Premessa: Questo articolo pubblicato sulla rivista "La Calabria" è una testimonianza di un impegno sulla legalità che risale a tempi lontanissimi. La proposta di una lega giovanile antidroga venne avanzata nel lontano 1988. Sono trascorsi ben 24 anni da allora. Oggi tutti si dilettano a discernere di illegalità e corruzione, allora qualche voce isolata era considerata folle e visionaria.  Chi scrive ha pagato il prezzo di tale "follia" essendo stato isolato in una città, Cosenza, oscura e dominata dai poteri forti. Una città che ha sempre odiato chi voleva impegnarsi sul piano civile, una città amara e terribile.

 

Una lega giovanile antidroga



Dagli ultimi dati a disposizione sull’evoluzione del fenomeno droga nella nostra regione, si evince la dimensione allarmante e si ribalta la tesi che la Calabria sia solo territorio di transito e non di consumo. Analizzando i consumi di droga pesante è evidente la necessità di un’azione capillare che, in funzione sinergica, impegni tutte le forze socio-culturali della regione.

E’ ampiamente dimostrato come il fenomeno della droga è interconnesso con la capillare presenza della criminalità organizzata e come il mondo giovanile ne sia la principale vittima. L’idea di formare una lega giovanile regionale che operi e discuta su tali gravi problemi è un atto di coraggio e di manifesta volontà da parte dei giovani calabresi che desiderano lo sviluppo della propria terra. La lega ha lo scopo di promuovere le iniziative atte a diffondere, soprattutto fra le nuove generazioni, la conoscenza della gravità e degli effetti devastanti della criminalità organizzata sul tessuto sociale e di come la diffusione del consumo di droghe pesanti rappresenti la principale fonte di reddito e di forza d'espansione della criminalità stessa. “La vera forza della mafia è fuori dalla mafia, è nella connivenza innocente, quel fenomeno di accettazione passiva da parte del popolo onesto che subisce passivamente l’esistenza del fenomeno”. A questa conclusione giungeva, dopo approfonditi studi, il sociologo Nando dalla Chiesa, figlio del compianto Generale Carlo Alberto. La lotta alla connivenza innocente è lo spirito di fondo che la lega si propone. Alcuni obiettivi sono da considerarsi prioritari e da realizzare nel breve periodo.1) La richiesta da inoltrare all’Assessore alla Pubblica istruzione della Regione Calabria, On. Augusto Di Marco, di considerare la possibilità di integrare con un rappresentante della lega il comitato permanente di studio, ricerca e documentazione sul fenomeno mafioso costituito ai sensi dell’art.3 della Legge Regionale del 15 gennaio 1986 n° 2: “Provvedimenti a favore delle scuole e delle università calabresi per contribuire allo sviluppo della coscienza civile e democratica nella lotta contro la criminalità mafiosa”. 2) Un incontro con il rettore dell’università della Calabria per vagliare le concrete possibilità di riaprire con l’ausilio di appositi ricercatori il Centro di ricerca e di documentazione sul fenomeno mafioso afferente al dipartimento di Sociologia della facoltà di Scienze economiche e sociali un tempo retto dal prof. Pino Arlacchi, noto per le sue ricerche e per le teorie che hanno costituito la base di elaborazione della Legge Rognoni - La Torre. La possibilità di riaprire il Centro con la collaborazione della Università della Calabria è uno dei principali obiettivi della lega perché è da ritenersi impensabile che una lotta alla mafia, concepita come diffusione di una forte cultura antimafiosa, non abbia nell’Università una protagonista principale. La lega, inoltre, cercherà di creare una linea di intesa comune con tutti i circoli culturali e tutte le organizzazioni, sia pubbliche che private, che intenderanno impegnarsi in iniziative comuni in modo tale da piantare il seme che, nel tempo, dia vita ad un albero meraviglioso e fantastico i cui frutti siano quelli della fratellanza, della solidarietà e della pace per un futuro diverso.

Gianfranco Bonofiglio

“La Calabria”

aprile 1988