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Il voto in Calabria è da sempre un fondamento assoluto dei rapporti sociali, amicali e di clientela sulla quale è fondata l'architettura sociale, economica e relazionale che caratterizza una terra debole e servile come la Calabria.

( nella foto in apertura Cetto La Qualunque con suo figlio Melo, che Cetto vuole lanciare in politica, come si usa da sempre in Calabria )


In Calabria il voto è sacro, soprattutto quello reso in chiave tragicomica ma maledettamente reale nel personaggio immaginario di Cetto La Qualunque interpretato magistralmente dal bravo attore Antonio Albanese, nel film "Qualunquemente" del 2011 diretto da Giulio Manfredonia.

Non per nulla la figura di Cetto La Qualunque, per come ha affermato lo stesso Albanese - nasce da un suo viaggio in Calabria e dall'osservazione di un candidato a sindaco di un comune della provincia di Reggio Calabria.

E in una terra come la Calabria è una vera e propria "Bufala" il dato dei non - votanti, cioè di coloro i quali per protesta non si recano alle urne.

In realtà alle urne si recano quasi tutti e  il 97% di chi vi si reca esprime nelle elezioni regionali una o due preferenze. 

Mentre in Lombardia solo il 12% di chi si reca al voto esprime una preferenza.

Infatti in Consiglio Regionale della Lombardia vi sono eletti con pochi centinaia di voti e addirittura un consigliere, Jacopo Dozio, è stato eletto nella lista del Presidente Fontana con soli 93 voti. Un numero di voti che in Calabria sono il nulla.

L'On. Jacopo Dozio, eletto nel Consiglio Regionale della Lombardia con sole 93 preferenze

Ma perchè i dati "ufficiali"1 dei votanti sono una Bufala?

La spiegazione è molto semplice.

Fra coloro i quali hanno diritto al voto sono inseriti due entità enormi, circa 500.000 fuorisede, cioè coloro i quali vivono altrove ma conservano la residenza in Calabria e circa 400.000 iscritti all'AIRE, l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, che, ovviamente, vivendo per lo più in Argentina e Brasile non hanno mai votato.

Per la precisione gli iscritti all'AIRE sono 393.898, infatti gli iscritti al voto per le politiche ( quelle più recenti del 25 settembre 2022) erano 1.4896.834, dove non sono presenti gli iscritti all'AIRE considerato che il voto alla Camera si effettua attraverso le Ambasciate.

Vi sono decine e decine di Comuni dove gli iscritti alle liste elettorali sono 4.0000 e gli abitanti reali sono non più di 1.000.

I veri elettori, detratti gli iscritti all'AIRE e i fuorisede, sono circa 1.000.000 essendo i veri abitanti in Calabria circa 1.300.000.

Cifra alla quale devono essere sottratti i minorenni, che, ovviamente, non votano.

Infatti nelle elezioni regionali del 3 e 4 ottobre 2021 si recarono alle urne in 838.691 elettori che, paradossalmente, sono il 4,36%, d'una cifra mostruosa e irreale di ben 1.890.732 iscritti alle liste elettorali, quando in Calabria i veri abitanti, compresi i minorenni, sono circa 1.300.000.

E nelle elezioni regionali del 26 gennaio 2020, quando venne eletta la compianta Jole Santelli, si recarono al voto in 840.563, cifra praticamente identica a quella del 2021.

Nel 2020 Jole Santelli venne eletta con 449.705 voti e nel 2021 Roberto Occhiuto con 431.675 voti. Cifre molto vicine fra loro.

Infatti in uno studio dei numeri elettorali si evince che da circa 20 anni l'elettorato granitico e inamovibile del centrodestra si aggira fra i 420 - 450.000 elettori.

Che corrispondono alla somma delle preferenze dei grandi elettori, cioè dei politici professionisti che possono addirittura tramandare le loro preferenze da padre in figlio, come una casa o un'automobile o una qualsiasi proprietà.

Basta analizzare le liste condite di portatori di voti ( clientelari) e professionisti nonchè carnefici della Calabria e prevedere con un buon margine di esattezza chi vincerà e chi sarà eletto.

Altro che voto di protesta e non voto.

Il voto in Calabria è controllato, catalogato, definito e fortemente clientelare. 

Ogni capo - bastone ha il suo prezioso pacchetto di migliaia di voti frutto di assunzioni truccate, favori nella sanità, affari, cerchi magici e imbrogli di varia natura.

Infatti il calabrese medio pone sempre in vendita il suo voto e non lo darà mai e poi mai per ideali o per altro.

Un "sistema" socio - politico fondato sull'illegalità che vede nella vendita e nel mercato del voto la base della sua schifosissima selezione di una classe dirigente che uccide giorno dopo giorno finanche la speranza.

Ma questo è quello che vuole l'elettorato calabrese da sempre.

E per sempre.

Amen


Editoriale del Direttore