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Mons. Francesco Savino che da Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, non è certamente l'ultimo arrivato nella gerarchia ecclesiastica non può che prenderne atto. Il suo appello contro la legge approvata dalla Regione che alimenta la ludopatia è stato completamente ignorato e la legge è stata tranquillamente approvata.

Ed anche il suo appello alla "Coscienza" del Governatore, On. Roberto Occhiuto,  non ha sortito alcun effetto. Il piccolo favore di ridimensionare dalle 15 ore previste di aperture a 13 è talmente ridicolo da essere una vera beffa nei confronti dei tanti che si erano levati contro tale legge.

Mai come oggi una politica autoreferenziale, distante anni - luce dal popolo, frutto di scelte e di "nominati" dall'alto, con l'assenza dei partiti, con individui senza storia, senza cultura, con passati oscuri, chiamati a ricoprire incarichi di potere, ha annullato qualsiasi anelito di democrazia e annullato qualsiasi voce che non sia quella del potere.

Monsignor Francesco Savino intervistato da un quotidiano on - line regionale prima dell'approvazione della legge aveva lanciato un forte ed accorato appello al Governatore, On. Roberto Occhiuto, che è il caso di risottolineare:


"C’è da constatare un altro aspetto molto grave - ha affermato Mons. Francesco Savino -  ovvero uno sgarbo istituzionale sia nei confronti della Conferenza Episcopale Calabra, sia nei confronti di tutto quel mondo di associazioni che si occupa di dipendenze perché qui, allentando la presa, non tenendo più presente un orario contingentato, il distanziamento delle slot machine rispetto ai luoghi aggregativi giovanili, noi stiamo assistendo ad un intervento negativo soprattutto riguardo a quelle persone fragili che cadono facilmente nella trappola della ludopatia.  

Io faccio un appello al presidente a rendersi conto che questo intervento legislativo è veramente un azzardo.

Faccio appello alla coscienza e all’intelligenza del presidente, della sua Giunta e di tutto il Consiglio regionale.

Per me è un regalo a chi, e questo lo sappiamo tutti senza essere ipocriti, a quelle organizzazioni che invece di mettersi al servizio del territorio, se ne servono per fare business o per lavare evidentemente il denaro sporco".


Un appello fatto con il cuore da un uomo saggio e che rappresenta la Chiesa.

Ma un appello inascoltato. E se non conta più l'appello della Chiesa figuriamoci cosa conta più il popolo. Assolutamente nulla. Questo è il reaglo di Natale del ceto politico calabro alla Calabria. Questo è quello che i calabresi si meritano.

Redazione


Editoriale del Direttore