E per ricordare la figura di Pio La Torre, politico integerrimo che all'età di 55 anni cadde per mano mafiosa il 30 aprile 1982, in anni in cui in Sicilia la politica spesso camminava a braccetto con la potentissima mafia siciliana addentellata anche nei palazzi romani del potere, ripubblichiamo un articolo del 7 settembre 2021 del lavocecosentina.it sulla presentazione del libro "L'Oro delle mafie" scritto da Franco La Torre, Domenico Morace ed Elio Veltri.
(nella foto in apertura Il libro di Franco La Torre - Domenico Morace e Elio Veltri "L'Oro delle Mafie" edito da PaperFirst nel 2020 con prefazione di Attilio Bolzoni)
Presentato a Longobardi il libro "L'Oro delle Mafie - Il grande affare delle confische" con gli autori Franco La Torre, Domenico Morace e Elio Veltri
"Denso di riflessioni e di proposte il seguito incontro - dibattito tenuto nei saloni di un noto albergo di Longobardi e con un folto ed attento pubblico sulla presentazione del libro "L'Oro delle mafie - Il grande affare delle confische" scritto dal prof. Elio Veltri, già deputato e sindaco di Pavia, Franco La Torre, studioso del fenomeno criminale e figlio del compianto On. Pio La Torre al quale si deve la normativa dell'associazione mafiosa e del sequestro dei beni e per la quale ha immolato la sua vita e Domenico Morace, noto avvocato impegnato in tante importanti inchieste giudiziarie a livello nazionale.
A promuovere e coordinare l'incontro Rosanna Grisolia del Comitato antindrangheta Tirreno Cosentino "Losardo - Martorelli" con il patrocinio dell'amministrazione comunale di Longobardi.
E in apertura dei lavori per l'amministrazione di Longobardi ha recato il saluto il vicesindaco della ridente comunità tirrenica, Antonio Costabile, ribadendo l'importanza di incontri che approfondiscono temi così rilevanti sul piano della lotta alle mafie.
Tanti i dati snocciolati dal prof. Elio Veltri, autore di tanti libri divenuti best seller, sull'immenso patrimonio gestito dalle mafie.
"Immense quantità di denaro - ha affermato Elio Veltri - custoditi in tante banche di Paesi Europei. Le mafie nella tattica del silenzio e nella strategica assenza di fatti eclatanti accrescono giorno dopo giorno i loro affari.
E' stato calcolato che gestiscono almeno 150 miliardi di euro l'anno. Cifre spaventose gestite con il colpevole silenzio delle istituzioni".
L'On. Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 30 aprile 1982
Per Franco La Torre "esiste in Italia una legislazione di eccellenza nella lotta alle mafie come esiste una valida antimafia sociale ma, nel contempo, vi è una politica che non pone all'ordine del giorno la lotta alle mafie ed agisce solo in seguito a fattori emozionali o del momento".
"La Legge Rognoni - La Torre, seppur validissima e pietra miliare nella lotta alle mafie ha oramai 40 anni e seppur integrata dalla creazione dell'agenzia che gestisce i beni confiscati necessita di una ristrutturazione che possa rendere più efficiente l'agenzia stessa - ha continuato Franco La Torre - con la consapevolezza che gestire beni confiscati alle mafie non è certamente semplice ed immediato".
L'avv Domenico Morace ha sottolineato l'esigenza di un riammodernamento del quadro legislativo che regola la gestione dei beni confiscati che sono un patrimonio immenso che, purtroppo, in gran parte rimane inutilizzato e, di conseguenza, deprezzato.
E' intervenuto, in seguito, il primo cittadino di Belmonte, Franco Bruno,che ha espresso vivo apprezzamento per l'iniziativa affermando come la legalità sia il baluardo del vivere civile e del saper amministrare anche nelle piccole comunità.
In seguito all'intervento dei tre autori si sono poi registrati altri interventi come quello del docente Unical, Walter Nocito, da sempre impegnato nell'antimafia sociale e nel Comitato antindrangheta "Losardo - Martorelli".
Per Walter Nocito è "necessario un risveglio delle coscienze, una presa d'atto che solo con un forte cambiamento culturale che possa seminare l'idea di cittadinanza e di diritti e doveri si potrà creare un forte argine culturale contro la cultura del mercinomio dei diritti, alla base della dominante cultura mafiosa".
Molto seguito l'intervento di Pietro Tarasi, noto imprenditore agricolo che ha sottolineato come "la confisca dei beni sia l'unica arma reale per combattere lo strapotere delle mafie che inquinano con i loro capitali il mondo economico creando forme di concorrenza sleali con condizionamenti che rendono sempre più difficile la vita degli imprenditori onesti che già soffrono per le difficili condizioni economiche attuali".
Interessante anche la testimonianza diretta del dott. Luigi Villani, esperto commercialista e amministratore giudiziario di beni confiscati, che ha illustrato alcune parti deficitarie della normativa confermando come l'Agenzia vada rivista e potenziata con un fondo ad hoc per la gestione di aziende confiscate ma efficienti sul mercato che possano rimanere tali anche se amministrate dallo Stato.
Anche Monica Nardi, docente di chimica sostenibile presso l'Università Magna Grecia di Catanzaro ha sottolineato come sia necessario far crescere la consapevolezza soprattutto fra i giovani del fenomeno criminale e come sia indispensabile far crescere soprattutto attraverso le scuole la cultura della legalità, per come sosteneva con convinzione Giovanni Falcone".
( Articolo pubblicato su lavocecosentina.it il 7 settembre 2021 )
Redazione
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