Gli ultima dati emersi da una ricerca della Cgia di Mestre e dalla pubblicazione dei dati Istat relativi al 2024 fotografano una Calabria che inesorabilmente continua a perdere giovani che preferiscono andarsene altrove, che continua a decrescere con sempre meno nati e che continua ad avere il primato nazionale della percentuale più alta di popolazione a rischio povertà, il 48.8% dei 1.832.147 residenti.
Rispetto a tali dati continuano le favole di una classe politica dominante sempre più cialtrona e bugiarda che con il megafono della gr5an parte della stampa lecchina e serva del potere raccontano di una Calabria in crescita, di una Calabria felix, di una Calabria che progredisce e avanza.
Prendendo esempio dalla classe politica dominante nazionale e continua a sostenere che l'Italia è in ottima salute quando invece le povertà aumentano e il ceto medio oramai è quasi scomparso in Calabria si canta vittoria quando i dati smentiscono platealmente tutte le fandonie profuse a piene mani da una classe politica sempre più privilegiata e sempre più lontano dalla gente e dai suoi reali bisogni.
Chiusi nel Palazzo della Cittadella regionale solo di qualche centinaio di metri quadrati della Reggia di Versailles inebriati dal potere e dai loro immensi privilegi i politici calabri non possono certamente comprendere le difficoltà di chi vive con una misera pensione di 500 euro al mese o di chi da lavoratore povero con 600 - 700 euro al mese deve augurarsi di non avere mai alcun problema di salute o di altra natura.
La Reggia di Versailles e la Cittadella Regionale
Ma ai tempi della Reggia di Versailles i francesi che sono tutt'altro che calabresi scesero in Piazza e fecero la rivoluzione.
In Calabria più muoiono di fame, più hanno bisogno e più si prostrano ai potenti, più si inchinano al potere con la speranza di un tozzo di pane o, ancora peggio, di una falsa promessa che mai si realizzerà.
Intanto i giovani, soprattutto quelli laureati, vanno via e le nascite continuano a diminuire.
L'azione combinata dei giovani che vanno via e della minore natalità porta inevitabilmente all'invecchiamento della popolazione e alla diminuzione della stessa.
I nati in Calabria nel 2024 sono stati solo 12.700, il 4,5% in meno rispetto all’anno precedente.
Il calo più forte nelle nascite rispetto all’anno precedente è stato registrato a Cosenza (-6,9%), seguita da Reggio Calabria (-4,7%) e Catanzaro (-3,9%).
La popolazione residente in Calabria al 1 gennaio 2025, è di 1.832.147 residenti di cui e 106mila di nazionalità straniera.
Ma i veri abitanti, cioè quelli che risiedono e vivono in Calabria non sono più di 1.430.000, essendo almeno in 400.000 coloro i quali conservano la residenza in Calabria ma in realtà vivono per studio o per lavoro in altre regioni. Che poi non sono altro che i cosiddetti "Fuorisede".
Il 12,5% dei residenti è compreso nella fascia di età 0-14, il 63,1 tra 15 e 64 anni, e il 24,4 oltre i 65 anni.
Un quarto dei residenti supera i 65 anni, circa 450.000. Inoltre in Calabria coloro i quali vivono con una pensione sono circa 600.000, la percentuale più alta d'Italia e che supera di gran lunga i circa 500.000 calabresi che formano la forza - lavoro.
Il dramma della disoccupazione
Il resto sono studenti e disoccupati.
Cifre da far accapponare la pelle e che ben delineano una realtà che più che moribonda fra una ventina d'anni sarà praticamente al di sotto del milione di abitanti con il 70 - 80% pensionati sempre che fra una ventina d'anni vi sia un Paese in grado ancora di sborsare le pensioni.
In un quadro così devastante non vi è alcuna reazione civile, non vi è alcuna coscienza dell'esitente e aumenta a dismisura il lecchinaggio ai politici, cioè a coloro i quali sono i carnefici del popolo calabro.
Ma per una inguaribile sindrome di Stoccolma i calabresi hanno sempre amato e venerato i loro carnefici e i loro padroni. Lo insegna la storia di un popolo dominato da tutti e sempre abituato allo schiavismo e alla questua al padrone di turno.
In tale contesto a usufruirne e ad avere sempre più peso è la corruzione dilagante e la criminalità che oramai, esaurita la funzione del ceto medio, è l'unico ascensore sociale rimasto.
Solo se prescelti dalle mafie e con la propensione alle tangenti e alla corruzione si può sperare di entrare nei partiti politici che sono solo alla ricerca di novelli tangentisti e collusi e fare carriera.
Se per propria sfortuna si dovesse nascere con i valori oramai desueti della correttezza e della tante vituperata. o diat e oramai fuori moda dell'onestà non spetta che una vita alla Fantozzi.
E anche l'analisi socio economica della Cgia di Mestre non induce a grande ottimismo.
In Calabria il rischio povertà coinvolge il 48,8% dell'intera popolazione.
Il dato nazionale è del 23,1% della popolazione italiana, 13,5 milioni, Quello calabro è più del doppio.
E nonostante tutto ciò il ceto politico continua a sostenere che tutto procede bene, che tutto è in fase di soluzione. Che la Calabria risorgerà.
Un grazie di cuore a chi diffonde tali bugie e a chi contribuisce a diffondere falsità e favole.
E un grazie di cuore a coloro i quali rimangono nell'ombra senza fiatare accettando in silenzio tutto ciò.
Il loro contributo di pavidità e paura sarà fondamentale per la distruzione della speranza delle nuove generazioni.
Loro che non hanno colpe pagheranno le colpe delle generazioni precedenti.
Sempre nel silenzio e nell'attesa del piccolo favore chiesto al politico di turno che non arriverà mai e poi mai.
Ci si vende l'anima e la dignità solo per una falsa promessa.
Una caduta in basso negli abissi.
Redazione