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Il Pronto Soccorso dell'Ospedale Annunziata di Cosenza, il lazzaretto di manzoniana memoria

Il 4 novembre 2001 il Governatore On. Roberto Occhiuto è stato nominato dal Consiglio dei Ministri Commissario ad acta della sanità in Calabria. Dopo dieci infernali anni di agonia della sanità calabrese finalmente una buona notizia. Ritorna nelle mani del Governatore della Regione la gestione concreta e reale del dramma sanità. Sono trascorsi da allora quattro mesi e 25 giorni e grande era la speranza di un avvio concreto al cambiamento. Ma soprattutto grande era l'attesa per il dramma nel dramma rappresentato dal Pronto Soccorso dell'Ospedale dell'Annunziata di Cosenza, oggetto per anni di denunce, di report Tv a livello nazionale, di polemiche, di interrogazioni parlamentari e teatro di immani sofferenze per chi cerca conforto e trova la perenne insufficienza del personale e i tanti e irrisolti problemi afferenti ad un settore che rappresenta la prima trincea. A parte l'encomio dei pochi che resistono in trincea e le continue dimissioni di chi vorrebbe fare qualcosa di concreto ma non vi riesce, il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Cosenza continua ad essere luogo di sofferenza e di tragedie. In questi ultimi giorni con la recrudescenza dei contagi Covid che nessuno vuole ammettere ma che sono confermati dalla rudezza dei numeri tanti sono coloro i quali sono deceduti con il Covid nelle stanze e nei corridoi del Pronto Soccorso in attesa anche per giorni di un posto letto nei reparti di malattie infettive o di terapia intensiva. Storie terribili che non fanno più notizia ma che lasciano un dolore incancellabile per i familiari di chi soccombe al tragico destino di cessare la propria vita in attesa di un posto letto. Solo nei giorni scorsi ben cinque i decessi dentro gli spazi del Pronto Soccorso. Sono trascorsi oltre due anni dall'inizio della Pandemia ed il Pronto Soccorso di Cosenza un dramma era prima del Covid ed un dramma ancora più tremendo è ancora oggi. Solo due o tre medici per ogni turno ed un manipolo di eroici infermieri e Oss, che fanno quello che possono. E nonostante il tempo passa mai nulla cambia. Il solito lazzaretto di manzoniana memoria. Ma nonostante tutto nessuno si lamenta, nessuno scende in piazza, in una rassegnazione che ha dell'incredibile, che non può essere compresa se non con una società che oramai si è arresa in tutto e per tutto. Anche l'idillio che i calabresi hanno instaurato con il Governatore - Commissario On. Roberto Occhiuto eletto con una straripante maggioranza di voti rischia con il tempo di incrinarsi se si continuerà ad ignorare quelle urgenze che, invece, dovrebbero avere risoluzione immediata e dovrebbero essere in sommità dell'agenda delle iniziative da intraprendere. Ma la Calabria è questa, tanti gli annunci, tanto il clamore, ma i fatti continuano a latitare. Anche se la scusante del Commissario ad acta nominato dal Governo per ben dieci anni è stato il ritornello della classe politica locale con il quale si addebitava tutto il male possibile. Oggi la classe politica di ogni colore e soprattutto quella della finta opposizione in consiglio regionale tace e apre la bocca solo per lodare e incensare il Governatore - Commissario On. Roberto Occhiuto, con la speranza di avere qualche piccolo trapuntino di potere. Come è sempre stato nella storia della Regione Calabria dal 1870 ad oggi.
Redazione

Editoriale del Direttore