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Gli incendi dei boschi nei periodi estivi, i tagli abusivi degli alberi e la gestione illecita dei rifiuti gestita alla criminalità sono una mistura perfetta che arricchisce i clan ma che nel contempo determina la distruzione del nostro ambiente.

Una strategia criminale che ha trasformato da anni la gestione dei rifiuti in uno dei più grandi affari della 'ndrangheta che essendo la vera mafia imprenditrice globalizzata non poteva non porre le sue attenzioni sul fenomeno della produzione di energia rinnovabile, pulita ed ecologica.

Uno dei tenti incendi dolosi in Calabria

Ma quando su progetti mirati alla salvaguardia dell'ambiente si inserisce la mano criminale si sovverte anche lo stesso obiettivo di salvaguardia dell'ambiente.

Anzi diventano esattamente l'opposto. E' il caso dell'ultima inchiesta condotta dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, che ha rimarcato come "dalle indagine fatte si desume che alcuni indagati (ovviamente presunti innocenti fino alla fine del procedimento giudiziario) si accaparravano il controllo di vaste aree dei boschi, il taglio e il trasporto del legname e il successivo conferimento nella centrale di biomasse. Abbiamo documentato che almeno il 50% di quello che veniva conferito era materiale altamente inquinante, quindi una fonte di biomasse che dovrebbe produrre energia pulita invece produceva inquinamento".

Terreni in Calabria con interrati rifiuti tossici

"Si conferma come le mafie - conclude Nicola Gratteri - e la 'ndrangheta in particolare si adattino alle opportunità economiche che via via si presentano, come le biomasse in questo caso".

E questa indagine è solo l'ultima in ordine di tempo di centinaia e centinaia di inchieste che negli ultimi decenni hanno dimostrato di come il traffico dei rifiuti e, più recentemente, la gestione delle strutture che producono energia alternative come alcuni parchi eolici, siano parte integrante dei molteplici affari gestiti dalla 'ndrangheta sempre più imprenditrice e sempre più controllore e gestore del mondo dell'economia.

In tale contesto si inserisce un quadro di inquinamento ambientale molto marcato che è probabilmente legato anche all'aumento anno dopo anno dell'indice tumorale che ha superato in Calabria anche quello di zone da sempre industrializzate come l'area del bergamasco e della periferia milanese.

Vi sono oramai delle sentenze giudiziarie che confermano la stretta relazione fra l'aumento dei casi di tumore e l'inquinamento ambientale. La distruzione sistematica dell'ambiente per il dio denaro rappresenta uno dei seri pericoli per il nostro futuro e per le nuove generazioni.

Tante le terre dei fuochi sparse per la Calabria. Un fenomeno sottovalutato e coperto da una forte e radicata omertà collettiva.

Un fenomeno che, invece, dovrebbe essere contrastato e combattuto.

Per il bene e per la salute soprattutto delle nuove generazioni.

Redazione

Editoriale del Direttore