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La Calabria era già da sempre una struttura economica debole, socialmente sottomessa alla corruzione e al potere delle Caste, ma oggi la Pandemia ha ulteriormente indebolito l'economia provocando la crescita vertiginosa dei nuovi poveri.

Ben 135.000 le famiglie in Calabria, su 1.750.000 abitanti reali (1.890.000 i residenti al 31.12,2020) che si rivolgono al Banco Alimentare. Una cifra enorme che dovrebbe far riflettere i calabresi e soprattutto quella casta politica autoreferenziale che continua a vivere nei suoi immensi privilegi e che continua a non dare risposte concrete al bisogno crescente del popolo calabrese. Del resto cosa può comprendere chi è abituato a vivere con l'autista, le supercar di lusso, gli stipendi da onorevoli da 15.000 euro in su, osannati e riveriti dai tanti leccaculo che li circondano di quella povera gente che è costretta a rivolgersi al Banco Alimentare per sopravvivere. Cosa possono comprendere i tanti Principi delle Caste o Baroni della politica, i nuovi ricchi rampanti e corrotti, dei calabresi che soffrono. Ben 135.000 le famiglie che hanno dichiarato il loro stato di difficoltà ai rispettivi comuni di residenza che sono gli organi competenti per aggiornare gli elenchi poi trasmessi al Banco Alimentare. E chissà come peggiorerà la situazione complessiva quando una parte degli attuali 300.000 lavoratori che usufruiscono della Cassa Integrazione pagata dallo Stato saranno, per effetto di una crisi economica senza precedenti, licenziati e perderanno il posto di lavoro. E d è inutile sperare che una classe politica selezionata con le caratteristiche di incapacità, incultura e spiccata truffaldagine, che purtroppo i calabresi votano e continueranno a votare in preda ad una incomprensibile ed infernale  sindrome di Stoccolma dove le vittime finiscono per amare ed idolatrare i loro carnefici, possa invertire la rotta. Anzi, più i calabresi si impoveriscono, più i calabresi soffrono e più il prezzo del voto di scambio diminuisce. Basteranno dieci euro per comprarsi i voti in alcuni quartieri popolari, basterà pagare le bollette della luce o del gas come si è sempre fatto e basterà una solita falsa promessa per essere eletti, come sempre è stato. In tutto ciò l'unica speranza per salvarsi per le nuove generazioni è quella di andarsene dalla Calabria, per come ogni anno scelgono di fare circa 20.000 calabresi, spesso giovani e laureati. Esodo oramai inarrestabile da almeno una quindicina di anni, esodo che si fermerà quando in Calabria rimarranno solo anziani pensionati e lestofanti, considerato che in una terra senza leggi e senza diritti, i lestofanti hanno trovato il vero Eden sulla terra.

Redazione

Editoriale del Direttore