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In più occasioni esponenti di primo piano della Chiesa hanno esortato i calabresi a non accettare passivamente la legge sull'Autonomia Differenziata che, già approvata al Senato, sarà approvata anche alla Camera prima delle elezioni Europee dell'8 e 9 giugno per come ha richiesto il segretario della Lega, Matteo Salvini.
 
Ad esprimere forte contrarietà all'Autonomia Differenziata la Conferenza Episcopale Calabrese e in forma ancora più diretta, Monsignor Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Cei.
 
Per Monsignor Savino è necessario che si abbandoni la rassegnazione e il fatalismo ed esorta i calabresi a studiare, informarsi e confrontarsi.
 
Sottolineando anche i tempi brevi, affinché "non sia troppo tardi".
 
Inoltre Monsignor Savino rivolge anche un forte appello ai deputati eletti nelle regioni del Mezzogiorno, ai Governatori delle regioni meridionali, ai consiglieri regionali, ai sindaci. 
 
Certamente l'appello della Chiesa merita lode e ammirazione ma parte da un presupposto errato, cioè quello che in Calabria esistano ancora delle sacche della popolazione in grado di indignarsi, di partecipare in modo collettivo ai processi decisionali e in grado di agire dopo essersi informati, dopo aver studiato e dopo essersi confrontati.
 
Vi è senz'altro una parte della popolazione che è nelle condizioni di riflettere su quello che comporta la legge sull'Autonomia Differenziata ma è sempre più una piccola minoranza oramai insignificante rispetto ad una massa sempre più vasta di calabresi che non si informano, non studiano, non si confrontano.
 
Basti pensare che in una recente intervista condotta a Cosenza nessuno degli oltre venti intervistati sapeva cosa fosse la legge sull'Autonomia Differenziata. La maggioranza ha pensato che riguardasse il tema della raccolta differenziata dei rifiuti.
 
La protesta al Senato dell'opposizione al momento dell'approvazione della legge sull'Autonomia Differenziata
 
Oltre all'ignoranza dilagante persiste l'abbandono di qualsiasi militanza politica, la voluta disinformazione, la crisi spaventosa delle istituzioni culturali come la scuola, l'uso smodato dei social da parte dei giovani che vivono oramai in un mondo virtuale lontanissimo dal mondo reale.
 
A questo si aggiunge l'atavico rifiuto da parte dei calabresi della ribellione mista al fatalismo e all'accettazione passiva di tutto e di più.
 
La legge sull'Autonomia Differenziata sarà legge, le Regioni forti del Nord ne avranno vantaggi e quelle del Sud verranno penalizzate.
 
Fra queste la più penalizzata sarà come sempre la Calabria che ha votato e continuerà a votare i politici che al Senato hanno già approvato l'Autonomia Differenziata e che voteranno alla Camera.
 
Del resto nessuna novità. I calabresi hanno sempre votato i loro carnefici afflitti da una feroce sindrome di Stoccolma, ( la sindrome psicologica dello schiavo pronto ad amare i propri carcerieri, i propri carnefici).
 
L'appello della Chiesa cadrà nel vuoto, la Calabria sarà sempre più povera e i giovani continueranno ad andare a vivere altrove.
 
Come sempre nulla cambierà. Come sempre nei secoli dei secoli.
 
Amen

Editoriale del Direttore