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Il leader del Movimento "Diritti Civili", Franco Corbelli, risponde all'appello pubblico che un militante e dirigente calabrese di Forza nuova, Igor Colombo, gli ha rivolto per intervenire sulla situazione difficile nella quale versa il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, attualmente detenuto e in gravi condizioni di salute. Ed in merito a tale appello Franco Corbelli, da oltre 30 anni storico garantista, chiede alla "magistratura, alla competente Procura della Repubblica di Roma, che ha emesso il provvedimento restrittivo, la scarcerazione o, in alternativa, concessione dei domiciliari per il segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, attualmente detenuto a Napoli, dopo l’assalto alla sede della Cgil e oggi, come denunciato dai suoi due legali, in gravi condizioni di salute».
«Sono agli antipodi delle posizioni politiche di Forza Nuova ma, coerentemente con la mia lunga ultratrentennale storia garantista, che non ha mai guardato ai colori politici o allo status sociale delle tantissime persone, famose e non, indagate o arrestate che ho, in tutti questi anni, difeso, raccolgo l’appello, che mi ha fatto come privato cittadino, del militante e dirigente calabrese di Forza Nuova, Igor Colombo, e chiedo che venga consentito a Roberto Fiore di lasciare subito il carcere di Poggioreale a Napoli, dove è attualmente recluso, e possa ottenere almeno gli arresti domiciliari per le sue critiche condizioni di salute, così come denunciato dai suoi due legali, Carlo Taormina e Nicola Trisciuoglio, afferma Corbelli. Non si tiene da un mese in carcere un uomo malato, al di là del reato di cui è accusato, in questo caso ancora da dimostrare in un regolare processo e certamente non riconducibile a  fatti di sangue, terrorismo o strage! Non si giustifica per questo il mantenimento ancora in carcere di Roberto Fiore così come anche degli altri arrestati per i fatti legati all’assalto della sede della Cgil. Condanno naturalmente l’assalto alla sede del sindacato e correttamente non entro nel merito della vicenda giudiziaria, che farà il suo corso e in un regolare dibattimento si accerteranno fatti e responsabilità precise, ma oggi continuare a tenere in galera Roberto Fiore, un uomo malato, lo ritengo un fatto ingiusto, non degno di un Paese civile e di uno Stato di diritto. Di fronte anche all’aggravamento delle sue condizioni di salute non c’è alcuna ragione cautelare (inquinamento delle prove, reiterazione del reato o pericolo di fuga) che possa giustificare la detenzione in cella. Deve inoltre valere per lui, così come per ogni imputato, il principio di presunzione di innocenza. Non dimenticando che non è certo accusato per fatti di sangue o di strage! Ma per aver preso parte all’assalto (sbagliato e da condannare!) alla sede della Cgil. Con onestà riconosco che Fiore lottava, insieme al popolo che era in piazza a Roma, per una causa giusta, sacrosanta(quella contro il Green pass ricattatorio, liberticida e antidemocratico, che anche noi come Diritti Civili stiamo da mesi conducendo!) ma ha commesso un errore quando ha lasciato la pacifica Piazza del Popolo per dirigersi verso la sede della Cgil, sia pure “scortato” dalle stesse forze dell’ordine! Doveva rimanere in piazza e da lì continuare gandhianamente, insieme alle 100mila persone, la sacrosanta protesta contro il provvedimento punitivo del Governo, che ha buttato in mezzo ad una strada e nella disperazione milioni di italiani, che hanno perso lavoro, stipendio e serenità! Doveva fare come da 16 settimane si sta pacificamente facendo, ogni sabato, in tutte le piazze italiane. E come adesso questo Governo vorrebbe vietare, con una nuova violazione della nostra Costituzione! Anche per questo, coerentemente con la mia lunga, ultratrentennale storia garantista, chiedo oggi alla magistratura romana la scarcerazione o in alternativa la concessione dei domiciliari di Roberto Fiore, un detenuto gravemente malato, in modo che possa così curarsi in modo ottimale e adeguato».

Editoriale del Direttore