Da Pino Masciari, imprenditore e testimone di giustizia, e da Giancarlo Costabile, ricercatore e docente Unical di Storia dell'Educazione alla democrazia e alla legalità, che intervengono con coraggio e controcorrente sul silenzio assordante della cosiddetta "Società Civile" in merito alla recente operazione "Reset" condotta dalla Dda di Catanzaro, guidata dal Dott. Nicola Gratteri, riceviamo e integralmente pubblichiamo:
"Arriverà il giorno in cui in Calabria l'economia criminale sostituirà completamente quella legale". Questa la frase di illustri studiosi del fenomeno mafioso e questo il senso di un libro che edito da "Il Mulino" nel lontanissimo 1983 "La Mafia Imprenditrice" di Pino Arlacchi è da considerare una pietra miliare dell'analisi dello studio delle dinamiche criminali.
"Arriverà il giorno in cui in Calabria l'economia criminale sostituirà completamente quella legale". Questa la frase di illustri studiosi del fenomeno mafioso e questo il senso di un libro che edito nel lontanissimo 1982 "La Mafia Imprenditrice" di Pino Arlacchi è da considerare una pietra miliare dell'analisi dello studio delle dinamiche criminali.
Siamo come al solito al colmo. Ad intervenire sul sovraffollamento delle carceri in Calabria è il Garante per i detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, essendo la Regione Calabria l'unica regione italiana a non aver eletto il "Garante dei detenuti", quando il problema del sovraffollamento riguarda principalmente i penitenziari calabresi.
Da tempo era nell'aria e si vociferava di una maxi inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro guidata dal Procuratore capo, dott. Nicola Gratteri su Cosenza che in tanti ancora si ostinano a considerare una città non contaminata da una forte e radicata presenza mafiosa e, soprattutto, permeata da un "Sistema" fondato sulla corruzione, sul controllo dell'economia, sul riciclaggio e sul controllo del sempre fiorente mercato della droga.
Verso le prime luci dell'alba la sveglia dei cosentini è stato il volteggiare degli elicotteri dei Carabinieri che sorvolavano l'area urbana quale supporto della maxiretata caratterizzata da numeri importanti.
Ben 202 ordini di arresto dei quali 139 in carcere e 51 ai domiciliari, 11 sottoposti ad obbligo di dimora, un divieto di libera professione oltre a 52 indagati a piede libero.
Inchiesta che per numero totale di indagati, ben 254, per i quali deve essere sottolineata la loro innocenza fino alla conclusione del procedimento giudiziario, può essere paragonata ad una "Rinascita Scott" della città dei Bruzi.
A gestire la maxi operazione i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, delle Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, del Servizio centrale Operativo di Roma, dei finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, del Nucleo di Polizia Valutaria di Reggio Calabria, con il GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma.
Numerosi i capi d'accusa fra i quali, ovviamente e solo per alcuni, l'associazione di tipo 'ndranghetistico. Inoltre vi si ritrova nel corposo elenco l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
Corposo anche l'elenco dei beni sequestrati a numerosi indagati per un totale di 72 milioni di euro. Il sequestro dei beni è stato eseguito dai Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma,. Sequestro che sarà sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari.