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In Calabria oramai quotidianamente si registrano atti intimidatori verso le imprese e tutte le attività economiche. Anche il recente atto intimidatorio ai danni dell'azienda di Pippo Callipo, imprenditore che ha creato lavoro per ben 500 addetti ha suscitato ampio scalpore.


E Pippo Callipo con la sua proverbiale e granitica volontà e determinazione è fermo nella sua posizione di non voler cedere ad alcuna intimidazione.

"Ho pensato ai miei 500 dipendenti, che sono l’anima delle mie aziende. È come se quei colpi di pistola - ha sostenuto Pippo Callipo in un'intervista al Corriere della Sera - avessero attinto anche loro. C’è chi tenta la strada più facile, scendendo a compromessi con le cosche, che li fanno sentire sicuri, poi però gli fregano l’azienda. Io, invece, denuncio".

"A volte ti prende lo scoramento. Io, però, ho deciso di lottare e di sfidare le organizzazioni criminali, che spesso si fanno sentire con atti intimidatori, come è successo a me, e il sistema di corruttela che ammorba le imprese. La Calabria è una terra difficile e chi resta qui a fare impresa deve mettere in conto che questa è una regione dove la legalità, il senso civico, le infrastrutture, sono fattori che molti ignorano. Quando ne parlo nei convegni mi prendono per paranoico".


"La Calabria - ha continuato il noto imprenditore calabrese - sta diventando una terra di anziani.

I giovani vanno tutti via dopo la laurea per andare all’estero. Chi rimane è costretto a lavorare al nero. È una vera piaga – conclude – Non c’è attività che non sia piena di giovani mal pagati e sfruttati. La politica, i sindacati, l’ispettorato del lavoro, sono tutti consapevoli di questo fenomeno. Nessuno, però, fa qualcosa per arginarlo".


Inutile soffermarsi sul fatto che come al solito alle dichiarazioni coraggiose e sincere dell'imprenditore Callipo sono seguite le solite stucchevoli dichiarazioni di politici e responsabili di partito con comunicati di solidarietà densi delle solite promesse mai mantenute.


Dichiarazioni di tutti quei politici calabri che parlano in un modo e poi detengono il potere politico attraverso il voto di scambio, il controllo del territorio e l'esercizio quotidiano di illegalità diffusa certi dell'impunità assoluta garantita dalla corruzione endemica delle Istituzioni e di chi li rappresenta.


Tutto sempre nella norma, atti intimidatori, qualche imprenditore coraggioso che non cede, il solito rituale di solidarietà e tutto da decenni continua senza mai nessun cambiamento.
Nell'assoluto controllo del territorio da parte del connubio politica - criminalità - istituzioni corrotte che rendono il "Sistema" Calabria inamovibile ed eterno.

Redazione


Editoriale del Direttore