Header Blog Banner (2)

Che Cosenza sia stata in passato e lo sia ancor più oggi una città dove l'area grigia del malaffare sia dominante non vi è alcun dubbio. 
 
Sin dagli anni '70 nuovi personaggi di potere hanno intessuto rapporti con la criminalità mediante la totale impunità che oramai da mezzo secolo regna sovrana.
 
Personaggi della politica, dell'imprenditoria, delle professioni e finanche delle Istituzioni hanno fatto e fanno il bello e cattivo tempo di una comunità dove regna l'illegalità diffusa ed ambientale e dove la lotta alle mafie e per la legalità e rappresentata da convegni spesso inutili e di facciata. 
 
E a confermare questa analisi sottoscritta finanche sin dai primi anni '80 da personaggi illustri come il Prof. Pino Arlacchi, noto studioso del fenomeno criminale, è l'audizione dell'ex questore di Cosenza, Giovanna Petrocca, che nel 2021 da questore venne ascoltata dalla Commissione Parlamentare Antimafia nel mese di ottobre del 2021.
 
"Criminalità A Cosenza e in Provincia" edito dall'Amministrazione Provinciale di Cosenza nel 1982
 
 
Nell'audizione Giovanna Petrocca, al tempo Questore a Cosenza, lamenta la "totale assenza di collaborazione da parte dei cittadini nella lotta alla ‘ndrangheta" ed afferma anche che "Cosenza è una provincia molto particolare, in cui molto spesso si incrociano appartenenti a criminalità organizzata con soggetti cosiddetti – se posso usare il termine – perbene".
 
E' una ennesima conferma dell'esistenza di quella zona grigia che non ha mai consentito la crescita di una vera cultura della legalità, quella "borghesia criminale" che si accompagna alla dominante cultura individualista e  del più furbo da idolatrare che ha forti radici storiche, antropologiche e familiari.
 
A Cosenza "è difficile tracciare linee di demarcazione dove finisce il crimine, perché c’è una commistione di interessi, che cerchiamo di evidenziare, di portare a galla. In questo - afferma l'ex questore - dalla mia esperienza, che in questo stia la differenza della realtà del territorio cosentino rispetto ad altri territori, come il Reggino e il Crotonese, dove ci sono demarcazioni ben precise".

E una delle peculiarità del fenomeno criminale cosentino è rappresentata dalle forti infiltrazioni criminali nel debole tessuto produttivo ed economico. Tante le società analizzate e controllate per sospette collusioni mafiose e per riciclaggio di denaro sporco.
 
E dai primi anni '90 ad oggi la gran parte dei 143 collaboratori di giustizia che hanno costellato la storia del pentitismo nella città con più "pentiti" in Italia hanno rilasciato dichiarazioni che confermano rapporti con professionisti, imprenditori e "colletti bianchi" in quel contesto poco chiaro ed oscuro che negli anni passati venne ben definito nel libro "La Città Oscura - Cosenza e il suo racconto criminale " edito da Falco Editore nel lontano 2010.
 
Nel libro "La Città Oscura" nell'ambito di una intervista al pentito Franco Pino, dal dicembre 1977 al maggio 2005, boss indiscusso della criminalità cosentina, si legge "Per Cosenza ero importantissimo: c'erano pezzi grossi che mi sostenevano. E poi non è che voglia passare per Robin Hood, però quando la mattina davanti alla Boutique dei Fiori (ndr. attività lavorativa di copertura dell'allora boss) arrivavano 100 persone con 100 problemi diversi e io riuscivo a risolverne 70 - 80. Beh mi ci sentivo, mi alzavo alle 6 di mattina e alle 6.10 ero già alla Boutique dei Fori. Passavano tutti. Mi volevano bene".
 
Inutile sottolinerare che vi si recavano politici, imprenditori, professionisti, rampolli di famiglie altolocate. Il tutto in quella cultura dell'illegalità e quella idolatria del boss che non è solo patrimonio di "Gomorra" ma è anche cultura e mentalità calabrese e cosentina. Allora come oggi.
 
 
"Gangsters a Cosenza" edirto da "Effesette Editrice" nel 1982
 
Ma nonostante il numero dei pentiti, nonostante le continua audizioni della Commissione Parlamentare Antimafia e nonostante le operazioni giudiziarie condotte dalla Procura Antimafia di Catanzaro, la città dei Bruzi rimane avvolta da quel "Sistema" di corruzione, impunità e cultura dell'illegalità che la rende immune da qualsiasi cambiamento e consente a chi detiene il potere reale di rimanere intoccabile e impunito.
 
Il tutto in un "Sistema" ben collaudato e vincente.
 
Il trionfo della "Città Oscura".

Redazione

Editoriale del Direttore