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Nel lontano 1924 a Cosenza cadeva per mano fascista il giovane muratore Paolo Cappello, un giovane di soli 34 anni forte e robusto ma, soprattutto, innamorato del suo fervente ideale socialista.

Muore in Ospedale il 21 settembre dopo l'aggressione a colpi di pistola subita il 14 settembre.

In diecimila attesero l'uscita della sua salma dalla camera mortuaria.

"Non vi fu piccola lotta cosentina, economica o politica, che non lo rinvenne nella prima linea sempre pronto a sguainar l’anima dritta là dove la lotta per il pane e per l’Idea", scrisse Pietro Mancini che nel 1904 costituì la prima sezione socialista a Cosenza.

Scritto nel ricordo di Paolo Cappello  pubblicato nell'immediatezza della sua morte sulle colonne de “La Parola Socialista”, rivista politica fondata nel 1907 dallo stesso Pietro Mancini.

E il 25 aprile, giornata di Festa per la Liberazione, su iniziativa del "Comitato Spontaneo Piazza Spirito Santo" e in occasione del centenario dalla sua morte, alle 11.00 è stata scoperta una Targa sistemata nel rione Massa in ricordo del martire, esattamente nello slargo antistante il Complesso Monastico monumentale di Sant'Agostino.

Il luogo dove Paolo Cappello ha vissuto la sua breve esistenza.

Il militante socialista, Paolo Cappello

Mentre, nel pomeriggio, presso il centro polifunzionale del Comitato, sito in via A. Manzoni (rione Spirito Santo) si è tenuto il Ballo della Resistenza. 

Manifestazione molto partecipata che si è caratterizzata, oltre che sulla ricostruzione storica della breve ma significativa vita di Paolo Cappello e con la testimonianza di alcuni suoi discendenti, anche in una riflessione sull'attuale situazione politica nazionale e internazionale con pericoli di guerra e con progetti di divisione del Paese.

Molto seguito l'intervento dello storico Luigi Bilotto, del componente del Comitato spontaneo, Simone Canino, del primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso e del Presidente della Commissione Cultura, Domenico Frammartino.

Non poteva certo mancare l'intervento del promotore dell'iniziativa, Giannino Dodaro, presidente del Comiiato Spontaneo Piazza Spirito Santo" da sempre impegnato in prima persona nel rilancio del centro storico e della memoria e della storia che lo stesso rappresenta con iniziative culturali di notevole spessore.

Apprezzato anche il ricordo del martire Paolo Cappello da parte di Mario Gelsomino, discendente del giovane operaio immolato sull'altare della sua idea socialista e libertaria.

La Targa dedicata alla memoria del giovane Paolo Cappello nel suo rione, "Massa", nel centro storico di Cosenza

 

Fra i presenti anche Umberto Bernaudo, già sindaco di Rende ed esponente socialista e Peppino Carratta, già dirigente del vecchio Pci.

Nell'epopea della storia socialista cosentina della compianta e rimpianta Prima Repubblica è obbligatorio ricordare la storica sezione del vecchio Partito Socialista Italiano intitolata a "Paolo Cappello".

Sezione che fu una fucina di tanti dirigenti socialisti che proprio nelle stanze dell'antica sezione "Cappello" iniziarono la loro avventura politica.

In quella scuola di partito che era il Partito socialista cosentino che poteva vantare grandi maestri  come Giacomo Mancini e Francesco Principe.

Ma erano altri tempi, quando esisteva la politica ed esistevano gli ideali politici.

Quegli stessi ideali politici per i quali il giovane Paolo Cappello immolò la sua vita.

Ideali che oggi non esistono più sostituiti da affarismo, corruzione e individualismo sfrenato.

In una epoca buia dove il rischio di vedere sfumati e dispersi i valori della libertà sono sempre più concreti.

Nel silenzio e nella rassegnazione generale.

Redazione

 

 

  


Editoriale del Direttore