consiglieri su 30, dei quali sei per la maggioranza e quattro per la minoranza. Se dovesse vincere il centrodestra, nella assurda ipotesi di un consigliere per lista ne rimarrebbero fuori in sei, ma in realtà Forza Italia e Fratelli d'Italia ne eleggeranno almeno due a testa,e, quindi, ben otto liste rimarranno all'asciutto. Per come è accaduto all'ex consigliere regionale, On. Pino Gentile, che nonostante i quasi ottomila voti presi, dopo ben sette legislature consecutive dal 1985 al 2020, cioè ben 35 anni da consigliere regionale, per la prima volta non è stato eletto. E non è detto che non si ricandidi. Oltre a quelle di partito, Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Udc, sono al nastro di partenza la lista dell'Idm, il movimento di Orlandino Greco, la lista di Cambiamo, di Giovanni Toti, la Lista di Sofo e dei suoi amici, la lista della Casa delle Libertà, la lista dei fratelli Gentile, la lista di "Noi con l'Italia", la possibile lista di Sgarbi, e, forse, dulcis in fundo, la lista di Italia Viva, il partito di Renzi che potrebbe addirittura accarezzare l'idea di spostarsi nel centrodestra sul piano regionale. Una corazzata di candidati pronti a combattere per ogni preferenza. E, fra questi, vi saranno anche quelli pronti a tutto per una preferenza. E nel tutto è compreso, evidentemente, tutto di tutto. Del resto i voti come il denaro non emanano odore e sono ben accetti da qualsiasi parte provengano. Tante le inchieste giudiziarie che hanno comprovato come siano stati in tanti i candidati che hanno bussato alla porta dei boss della 'ndrangheta per chiedere voti. Così è sempre stato e così sempre sarà. In una terra immobile, corrotta e complice dove mai nulla cambierà. E nella campagna elettorale tanti saranno i candidati che si riempiranno la bocca di parole come trasparenza, legalità, pulizia morale e tante altre chiacchiere, come sempre.