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Le tante proteste dei calabresi contro la decisione del Governo di istituire la zona rossa per la Calabria sono comprensibili e sacrosante considerando anche la drammatica situazione economica che vive la nostra terra ma se il Governo ha adottato tale decisione lo si deve principalmente ai dati che sono pervenuti dalla Regione. Quella Regione i cui esponenti oggi gridano al complotto e con un fastidioso e repellente scaricabarile addebitano solo al Governo e al commissariamento della sanità le colpe esclusive di una sanità stessa oramai al collasso. Come se il commissariamento fosse piovuto dal cielo colpendo in modo indiscriminato i tanti angeli duri e puri che formano la Casta politica regionale degli ultimi decenni. Il Governo valutando i dati regionali ha elaborato la possibilità di una più che probabile escalation del contagio assolutamente non gestibile per tutte le deficienze e manchevolezze del sistema sanitario che non è solo la mancanza cronica di posti - letto in terapia intensiva ma è anche la disorganizzazione di seguire il tracciamento dei focolai e di tanti altre tipologie di interventi che da noi sono sempre precari e difficili. Altro fatto non trascurabili è la cronica mancanza di personale che raggiunge in alcuni casi livelli impressionanti. Altro che responsabilità del Governo. Altro che complotto del Governo di sinistra contro una Regione a guida centrodestra. Motivazioni assurde e senza alcun significato che servono solo a scaricare ad altri le proprie colpe. Del resto mai in Calabria si è assistito ad un politico che abbia mai fatto un "mea culpa" ammettendo di aver fatto parte di quella Casta che ha condotto la Calabria nella tragedia nella quale versa. La colpa è sempre degli altri. I corrotti sono sempre gli altri, i politici ladri sono sempre gli altri ed anche quando qualche politico rimane invischiato in qualche indagine giudiziaria è sempre un complotto, è sempre una strategia politica per fermarlo, è sempre una trappola, mai una indagine su un presunto reato. Quello non esiste. Perché il politico non compie mai reati. E' sempre un complotto della magistratura che vuole bloccare la carriera di politici adamantini, santi e onestissimi. Questa è la cultura dominante. Oggi la sanità che in Calabria è stata sempre il teatro di un forte intreccio fra 'ndrangheta, corruzione e politici corrotti è alla rovina per colpa del Governo. Tutti hanno dimenticato l'omicidio di Francesco Fortugno nel 2005, tutti dimenticano le commissioni d'accesso antimafia di tante Asp, tutti dimenticano le carriere politiche e le immense fortune economiche di alcuni politici e famiglie, fortune di centinaia di milioni di euro, che gestendo la sanità da umili origini oggi sono ricchissimi e vivono alla grande nei quartieri più blasonati della Capitale. Tutti dimenticano personaggi che poveri in gioventù in pochi decenni sono diventati ricchissimi grazie e soprattutto per la gestione degli affari nella sanità. Purtroppo la sanità coinvolge tanti colletti bianchi, tanti imprenditori - prenditori ed anche la giustizia fortemente corrotta e collusa non ha mai indagato per come avrebbe dovuto negli affari della sanità calabrese garantendo la totale impunità. Questa è la sanità calabrese, altro che colpe del Governo, che, comunque pur sussistono, ma sono molto minori rispetto all'orda famelica dei politici carnefici che sulla salute dei calabresi hanno basato il loro immenso potere.
Redazione


Editoriale del Direttore