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E' vero che oramai è radicata la convinzione che della 'ndrangheta non si deve più parlare, che discuterne rovina l'immagine della Calabria ma ignorarla completamente come nel caso dell'esposizione delle linee programmatiche da parte del Governatore Occhiuto lascia obiettivamente perplessi.

Non si può certo negare il ruolo preponderante che la criminalità calabrese esercita sul piano economico regionale e di come la stessa condizioni e non poco quella piccola parte di economia pulita che resiste fra mille difficoltà nella disastrata economia della nostra terra. E a far notare la macroscopica assenza di qualsiasi azione mirata a ridimensionarne il potere è l'On. Amalia Bruni, capogruppo del gruppo Misto e leader dell'opposizione del centrosinistra. "La necessità è quella di ripartire, ma il programma di governo – afferma Amalia  Bruni – è impreciso, manca totalmente un riferimento al fenomeno della ‘ndrangheta e al tema della sicurezza, alla povertà, alla scuola ed alla dispersione scolastica. Altra parola inesistente è la ricerca, settore indispensabile per rendere della Calabria una regione competitiva". In realtà il tema della criminalità è oggi molto più importante e rilevante considerando le ingenti somme che dovranno essere spese in Calabria in attuazione del PNRR. Tante le opere pubbliche in programma, tanti gli investimenti e la storia insegna che in Calabria da decenni e decenni non vi è opera pubblica di rilevanti dimensioni dove non si sia annidato anche l'interesse delle cosche attraverso l'intreccio della corruzione nell'ambito della burocrazia e della politica, la vera forza della 'ndrangheta stessa. Non parlarne non vuol di re che la si annulli. Anzi la si fortifica perchè la 'ndrangheta non può che essere felice del fatto che la si sottovaluti come è sempre stato sinora.

Redazione

Editoriale del Direttore