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In merito alle recenti inchieste che hanno coinvolto esponenti e dirigente della Polizia Penitenziaria che hanno suscitato ampio scalpore interviene Pino Masciari, storico Testimone di Giustizia, da sempre impegnato nella lotta per la legalità.

"Le carceri non sono più luoghi di detenzione, sono vere e proprie università del crimine. E questo si sa da tempo. È sempre stato così. Sono il luogo dove la criminalità organizzata provvede a premiare i suoi affiliati, anche conferendo “doti” nuove.

La realtà che è emersa nel carcere di Catanzaro, dove pare circolare di tutto (droga, telefoni cellulari, smartphone utili per videochiamate ecc.), non mi stupisce - afferma Pino Masciari e di fatto non è una novità".

"Lo stesso tipo di “sorprese” sono emerse neanche dieci giorni fa nel carcere di Corigliano Rossano (CS), dove sono stati trovati circa centotrenta cellulari e ancora, qualche mese fa, nel carcere di Vibo Valentia, nella sezione di alta sicurezza, dove ne vennero ritrovati circa dieci.

E chissà cosa verrebbe fuori se allo stesso tipo di indagine fossero sottoposti tutti i penitenziari e, mi verrebbe da dire, tutti i posti dove si esercita potere, dalle pubbliche amministrazioni a finire ai palazzi di giustizia! C’è poco da scandalizzarsi. Questa - continua il testimone di giustizia - è solo l’ennesima conferma di quel sistema generale colluso e connesso con la “cosa unica” dal quale nessun settore, pubblico e privato, può dirsi indenne".

"Un sistema parassita che attecchisce ovunque trovi il terreno fertile di chi si presta ad essere strumentalizzato, per profitto personale o anche solo per paura. Un circuito malato che fa crescere sempre più rigogliosa quella gramigna che è la criminalità organizzata.

A subire sempre - conclude Pino masciari - rimangono solo gli onesti, soffocati e strozzati da questo sistema criminale, ormai divenuto cronico e per il quale ancora non si scorge la fine".

Redazione


Editoriale del Direttore