Il 10 gennaio 1982, nel periodo più buio della "Città Oscura" e nel pieno della prima guerra di mafia con decine di morti ammazzati nello scontro fra i clan Pino e Perna, si tenne il convegno "Gangsters a Cosenza" organizzato dall'Unical, da Magistratura Democratica, dal Siulp e dalla triplice Cgil - Cisl e Uil con la prestigiosa presenza, fra gli altri, dell'On. Giacomo Mancini, del Prof. Pino Arlacchi, del Sen. Salvatore Frasca, dell'On. Saverio Zavettieri e del costituzionalista Stefano Rodotà.
 
Gli atti del Convegno vennero pubblicati in un libro molto interessante a cura della casa editrice "effesette" su input dell'Università della Calabria e dell'allora Rettore, Prof. Pietro Bucci che ha curato anche la prefazione del libro stesso.
 
Tante le relazioni pubblicate nel libro che costituisce il primo tentativo di studio a Cosenza del fenomeno criminale ed una pietra miliare per gli studiosi del romanzo criminale cosentino. Francesco Medaglia, a nome della triplice sindacale, ha relazionato su "Sviluppo urbano e criminalità a Cosenza", il Prof. Pino Arlacchi, docente di analisi della classi e dei gruppi sociali presso il dipartimento di sociologia dell'Unical ha relazionato si "Gangsterismo e società a Cosenza: un'ipotesi interpretativa".
 
Analisi molto interessante sulla quale si concentrò la maggior parte degli interventi che susseguirono alla fine delle relazioni. Il magistrato di Sorveglianza presso il Tribunale di Cosenza, Ciro Saltalamacchia, ha relazionato sul tema "Magistratura e istituzione carceraria nello sviluppo della criminalità a Cosenza" e Pino Colaiacovo, segretario provinciale del Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori polizia) sul tema "Il ruolo della polizia nella lotta alla criminalità a Cosenza".
 
Il libro di ben 180 pagine è, inoltre, arricchito da un'appendice nella quale è pubblicata una interessante e completa ricerca su "Mafia e omicidi in Calabria - 1970 - 1981" a firma del sociologo Tonio Tucci, ricercatore presso il "Centro di Ricerca e di documentazione sul fenomeno mafioso afferente al Dipartimento di Sociologia dell'Università della Calabria sorretto dal prof. Pino Arlacchi e poi, inspiegabilmente, chiuso e passato nel dimenticatoio nonostante le tante ricerche di alto livello che aveva redatto. Finanche l'enorme materiale documentale raccolto in quegli anni è stato poi maldestralmente disperso.
 
Comunque il convegno risultò essere un momento di importante riflessione rispetto ad un fenomeno allora ancora probabilmente sottovalutato. L'uso stesso del termine "gangsterismo" preclude il termine "mafia" quando, invece, per come poi racconteranno negli anni successivi, da pentiti, gli stessi protagonisti della guerra di mafia, la criminalità cosentina aveva intrecciato rapporti con le famiglie più potenti di 'ndrangheta come i Piromalli ed altre famiglie oltre a consolidati rapporti con la Nco, Nuova Camorra Organizzata, di Don Raffaele Cutolo, allora temutissimo boss di Napoli ed era stata riconosciuta come locale di 'ndrangheta dalle storiche famiglie reggine e scambiava killer azionisti per omicidi nel napoletano e in altre città d'Italia come a Genova e a Milano con la Nuova Camorra Organizzata.
 
Gianfranco Bonofiglio