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La storia si ripete. Sin dal lontanissimo 1989, l'anno in cui partì il primo POR , Piano Operativo Regionale, quinquennale '89 - 94, con il quale si programmava e ancora oggi si programma l'utilizzo e la spesa dei cospicui Fondi che la Comunità europea destina alle Regioni obiettivo 1.

Le regioni obiettivo 1 sono quelle regioni con determinati indicatori economici che confermano il netto svantaggio rispetto alle altre regioni d'Europa e fra queste, ovviamente, la Calabria.

Lo scopo ultimo della elergizione dei fondi è quello di agevolare e favorire la crescita economica di tali regioni per farle allineare alle regioni più fortunate.

 
Inutile dire che la Calabria è nell'obiettivo 1 da soli 34 anni e che, nella realtà, gran parte dei fondi della Comunità Europea sono serviti ad arricchire "prenditori", cioè affaristi che, in combutta con la classe politica più corrotta d'Europa, hanno preso i soldi dalla comunità Europea, hanno aperto attività economiche farlocche e con tante bancarotte fraudolente si sono arricchiti a dismisura.
 
Per non parlare dei famosissimi fondi agricoli erogati dalla Comunità Europea con i quali negli anni '80 e anni '90, dichiarando produzioni olivicole e agrumicole anch'esse farlocche, hanno consentito guadagni iperbolici con piccoli agricoltori che hanno accumulato fortune.
 
E nell'ottica di un Sud assistito e foraggiato con un sistema di illegalità diffusa, anche lo Stato con i suoi rappresentanti istituzionali ha spesso fatto finta di non vedere nulla di nulla.
 
Un Sud improduttivo, che poteva comunque concorrere, con l'economia assistita ed illegale, allo sviluppo consumistico nazionale avvantaggiando le aree produttive del Paese.
 
Leggendari i tanti capannoni stracolmi di vecchie attrezzature riverniciate e fatte passare per nuove e poi miseramente abbandonati nelle tante pseudo zone industriali, oggi cattedrali nel deserto, che sono servite solo ad arricchire una classe politica tanto corrotta quanto stracolma di ricchezze ovviamente personali e che rappresentano il sogno fallito di una Calabria produttiva ed industiralizzata.
 
E' comunque necessario sottolineare che oggi è molto più difficile frodare la Comunità Europea come era solito fare un tempo.
 
Rimane comunque la grande percentuale di non utilizzo dei fondi e il ritardo della programmazione.
 
Infatti, nonostante siano passati tanti anni la Calabria rimane una delle ultime regioni d'Europa in termini economici e in 34 anni non è cambiato nulla.
 
L'ultima era nel 1989, l'ultima è nel 2023, con la differenza che oggi il fenomeno dello spopolamento, legato a filo doppio alla totale assenza di possibilità di lavoro, ha raggiunto dimensioni allarmanti.
 
Solo 1.400.000 i "veri" residenti in Calabria dei quali ben 700.000 pensionati e 248.000 percettori del reddito di cittadinanza.
 
Solo questi numeri indicano la realtà dei fatti che smentiscono i soliti annunci e le solite fandonie di una classe politica che, oltre ad essere corrotta, è anche imbelle e spaventosamente ignorante.
 
Una classe politica comunque scelta e votata dai calabresi.
 
Ed in merito ai fondi della Comunità Europea interviene il giovane consigliere regionale pentastellato, Davide Tavernise.
 
"Devono essere dissipati i dubbi e le ombre emerse nella Relazione annuale 2022 della Corte dei conti sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi europei.

Per questo motivo ho concentrato in una interrogazione tutte le criticità emerse, chiedendo quali iniziative urgenti intende intraprendere la Regione Calabria per evitare il disimpegno delle risorse entro il 31.12.2023 e per migliorare e accelerare i processi di impegno e di spesa delle somme messe a disposizione dall'Unione Europea.

Quello che evidenzia la Corte dei conti è un campanello di allarme che non possiamo sottovalutare. I dati confermano - afferma il consigliere grillino - che le performance della Regione Calabria sono sempre più deludenti e la gravità della situazione è tale che sono a rischio risorse importanti e il completamento di opere strategiche per i nostri territori".

"Ancora una volta siamo l'ultima regione del Sud per livello di spesa registrato sui Fondi FSC, pari al 48,6%, mentre l'11% di questi fondi non è ancora stato programmato ed è quindi a rischio perdita.

Inoltre non esiste una rendicontazione della spesa dei fondi europei da parte degli enti strumentali, delle fondazioni e delle partecipate della Regione Calabria.

Preoccupa, infine, che tutte le azioni di investimento portate avanti con i fondi del Por Calabria non hanno avuto sviluppo.

Per tutti questi motivi credo -conclude il consigliere Tavernise - sia arrivato il momento di un confronto serio in Aula, l'individuazione delle cause delle criticità rilevate e l'avvio di una programmazione seria ed affidabile".
 
Redazione

Editoriale del Direttore