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Era un tarda sera del mese di Aprile del 2018, mi trovavo lontana dalla mia dimora abituale per motivi di salute, quando ricevetti una telefonata concitata e sinceramente un pò triste da parte di un uno dei tanti, pochi studenti rimasti in quello che fu il celeberrimo Istituto Tecnico Economico “V. Cosentino” di Rende : “….. Prof.ssa sono Franco Terranova, volevo renderla partecipe di una mia decisione, probabilmente non continuo gli studi …”. Come un macigno che precipita su una testa vuota e, quindi, spaccata a metà, mi appresto a dare e a supportare le mie idee, esplicitandole in maniera più o meno chiara, con delle frasi non sempre connesse,ma, di fatto, rimando la ripresa del colloquio al giorno seguente. Tra lo sgomento e lo sconcerto, passai una nottata agitata, il giorno successivo avrei dovuto dare un apporto e un sostegno a quello studente, uno dei pochissimi che, ogni anno, veniva ammesso alla classe successiva con ottimi risultati in ogni disciplina e veniva omaggiato, insieme alla sua classe, la mitica VB SIA, con il Primo posto assoluto dai rappresentanti del passato MIUR in collaborazione con il CINI, per l’encomiabile riuscita di un progetto di informatica, “Programmare le regole”, edizione 2018. Purtroppo, ahimè, questo compito mi sembrava veramente increscioso e difficile da assolvere, ma tra un pensiero e l’altro, come un fulmine a ciel sereno, mi balenò in mente quello che ero solita ripetere, sotto forma di réfrain, ai miei studenti “… fate sempre dei vostri punti deboli, i vostri punti di forza, lavorate su voi stessi come se doveste combattere le battaglie senza armi in mano, come fareste a sconfiggere il vostro più acerrimo nemico, il vostro acre nemico? La vita non si ferma, continua”.Sono stati questi ritornelli, questi moniti e tanto altro che hanno contrassegnato la mia carriera di docente di francese, ma questa volta era più complicato affrontare il problema perché probabilmente il personale coinvolgimento emotivo era di gran lungo superiore rispetto a tanti altri episodi affrontati durante la mia carriera scolastica. Di conseguenza, mi ero, decisamente, imposta la ferma e distaccata posizione del ruolo rispetto al ventaglio di proposte da offrire affinché queste potessero sortire l’effetto desiderato: “Franco Terranova dovrà continuare gli studi.” A volte cerchiamo e ricerchiamo grandi soluzioni di fronte ai grandi problemi della vita, mentre quella più efficace è comunque sotto i nostri occhi e non la percepiamo, ad ogni modo è quella più semplice. La vita non si ferma, ma continua. Su questo tema della continuità abbiamo discusso così tanto che alla fine è diventato il “quid” attraverso cui lo studente Franco Terranova ha improntato il percorso conclusivo degli studi della scuola secondaria di secondo grado e l’iscrizione a Pisa dei suoi successivi studi accademici in Ingegneria Informatica. Oggi, Franco Terranova ha appena conseguito, in un percorso di eccellenze a numero chiuso, in soli due (2) anni e dieci (10) mesi il primo triennio della laurea in Ingegneria Informatica a Pisa, con la meritatissima votazione di 110/110 e lode. Franco è un ragazzo come molti altri della sua età che, pur nelle mille difficoltà che ad ognuno la vita possa riservare, porta avanti ideali molto elevati e rispettosi, più di quanto siano alla portata di molti adulti. E’ generoso, leale, sincero (fin troppo!!!), grande amicone, disponibile verso tutti e verso il mondo circostante; ama ogni forma di vita e porge verso essa un’indiscutibile ed animosa battaglia contro chi, al contrario, possa sopprimerla, ridicolizzarla e/o banalizzarla; ama la natura e ne perlustra con grande curiosità gli anfratti più sconosciuti, rispettandola e cercando di apportare un suo personale positivo contributo. In altre parole, Franco Terranova è un ragazzo su cui poter contare per un futuro più luminoso e meno incerto e nebuloso.   