Header Blog Banner (2)

Il Ministero dei Beni Culturali si è mosso quando ormai erano scaduti i limiti previsti dalla Legge. Per questo i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio hanno dato ragione all’istituto ultracattolico Dignitatis Humanae ed hanno confermato il contratto stipulato con il Ministero per prendere in gestione la Certosa di Trisulti. Il Ministero nei mesi scorsi aveva annullato il provvedimento di concessione della Certosa di Trisulti. Il Tar oggi ha annullato quell’atto e rimesso le cose come stavano. La Certosa cistercense realizzata nel Medio Evo e gestita fino a pochi anni fa dai monaci di Casamari, resta affidata all’istituto guidato da Benjamin Harwell. Il suo DHI era risultato il primo istituto nella graduatoria aperta per affidare in gestione quel bene dello Stato: l’aveva ottenuta in cambio di un canone annuale di centomila euro e con l’impegno di manutenere, promuovere, valorizzare e far conoscere la struttura. Con il DHI resta a Trisulti anche il progetto per realizzare l’accademia dell’ultradestra cattolica americana che si batte per difendere le radici giudaico – cristiane dell’occidente. Una linea di pensiero non proprio in sintonia con Papa Francesco. A condividere quel progetto c’è l’ex ideologo di Donald Trump, il guru Steve Bannon. Che lì intendeva realizzare l‘università dei nuovi gladiatori del sovranismo. Spiega la sentenza che le motivazioni portate dalle associazioni sono tutte a tutela dello sviluppo culturale della Certosa. Ma non si dice in che modo la gestione della DHI possa pregiudicare lo sviluppo culturale della Certosa. Scrivono i giudici che le associazioni “ammettono che esse, come riscontrabile dai fini sitituzionali… ben potrebbero avere interesse ad una nuova procedura di assegnazione nel rispetto della legalità. Esse dunque affermano di vantare un interesse non attuale e nemmeno differenziato dal generale interesse al ripristino della legalità comune. L’interesse a base degli interventi lo rende dunque inammissibile in quanto non attuale e non differenziato”. Il Tar ha accolto il ricorso del Dignitatis Humane Institue ritenendo che siano trascorsi i 18 mesi entro i quali il ministero poteva contestare la validità del contratto. In particolare, il ministero non ha ignorato il limite. Ma ha ritenuto che si poitesse andare oltre quei 18 mesi. Perché il contratto era stato stipulato sulla base di false rappresentazioni del DHI. Ma il Tar ho rilevato come non siano state definite le carte false che l’associazione di Benjamin Harnwell avrebbe prodotto. Scrivono i magistrati: “L’amministrazione non ha ignorato la circostanza del limite dei diciotto mesi. Ma ha ritenuto che nel caso di specie non si dovesse applicare”. Perché il Ministero ha ritenuto di poter impugnare le carte anche a tempo scaduto? Per via di queste circostanze: la concessione al DHI non portava vantaggi economici; ci sarebbero state false rappresentazioni. Per il Tar si tratta di “assunti privi di pregio. La mancanza dei vantaggi economici non fa altro che confermare l’esistenza del contratto”. Inoltre: è vero che se si scoprono carte false è possibile annullare i contratti anche dopo i diciotto mesi ma “l’amministrazione si limita ad affermare l’assenza originaria di taluni requisiti che il Dignitatis Humane Insitute aveva affermato di possedere, senza tuttavia chiarire in modo puntuale quali dichiarazioni false o mendaci avrebbe reso il DHI”. La certosa resta ad Harnwell, la battaglia giudiziaria va avanti. In serata Benjamin Harnwell annuncia la sua soddisfazione. E soprattutto che i corsi partiranno subito. “Sono molto soddisfatto del risultato. Adesso spero di poter portare avanti serenamente il progetto di valorizzazione della certosa in conformità con il programma presentato in sede di gara. La DHI è dunque lieta di poter annunciare con grande gioia che il 1° giugno apriranno le registrazioni per la tanto attesa Accademia per l’Occidente giudaico-cristiano. Per adesso l’insegnamento sarà a distanza online, gestito e svolto direttamente dagli Stati Uniti“.
Fonte: Alessioporcu.it
Articolo scritto dal giornalista Giacomo Magister
Fonte Foto: Alessioporcu.it

Editoriale del Direttore