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Che oramai la Calabria sia un "Governatorato" gestito dal Presidente Roberto Occhiuto è fuor da ogni dubbio Per il potere che detiene potrebbe essere definito il vero "Monarca" della Calabria. Mai un Presidente in 53 anni di storia della Regione ha concentrato nelle proprie mani un simile potere. Non solo Commissario ad acta sulla sanità dal 4 novembre 2021 ma anche detentore delle pesantissime deleghe sui lavori pubblici, infrastrutture e turismo, insieme a tante altre. 

E nel "Governatorato" calabro gestito dal Governatore con potere assoluto, unanime consenso ed una minoranza sempre più silente, è stata annullata e vanificata una delle battaglie sacrosante della Lega di Matteo Salvini, quella dello stralcio e conseguente annullamento di tutte le cartelle esattoriali sino a 1.000 euro.
 
 
Il Leader della Lega, Matteo Salvini
 
Ma la giunta regionale della Calabria ha impedito tale possibilità sostenendo che, invece, le cartelle dovranno essere pagate.
 
La decisione è stata presa su proposta della vicepresidente, con delega ad Economia e Finanza, Giusi Princi, nella delibera n° 27 del 30 gennaio scorso.
 
In particolare la delibera prevede di non applicare quanto previsto dall’ultima finanziaria del Governo. Questa dispone, come noto, l’annullamento automatico (cd. saldo e stralcio), alla data del 31 marzo 2023, dei debiti tributari fino a mille euro (comprensivi di capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali.

La legge di bilancio, poi, dà la possibilità a tutti gli altri enti che non rientrano in questa prima categoria di compiere la stessa operazione sulle cartelle soltanto per la parte relativa a sanzioni, interessi legali e more. Ovviamente gli enti possono anche scegliere di non aderire a questa previsione, attraverso un atto specifico che deve essere pubblicato sul sito istituzionale dell’ente dandone tempestiva comunicazione anche all’Agenzia delle Entrate. Proprio questo ha fatto la giunta regionale con la delibera del 30 gennaio scorso. 

La motivazione della scelta, salvaguardare i conti pubblici e combattere l'evasione.

Due motivazioni alquanto fragili considerando gli sprechi che caratterizzano i bilanci regionali, i privilegi e i vitalizi degli ex consiglieri regionali e tante altre spese molto discutibili e considerando che non sono coloro i quali non pagano cartelle sino a 1.000 gli evasori da colpire.

Una scelta in assoluta controtendenza alla politica nazionale della Lega e di Fratelli d'Italia. Ma la Repubblica del "Governatorato" Calabro non ha alcuna attenzione verso il Governo nazionale. Decide da sola in totale autonomia.

 E la giunta, infatti, ha votato all'unanimità tale decisione.
 
L'incredibile è che nell'ambito della giunta regionale vi è anche l'assessore regionale Emma Staine, nominata e scelta dalla Lega anche per la sua militanza di vecchia data.
 
Nonostante la presenza dell'assessora leghista è passata una decisione assolutamente in controtendenza con quanto affermato con clamore dallo stesso Matteo Salvini in più occasioni.
 
Come potrà giustificarsi Matteo Salvini con l'elettorato calabrese, quando neanche l'assessora regionale tutela le proposte e le battaglie della Lega stessa.
 
Una palese contraddizione che non mancherà di suscitare perplessità all'interno del partito.
 
Inoltre l'aver proceduto allo stralcio avrebbe dato una boccata d'ossigeno ai tenti contribuenti calabresi che in difficoltà non sono riusciti a pagare neanche piccoli importi relative alle cartelle esattoriali.
 
Una scelta impopolare a differenza di tante altre Regioni che invece hanno concordato sullo stralcio.
 
Ed un simile salasso nella terra più povera e più in difficoltà d'Italia dimostra come la giunta guidata da Roberto Occhiuto sia lontana anni luce dai bisogni dei cittadini più deboli.
 
Redazione
 
 

Editoriale del Direttore