Non solo, ma insieme allo studio dei perentori e durissimi esami , Franco ha arricchito il proprio curriculum professionale, conseguendo certificazioni e altri titoli uno tra tutti, è stato scelto tra cinquanta (50) altre eccellenze italiane nel settore dell’ITC per la partecipazione con encomiabile successo al “ Seeds for the future, programma CSR a livello globale di Huawei, edizione 2020.  A tal proposito, mi corre l’obbligo morale e personale di porgere sentitamente i più sinceri e copiosi auguri per la riuscita di questo primo traguardo, cui seguirà il biennio specialistico nel campo dell’AI and data engineering presso l’Università di Pisa. Franco Terranova è l’emblema di chi, tenacemente e indefessamente, ha cercato di crescere con le proprie forze, nutrendosi ed abbeverandosi al sapere, a volte con l’alterigia propria della tappa ontologica del proprio sviluppo personale, ma con grande consapevolezza che nella vita “Proffi non si finisce mai di imparare e , se, spesso ho rifiutato quegli insegnamenti che, apparentemente potessero essere banali, l’ho fatto perché chiedevo di più e questo, il sistema scolastico italiano non lo prevede o quanto meno non sempre risulta idoneo a compiere dei passi successivi rispetto ad una mediocrità diffusa” [op. cit. da un dialogo con lo studente]. Forse le parole un po’ “peccaminose” di questo studente ci devono far riflettere. L’ ITE “V. Cosentino”, l’istituto superiore di cui ha fatto parte questo studente, è stato dimensionato ed accorpato all’IPSAAR “F. Todaro”; ma il fatto che l’Istituto abbia perso la propria autonomia, non è mai da attribuire ad un solo colpevole; tutti abbiamo, a vario titolo e responsabilità, avuto parte in causa. Certamente, nella terra di Calabria, il sistema socio-economico-politico non ha mai aiutato responsabilmente alla crescita personale,  individuale e collettiva, men che meno ha dato linfa vitale ad aggregazioni, comunità ed istituzioni sociali atte a promuoverle. La scuola, in generale, ha risentito molto sia dei vari governatorati locali che nazionali. Il sentimento diffuso  di facile e diretta denuncia non ha mai avuto modo di manifestarsi, anche negli animi più combattivi della gente di Calabria. L’omertà, l’ipocrisia, la volgare e libidinosa richiesta di “favori”, la lercia menzogna, la disonestà intellettuale, la corsa inconsueta verso il Dio “Denaro”, hanno messo a tacere anche coloro i quali, pur essendo nati, cresciuti e formati a tutt’altre scuole di pensiero e di ideali morali e civili, come i nostri giovani talenti, tanto da decidere di voler partire, di volere andare via da una terra in cui tutti sanno, ma nessuno mai parla. Il “non dire” e il “non so” hanno condannato e penalizzato ad un futuro senza che ci sia mai stato “ l’hic et nunc”, per cui tutti restiamo in un “nemo profeta in patria”. Allora, cosa dire ad uno studente, cui ti rivolge quesiti esistenziali su un Istituto scolastico che è stato un esempio da imitare ai tempi di collegialità e dirigenze forti, ma che in men che non si pensi è stato raso al suolo? Questo è il frutto di un cambiamento che non significa affatto progresso ma involuzione di una dissacrante inciviltà in cui tutti i principi definiti dalla carta costituzionale diventano ad un tempo anticostituzionali e fuorvianti, detentori dei cosiddetti “poteri forti ed occulti”. Le aquile volano alto ma scendono in basso per catturare quei poveri agnellini che pascolano in prati immersi di sostanze tossiche. Tu, Franco Terranova, così come tanti altri studenti, avete nobilitato e nobilitate il senso profondo, indiscusso e proficuo di quello che è stato l’ITE “V. Cosentino” di Rende e porterete alto l’onore della vera terra di Calabria, ovunque voi andiate, manterrete forti e ben salde quelle radici di una calabresità autentica ed incorruttibile di cui poco si parla, ma che di fatto è una realtà. Ad maiora semper!!!

Ivana Ferraro

Editoriale del Direttore