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Produzione e vendita delle armi

Le vendite delle armi, nonostante il Covid, registrano un trend di crescita positivo ininterrotto negli ultimi sei anni. Il trend positivo riguarda le  prime 100 società mondiali leader nelle produzione e nelle forniture militari.

Il trend positivo è sottolineato nell'ultimo Report redatto e reso noto dall'Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri).Le vendite nel 2020 delle top 100 società ammontano alla stratosferica cifra di 531 miliardi di dollari ( 470 miliardi di euro). Basti pensare che la vendita delle armi delle 100 aziende top negli ultimi sei anni è aumentata del 17%. Nella top 100 dei produttori di armi ci sono anche le italiane Leonardo e Fincantieri, classificatesi rispettivamente al tredicesimo e al quarantasettesimo posto della classifica globale. Nell'ambito delle 100 aziende top ben 41 sono degli Stati Uniti d'America con il 54% del fatturato globale mondiale. Le prime cinque società sono targate USA e sono la Lockheed Martin (produttrice degli aerei da combattimento F-35), leader sin dal 2009 con un incasso nel 2020 di 58,2 miliardi di dollari. Segue al secondo posto a Raytheon Technologies (36,8 miliardi), al terzo posto la Boeing (32,1 miliardi). Cinque le società della Cina con un giro d'affari complessivo di 55,8 miliardi di dollari, sette le aziende della Gran Bretagna con 37,5 miliardi di dollari. Fra quelle inglesi svetta al 10° posto fra le top 100 la BAE Sistems con 24 miliardi di dollari di fatturato. L'unica azienda europea fra le prime 10. All'11° posto il colosso dei cieli, Airbus, che sul piano delle produzioni militari ha incassato 11,9 miliardi di dollari sui complessivi 56,8. Sei le società francesi  (Thales, Safran, Naval Group, Dassault Aviaytion Group, CEA e Nexter), quattro tedesche (Rheinmetall, ThyssenKrupp, Krauss-Maffei Wegmann e Hensoldt), mentre una sola per Svezia (Saab), Polonia (PGZ), Spagna (Navantia) e Norvegia (Kongsberg Gruppen). Due le società fra le Top 100 targate Italia, già citate. Leonardo e Fincantieri che insieme hanno totalizzato vendite per 13,8 miliardi. Alla presidenza della Fondazione Leonardo, l'ex deputato Marco Minniti. La guerra in Ucraina con le armi fornite dall'Unine Europea alla resistenza ucraina e il riarmo della Germania segnano due eventi di grandissima importanza nello sviluppo della produzione e della vendita degli armamenti. Inevitabile l'aumento delle quotazioni in borsa di Leonardo alla cui presidenza vi è Alessandro Profumo. Con l'apertura della guerra in Ucraina tutte le società quotate in borsa hanno subito perdite tranne, ovviamente, le società come Leonardo, gruppo italiano aerospaziale, della difesa e dei sistemi di sicurezza e quella della cantieristica. Per gli analisti di Equita, società che studia gli andamenti della Borsa, si prospetta che "la posizione presa dalla Germania ( di investire sul riarmo) possa essere seguita da altri annunci di aumento delle spese militari da parte di Paesi occidentali". 

Redazione

Editoriale del Direttore