L’Associazione laureati Università della Calabria, lo abbiamo scritto nel precedente servizio, domenica 29 giugno compie 25 anni.
( nella foto in apertura il Rettore Nicola leone, mentre interviene alla manifestazione dei 25 anni dell'Associazione Laureati Unical )
E una piccola entità degli oltre centomila laureati, si è ritrovata per festeggiare l’anniversario, nell’aula circolare dell’edificio polifunzionale con la partecipazione del rettore Nicola Leone, che introdotto dal presidente dell’Associazione Marcello Fiore, ha preso la parola ricordando il suo trascorso di studente dell’UniCal nel complesso residenziale delle maisonnettes, nel blocco n° 5, dove ha trovato la valida compagnia di studenti cinesi.
Ha altresì parlato della frequenza degli impianti sportivi con tanta passione e interesse, sottolineando che come Rettore, ha cercato in questi anni del suo mandato rettorale di accrescerne gli impianti apprezzando il lavoro svolto da Marcello Fiore, quale presidente del Cus per il quadriennio 2018/2022, riuscendo a superare una fase critica gestionale moralizzandolo nei vari aspetti. “Grazie per aver moralizzato il Cus – ha detto il rettore a Marcello Fiore – facendolo uscire da una situazione complessa difficile”.
“Da laureato UniCal ha dichiarato di sentirsi orgoglioso di avervi studiato”, ricordando che non ha nulla da invidiare agli altri atenei in quanto rappresenta un motore di crescita per la regione. Ha pure dichiarato la sua disponibilità ad essere vicino agli obiettivi fissati dalla carta costituzionale dell’Associazione e di avere avviato una nuova piattaforma di ricerca sui laureati dello stesso Ateneo, il cui numero ha superato oltre le centomila unità, mantenendo e manifestando interesse verso una sua crescita e presenza nella vita sociale dell’Università.
La manifestazione celebrativa dei 25 anni dell’Associazione laureati UniCal è entrata poi nel vivo con il mio intervento di presentazione delle tre figure festeggiate, Sandra Savaglio e Paolo Zimmaro, docenti UniCal e Vincenzo D’Agostino, amministratore delegato di Omnia Energia S,p.a. , figure di richiamo e prestigio per la stessa Università.
Nel prendere la parola mi è toccato anzitutto ricordare alcuni dei primati che appartengono all’Università della Calabria e che fanno parte dei punti qualificanti a giustificazione dell’orgoglio e dello spirito di appartenenza che deve toccare e coinvolgere tutti, studenti, laureati, docenti e non docenti.
Il primato principale di partenza porta al Rettore Beniamino Andreatta che per primo in Italia ha riconosciuto il diritto d’informazione sugli atti amministrativi dell’Ateneo, da considerare pubblici, così come venne descritto nell’articolo 10 dello Statuto (DPR 1° dicembre 1971 n.1329), da cui nacque più tardi un ufficio stampa, anch’esso primo in Italia tra le Università statali.
Uno Statuto che per prima nel nostro Paese ha riconosciuto l’istituzione di 21 dipartimenti al posto degli Istituti, ed altre cose ancora come l’istituzione del settore orientamento studenti e soprattutto orientamento laureati e loro inserimento nel mondo del lavoro, dimostrando grande sensibilità ed attenzione verso i propri laureati.
Il Rettore ha parlato dell’amicizia che ha creato con gli studenti cinesi durante il suo percorso di studio non sapendo che l’Università della Calabria è stato il primo Ateneo italiano ad accogliere nel mese di dicembre 1979, per interessamento del Rettore Pietro Bucci e dei suoi delegati Mazzetti e Del Monte, un primo nucleo di sedici studenti cinesi per specializzarsi ed acquisite la laurea, grazie alla dotazione di un suo centro residenziale.
Oggi l’Università di Pechino sta svolgendo una ricerca sui giovani cinesi laureatisi nel mondo e l’Università della Calabria potrà fregiarsi pubblicamente di questo primato, tutto italiano e forse anche mondiale. Lo capiremo ad ultimazione della ricerca.
