La stazione di ricerca di altissimo livello scientifico, Anton Dohm, diretta dallo scienziato e noto biologo marino, Silvio Greco, ha monitorato nell'estate del 2022 ben 311 siti lungo la costa calabrese in mare e sulla terraferma nell'ambito del "progetto di ricerca finalizzato al miglioramento e mantenimento dell'ecosistema marino della Regione Calabria".
In tale monitoraggio sono stati rinvenuti "nature, e quantità e qualità, di contaminanti, che non sono di origine calabrese . Certe sostanze - ha affermato il professor Silvio Greco - qui non si usano perché certe cose qui non si producono, se troviamo traccia degli scarti di quelle sostanze evidentemente qualcuno ce le ha portate. In alcune aree che non posso citare perché sono già interessate dalle attività della magistratura".
Tutto ciò è stato affermato in occasione del punto stampa tenuto il 21 ottobre 2022 sulla nave "Vettoria", presso il porto di Vibo Marina, per illustrare i risultati del monitoraggio eseguito sul mare e sugli impianti di depurazione.
All'incontro parteciparono, oltre al Governatore della Calabria, On. Roberto Occhiuto, anche il procuratore Capo della Procura di Vibo Valentia, Dott. Camillo Falvo e il Procuratore capo della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, Dott. Salvatore Curcio.
E' trascorso più di un anno ma di attività investigative in questo senso non si ha notizia alcuna. Del resto in Calabria le indagini su eventuali traffici di rifiuti tossici non hanno mai avuto alcuna fortuna.
Ma, inevitabilmente, l'aver individuato contaminanti non calabresi riporta alla vicenda mai chiarita e da sempre avvolta in una sorta di nuvola del mistero o, per meglio dire, rimbalzata su muri di gomma, delle "Navi dei veleni", delle quali si è scritto tantissimo, si è discusso molto ma non si è mai accertato nulla di ufficiale e di concreto.
Tanti i libri pubblicati, tante la dichiarazioni di più pentiti di 'ndrangheta, tante le azioni di indagini portate aventi da più procure ma mai nulla di fatto. Come avvolta nel mistero rimane la morte del Capitano Natale De Grazia.
Il capitano di vascello Natale De Grazia
Ma in merito al mistero delle navi dei veleni e dei contaminanti ritrovati in alcune aree della costa tirrenica è il caso di ripubblicare un vecchio articolo pubblicato nel lontano dicembre 2007, dal titolo, "Le coste calabre e i pesci al mercurio", scritto dal giornalista Gianfranco Bonofiglio che in tanti anni ha scritto centinaia di articoli, dossier e libri sul traffico dei rifiuti tossici.
Un grande affare non solo per la 'ndrangheta ma anche per quelle consorterie border line che, nel nome dello Stato sconfinando nell'illegalità, non hanno lesinato nel siglare patti patti segreti ed incofessabili, talvolta anche a livello internazionale, tutelati come sempre dalla ragion di Stato.
Quella "ragion di Stato" che ha costruito quei "muri di gomma" che non hanno consentito di individuare la verità fra i tanti misteri d'Italia e fra i tanti Misteri irrisolti che rimarranno tali per sempre si può annoverare anche la storia delle "Navi dei Veleni".
"Le Coste calabre e i pesci al mercurio"
Che la ‘ndrangheta Spa, la più grande holding italiana con interessi di miliardi di euro diffusi in ogni angolo del pianeta si interessasse anche di rifiuti tossici era ed è fatto notorio.
Ma che tale losco traffico nel quale si ritrovano esponenti di diverse lobby nazionali ed internazionali e che coinvolgono trafficanti di ogni genere potesse generare anche una nuova specie ittica supera anche la più prolifica delle fantasie.
Infatti negli scenari incantevoli delle coste tirreniche della Calabria è stato pescato il pesce al mercurio. Sembra essere una barzelletta invece è tutto maledettamente vero. Nei mesi scorsi un quantitativo considerevole di metalli pesanti è stato rinvenuto nel pescato proveniente dalle acque del Tirreno.
A condurre l’indagine in merito nei mesi scorsi è stata la Capitaneria di Porto di Cetraro e quella di Vibo Valentia con la collaborazione del dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria di Paola.
Indagine richiesta del sostituto procuratore di Paola, Francesco Greco, che continua ad indagare sul mistero delle navi – carretta che si presume siano state affondate negli anni ottanta e novanta stracolme di bidoni contenenti rifiuti tossici e che oggi siano adagiate nei fondali marini del Mediterraneo a circa 300 – 400 metri di profondità.
E dall'esame condotto sui pesci, soprattutto crostacei e molluschi, sembra che siano state rilevate presenze di cadmio, piombo e mercurio, in particolar modo in alcune specie pelagiche di notevoli dimensioni. Dovrebbe essere in corso una secondo esame con una nuova campionatura di pesci per poter verificare con un certo margine di esattezza la dimensione del fenomeno.
Inutile dire quanto sia dannoso per la saluta umana l'inquinamento marino con sostanze chimiche pericolose, soprattutto se si dovesse ingerire del pesce contenenti tali sostanze. Dal rapporto su sostenibilità ed ambiente il 70 – 90% delle malattie riconducibili agli inquinanti tossici persistenti è da legare al consumo di prodotti contaminati.
E non sono solo le coste calabre ad essere probabilmente interessate ad un fenomeno così grave ma anche sulla terraferma si sono verificate situazioni allarmanti.
Basti accennare l’episodio, e su questo non vi sono probabilità di sorta , ma solo certezze relative al sotterramento di 35mila tonnellate di ferrite di zinco, qualificate come rifiuti speciali e provenienti dalla ex Pertusola Sud di Crotone e seppellite nel territorio di Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria, due comuni di vasta estensione della Provincia di Cosenza.
Terreni contaminati dalla Ferrite di zinco nella sibaritide
Ed anche la ferrite di zinco si insinua nelle falde acquifere ed il vento ne solleva le particelle più leggere, determinando anche in questo caso danni ambientali rilevanti e rischi per la salute pubblica. Sono ben undici anni che si attende la bonifica della zona.
Ma nei palazzi del potere Romano tutto ciò non interessa. Come tutti sanno i voti ed il denaro non hanno odore. Da qualsiasi parte provengano sono sempre ben accetti. Questa è la Calabria che è la metafora di un Paese oramai destinato ad un triste tramonto.
(Articolo pubblicato su: Democrazialegalita.it il 10 ottobre 2007)
Redazione