Grazie al Rettore Pietro Bucci, verso il quale Vincenzo D’Agostino e lo stesso Marcello Fiore, ne sono stati diretti collaboratori in quanto componenti, in rappresentanza degli studenti, del Consiglio di amministrazione, l’Università della Calabria si è battuta in campo nazionale ed internazionale per dare di sé una immagine positiva e propositiva per farla uscire dal pantano in cui venne a trovarsi nel 1978 con l’accusa di essere “un covo di terroristi”.
Bucci nel 1981 coniò lo slogan “Arcavacata una casa di vetro”, dando massima libertà di azione all’ufficio stampa per un servizio puntuale quasi giornaliero di note d’informazione sugli eventi dell’UniCal.
Ma grazie a Bucci e al prof. Francesco Del Monte il Settore orientamento laureati, attraverso il proprio ufficio, per dare visibilità ai propri laureati ha provveduto a stampare 4 numeri di un “Notiziario”, nel quale sono stati inseriti i nomi dei propri laureati con la descrizione del titolo acquisito, il voto, il tema della tesi e l’indirizzo di residenza, per essere inviati in campo regionale e nazionale alle varie istituzioni pubbliche ed aziende imprenditoriali, in modo da favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro.
Un lavoro continuato dalla banca dati “Laudeca” che ha avuto come curatore Marcello Fiore.
Vincenzo D’Agostino in qualità di studente e componente del Consiglio di amministrazione ha fatto parte di questa importante storia. “All’epoca, studiare in questa regione era un lusso – ha detto nel suo intervento – e grazie all’Unical tanti giovani hanno potuto realizzare sogni e obiettivi che sembravano irraggiungibili”.
Di Sandra Savaglio ricordo quando nel mese di gennaio 2004 il periodico famosissimo ed apprezzato nel mondo “Time” le dedicò la copertina con un servizio all’interno, il cui titolo rappresenta ancora oggi una grande denuncia: “Come l’Europa perde le sue star della scienza”.
Sandra Savaglio si era laureata in fisica all’Università della Calabria il 22 luglio 1991 e l’inviato del periodico americano la scova tra le tante e tanti ricercatori europei presso la John Hopkins University. Tutti erano alla ricerca, a livello giornalistico nazionale, di avere sue informazioni e come ufficio stampa dell’Unical la nostra fonte diveniva il dipartimento, dove si era laureata.
Entrando in dipartimento trovo un suo custode storico, oggi scomparso, Franco Sciammarella, che con orgoglio mi parlò della studentessa modella Sandra Savaglio, originaria di Marano Marchesato, e mi parla della sua passione di calciatrice mostrandomi delle foto che la si vede in pantaloncini, scarpe, calzettoni e maglietta in posa tra i componenti della squadra del dipartimento di fisica.
“Molti dicono – ha dichiarato nel suo intervento tenuto nell’aula circolare - che ho avuto coraggio a rientrare in Italia, dopo gli anni passati in Francia, Germania e Stati Uniti, dove la vita è stata pure difficile e non certamente semplice. Avere l’opportunità di ritornare riconosco di avere avuto un premio”.
Del prof. Paolo Zimmaro, è stato già scritto molto in questi giorni ed anche lui è un “cavallo di ritorno di razza” di grande prestigio. Posso solo dire che lo considero un mio figlioccio e gli auguro tutto il bene di questo mondo per essere, data la sua vasta conoscenza in materia sismologica, una colonna portante per lo sviluppo e la crescita futura della nostra Università.
Dico questo perché figlio di Santino Zimmaro, scomparso prematuramente in giovane età, che ha fatto parte del primo nucleo di tecnici del dipartimento di difesa del suolo, guidato dal prof. Vincenzo Maroni, che svolse anche le funzioni di Pro Rettore e Presidente dell’Opera Universitaria (centro residenziale), con alla guida dell’università il Rettore Beniamino Andreatta.
Nello scrivere ciò e per l’affetto e la stima che nutrivo nei confronti del padre e della madre, oltre a considerarlo un “mio figlioccio”, gli ho pure detto di considerarsi “parte integrante delle radici sane” dell’Università della Calabria e sulle radici sane va costruito il suo futuro.
Franco Bartucci